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I Crow, detti anche Absaroke, appartenevano al grande ceppo Sioux degli indiani delle pianure ed abitavano la zona corrispondente agli odierni stati del Montana, Wyoming, Nord e Sud Dakota, lungo l’alto corso dei fiumi Missouri e Yellowstone.
Ottimi cacciatori, si spostavano seguendo i movimenti delle mandrie di bisonti.
Portavano i capelli molto lunghi, segno di distinzione e nobiltà e per raggiungere tale effetto ricorrevano anche a finte capigliature realizzate nei modi più vari.
Guerrieri valorosi non disdegnavano le razzie ai danni delle tribù vicine come i Sioux.
Venuti a contatto con i bianchi verso al fine del XVIII secolo, dopo i primi scontri preferirono adattarsi alla difficile convivenza e dalla loro riserva in Montana fornirono spesso esploratori e guide per l’esercito e le spedizioni contro altre tribù indiane.
Il figurino
Questo figurino era stato scolpito per la Pegaso da un giovane Andrea Jula ancora ai suoi esordi ed è da tempo fuori commercio.
E’ ispirato ad una celebre tavola del pittore americano Frank McCarthy (1924-2002) uno dei pittori realisti di ispirazione western fra i più noti ed apprezzati, anche in virtù di pubblicazioni che lo hanno fatto conoscere nel mondo intero, come The art of Frank McCarthy di Elmer Kelton, 1992.
Venuto fortunosamente in possesso di questo kit, la mia prima preoccupazione, nella fase di montaggio, è stata quella di trovare la migliore posizione per le due figure (il cavallo morente e l’indiano in atteggiamento bellicoso) che costituiscono la scenetta.
Nel quadro originale, infatti, l’uomo è messo di fianco, fra le gambe del cavallo e guarda verso sinistra, pronto ad affrontare un nemico che ancora non si vede.
Nel quadro, però, la scena è molto più ampia: si vedono in lontananza altri indiani al galoppo, sullo sfondo le montagne e i margini di un bosco di abeti, un corso d’acqua serpeggia fra l’erba alta e giallastra e le rocce bianche.
Tutto questo nella scenetta a tre dimensioni che avevo davanti non c’era più e non c’era modo di evocarlo.
I soli elementi su cui potevo giocare erano l’uomo e il cavallo.
Mettere l’indiano di profilo non mi sembrava una scelta corretta, tanto più che conservando la posizione originale, il tomawak quasi sfiorava il corpo del cavallo come volesse “macellarlo”.
Dovevo dunque trovare una diversa collocazione che meglio valorizzasse le due sculture.
Ho cominciato col rialzare un po’ il terreno sul retro della basetta, in modo da consentire all’osservatore una migliore veduta del cavallo disteso.
Per l’indiano la vista frontale mi è parsa la più adeguata.
Dava modo di apprezzare la finezza della scultura e l’atteggiamento minaccioso del guerriero.
Pertanto ho scelto di posizionarlo sulla sinistra della scena mentre avanza con atteggiamento minaccioso.
Davide Chiarabella [Models Soldiers for collectors] 28.05.2012 |