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Soprannominato "Tante Ju" (Zia Ju) è stato il più numeroso aereo da trasporto europeo nella storia.
Versatile anche se sgraziato, lo Ju 52s ha partecipato a tutte le campagne tedesche durante la seconda guerra mondiale.
Nel 1931 il team di progettazione sotto Ernst Zindel, convertì uno Ju 52 da trasporto passeggeri a singolo motore in un aereo trimotore.
La versione originale era un aereo, ad ala bassa, macchina interamente in metallo rivestito in lamiera ondulata e carrello di atterraggio fisso.
Utilizzava una doppia serie di alette e alettoni lungo i bordi di uscita per migliorare le prestazioni STOL (decollo corto e atterraggio).
I due motori che sono stati aggiunti alle ali, erano nettamente inclinati verso l'esterno per scarto di potenza asimmetrica in caso di avaria del motore.
Lo Ju rivisto 52 è stato un successo sorprendente e venduto in gran numero alla compagnia aerea Deutsche Lufthansa.
Nel 1940 essi costituirono il 75 per cento del suo inventario e ha vinto per la sicurezza e affidabilità.
Nei primi anni 1930 la Luftwaffe stava cercando clandestinamente aerei militari, quindi ha approvato lo Ju 52 come bombardiere ad interim.
Nel 1936 molti furono inviati a combattere nella guerra civile spagnola e fu usato in modo efficace, lasciando cadere 6.000 tonnellate di bombe e di trasportare 13.000 truppe marocchine senza perdite.
Alla vigilia della seconda guerra mondiale, la flotta Ju 52 era la più numerosa e importante dei trasporti della Luftwaffe, con più di 500 aereomobili in servizio.
La seconda guerra mondiale migliorò la reputazione della zia Ju per robustezza.
Sono stati inizialmente impiegati durante il 1940 per l'assalto alla Norvegia, la prima campagna militare ad utilizzare il trasporto aereo su vasta scala.
Hanno poi volarono contro la Francia e i Paesi Bassi, nel 1941 lo Ju 52s ha avuto un cospicuo ruolo nell’Operazione Mercurio, l'assalto aereo all’isola di Creta.
Al momento, questo è stato il più grande attacco aereo nella storia e le perdite furono sconcertanti.
Tuttavia, Ju 52s successivamente ha fatto opera meritoria in Russia, dove hanno trasportato forniture, lanciato truppe aviotrasportate e evacuato feriti o vittime.
La produzione bellica totale di questa robusta macchina fu di 4.845 unità.
Anche la Spagna ha costruito diverse centinaia di velivoli che sono rimasti in servizio fino al 1970.
Lo Ju 52 fu un aereo leggendario e al giorno d’oggi alcune macchine volano ancora.
La ditta Eduard ha messo in commercio un kit dello ju 52 idro in scala 1/144, ottimo modello con la possibilità di montarlo con i carrelli, gli sci o gli scarponi per la versione idro.
La scatola comprende il kit, fotoincisioni dell’abitacolo, armi e alcune antenne,un foglio di maschere adesive per i trasparenti.
Il dettaglio esterno è sublime, la trama delle lamiere ondulate è ben riprodotta.
Ho iniziato dal vano carico, premetto che appena finito il modello la Eduard è uscita con un bel foglio di fotoincisioni per dettagliare il vano carico e la cabina di pilotaggio e la ditta Brengun con splendidi motori in resina.
Per simulare la lamiera ondulata ho utilizzato gli imballi in carta stagnola degli ovetti kinder spessa e rigida al punto giusto, applicata all’esterno della carlinga, è stata incisa con una lama di cutter dalla parte non tagliente sulla trama dell’ondula tura.
Fatto ciò, ne ho tagliato dei pezzi e li ho applicati all’interno della carlinga e della porta.
Con dei tondini da 1mm di evergreen creo la struttura tubolare e sullo sportello passeggeri l’intelaiatura interna con strip da 0,5 mm.
Il tutto è stato dipinto con l’UA 503 R.L.M. 65 hellblau della LIFECOLOR invecchiato con colori ad olio terra d’ombra, per dare più luce ed evidenziare i particolari ho utilizzato del bianco con la tecnica del pennello asciutto.
Dettagliata la cabina di cui si vedrà ben poco a modello ultimato, chiudo le due semifusoliere e applico la parte superiore, qui cominciano i guai, il tetto della carlinga non si adatta alle due parti laterali.
Con un po’ di attack e forzando leggermente il tutto va apposto, per evitare l’antiestetica fessura venutasi a creare, simulo il gocciolatoio, che si vede nelle foto del velivolo reale, al di sopra dei finestrini con dello sprue filato.
La parte comprendente la pancia e le ali inferiori lascia delle fessure, riempite con stucco.
Tutte le ondulature andate perse durante la carteggiatura sono state reincise.
Il montaggio dopo questi problemi procede spedito, sulle cappottature dei motori ho simulato gli scarichi con dei tubetti metallici ricavati da aghi per iniezioni, dipinti in rust.
Gli scarichi del motore centrale sono da scatola svuotati nella parte terminale.
I motori sono talmente piccoli, che basta una colorazione in nero e dl drybrush con alluminio per tirare fuori i particolari.
Finito il montaggio, mi dedico alla colorazione.
In commercio vi sono dei set di colori dedicati alle varie aviazioni che hanno combattuto durante la 2° guerra mondiale.
Ho scelto il set della LIFECOLOR “German WWII Luftwaffe Set 1” ed utilizzando i seguenti colori: per le superfici inferiori l’R.L.M. 65 hellbrau e del bianco per simulare le fasce di teatro sia sulle tip inferiori alari che in coda, per quelle superiori con una mimetica a spinte, R.L.M. 70 schwarzgrun per le parti scure e R.L.M. 71 dunkelgrun per le più chiare.
Comincio a dipingere il modello con del grigio per vedere se vi sono dei difetti di carteggiatura, poi con del grigio scuro applico un preshading lungo le pannellature e i recessi in ombra.
Dipingo prima le parti inferiori, poi ad asciugatura avvenuta applico il bianco sulle tip alari e sulla fascia in coda.
Per la mimetica superiore applico prima il colore più chiaro, poi dopo la mascheratura il colore più scuro.
A questo punto per simulare la vernice consumata dagli agenti atmosferici aggiungo ai colori base del bianco e con il colore molto diluito spruzzo alò centro dei pannelli.
Gli scarponi sono stati colorati allo stesso modo.
Ad asciugatura avvenuta spruzzo il lucido della Gunze per applicare le decal e le rifiniture ad olio nei recessi.
Le decal sono state applicate con ammorbidenti per far si che si conformino all’ondulazione delle superfici, ma un leggero silvering si è formato lo stesso.
Opacizzato il tutto con il trasparente della Gunze, ho simulato i fumi degli scarichi con lo smoke Tamiya e con i pastelli sempre Tamiya le varie perdite d’olio e sporcizia.
Il modello si conclude applicando gli scarponi, l’armamento nella ralla superiore e il filo dell’antenna ricavato da un filo da pesca da 0,2mm colorato in nero.
Antonio Caramia [Gallery] C.M.T. Torino 25.01.2014 |