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Tralasciamo, per una volta, i Musei esteri più titolati, quelli con centinaia di mezzi e reperti.
L’appassionato può trovare anche in Italia musei veramente ben curati e di alto significato, anche se non sono così grandi e famosi.
Questi veri e propri centri della memoria rappresentano qualcosa di concreto, dimostrando che amore per la storia più recente e per le proprie zone si sposano bene, portando a risultati più che incoraggianti.
Un esempio è quello del Museo della Seconda Guerra Mondiale del fiume Po, che sorge da pochi anni a Felonica, uno degli allora paesini che videro la rotta tedesca durante il passaggio dell’ultimo grande fiume prima delle Alpi.
Il periodo è quello delle ultime settimane di guerra in Italia, ed una felice coincidenza – per noi tutti appassionati e modellisti – fece sì che le forze armate tedesche dovessero abbandonare molto materiale prima ed immediatamente dopo, continuando letteralmente a piedi o con pochi mezzi motorizzati la fuga verso il Brennero.
Ogni ritirata, comunque, lascia di per sé molto materiale sparso ed in zona pare se ne trovi ancora molto.
E’ solo questione di paziente e tenace lavoro, perché non si è voluto solo recuperare, ma valorizzare e trasmettere ai posteri.
Oltre ai piccoli tesori per lo storico, tornano alla luce tra gli argini e le rive del fiume diverse parti di veicoli, per non parlare delle apprezzate ruote – di vario tipo – usate nei paraggi dai contadini per molti e molti anni.
Pezzi ora rarissimi a volte, sfuggiti ai recuperatori che non hanno mancato di riciclare per le fonderie quasi tutto, dalla Kubelwagen al Panther.
Il Museo, come si può capire in lenta ma costante crescita in quanto a materiale espositivo, si sta trasferendo in una nuova, più grande e degna collocazione, in modo da poter ancora meglio fare da punto di riferimento nella zona.
E’ auspicabile che si possa parlare, tra non molto, parlare di un ‘settore modellistico’ nel quale poter ricostruire in tre dimensioni mezzi ed episodi legati a quel particolare evento, visto che ormai moltissimi sono i kit per quasi tutto quello che è passato con ruote o cingoli da quelle parti.
Ogni modellista può constatare, al Museo, come non serva più essere dogmatici sull’esatta tonalità di colore e come sia utilissimo a volte sapere non solo come è verniciato ma com’è fatto un certo pezzo.
Per non parlare degli oggetti più umili, legati alla vita quotidiana dei soldati, che ci fanno ricordare che non siamo solo costruttori di kits ma divulgatori – nel nostro piccolo – di storia.
Una visita è sempre consigliabile, anche per l’atmosfera che si respira in quella zona.
Sono paesi ancora a misura d’uomo e, chiudendo un po’ gli occhi dopo un bel pranzetto in trattoria, non è difficile immaginare che un vecchietto vi svegli dicendo che c’è da andare a recuperare un panzer ancora sotto a della fascine di legna... come in un racconto di Guareschi.
Ringraziamo i curatori del Museo ed in particolare il Sig. Simone Guidorzi per la gentile accoglienza e disponibilità.
Il Museo sta adoperandosi per nuove sinergie e sull’argomento del passaggio del Po è uscito pure un interessante libro, come si può conoscere visitando il Sito del Museo (www.museofelonica.it).
Lauro Bonfà e Antonio Tallillo 27.04.2012 |