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Restaurare i modelli - Ezio Bottasini

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È mia ferma convinzione, che sia più “semplice” realizzare bene un modello partendo dalla scatola di montaggio, piuttosto che tentare di restaurare un kit montato in un secondo tempo.
È altrettanto vero, però, che a volte tale operazione può essere necessaria per diversi motivi, come:

  • modello introvabile al momento e che era stato realizzato con le conoscenze e l’esperienza del passato.

  • modello recuperato da altro collezionista, che era stato realizzato non secondo i propri criteri.

  • modello a cui si è particolarmente affezionati e che non si riesce più a trovare.

Questi ed altri motivi possono dar vita alla voglia di dedicarsi al restauro di un kit già montato.
Quando mi capita tale necessità, generalmente cerco di “smontare” quanto più possibile, togliendo (cercando di non danneggiare troppo), carichi sub-alari, antenne, pitot, carrelli, portelli dei carrelli, ecc.; se possibile, cioè se la colla è vecchia (ad esempio la vecchia cara Humbrol polistirene cement, che tendeva a cristallizzare con il tempo), stacco ali e/o piani di coda incollati malamente.
A questo punto bisogna togliere le vecchie decalcomanie (sembra facile), se si è fortunati ed al tempo in cui si è realizzato il kit oggetto delle nostre attenzioni, non si usava passare il trasparente lucido per fissare meglio le decal, queste verranno via abbastanza facilmente, o con del semplice nastro adesivo, o infilando sotto la decal la lama del taglierino, o in ultima analisi io personalmente uso il Mr Mark Softer, che ammorbidisce la decalcomania e permette la sua rimozione con una leggera “grattatina” (il problema sorge se ci sono i rivetti o i pannelli in positivo).
A questo punto, una volta stuccate le fessure di giunzione (se non era stato fatto prima oppure dovute alla riunione dei pezzi “smontati” in precedenza), si cerca di reincidere eventuali pannellature perse durante le fasi precedenti e si rivernicia il modello con tutte le varie tecniche di pre-shading, post-shading, lavaggi, invecchiamenti, ecc., l’applicazione di nuove decalcomanie, per finire incollando le parti minute (carrelli, ecc.), che avranno subito anch’esse un trattamento di “ringiovanimento”, come il restante modello.
Di seguito, vi sono alcuni “prima e dopo la cura”, da me realizzati, che non hanno assolutamente la pretesa di insegnare alcunché a nessuno, ma che vogliono semplicemente illustrare, quanto un restauro, a volte, possa cambiare volto ad un vecchio modello, restituendogli una nuova vita e la dignità di far parte di una collezione che si rispetti (sono tutti modelli in scala 1/72).


































Ezio Bottasini

[Gallery]

11.11.2010


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