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“This is only one small step for a man, a giant leap for a mankind”
Sea of Tranquillity, Moon
July 20, 1969
Con questa frase l’astronauta Neil Armstrong, il primo uomo della storia a posare il piede sul nostro satellite, faceva avverare uno dei tanti sogni dell’uomo inerenti il volo e lo spazio; in quel momento tutti coloro che oggi possono dire “io c’ero”, pensarono che ormai nulla si poteva frapporre alla conquista del cosmo (quanto ci sbagliavamo); comunque fu una grandissima emozione per chi come me, allora ragazzino di 10 anni, ascoltando il commento in diretta di Tito Stagno “…L’Aquila è allunata…”, immaginava che la conquista di nuovi mondi, come nei film di fantascienza, ormai era qualcosa che sarebbe avvenuta in breve tempo e, il giorno dopo fantasticare con i compagni di gioco e di scuola con cui si passavano le vacanze scolastiche, su nuovi mondi, immaginando navi spaziali come quelle che si potevano vedere nei fumetti di Flash Gordon, riapparso in una riedizione, pochi anni prima e di cui possedevamo alcune copie.
Come ho già detto l’emozione fu grande, seguire passo-passo questa fantastica avventura (iniziata anni prima dalla NASA con il programma APOLLO), dalla partenza (16 luglio alle 9,32 del mattino) del titanico razzo vettore SATURNO V, mentre si stacca lentamente dal Launch Complex 39 al John F. Kennedy Space Centre, e gradatamente prende quota e velocità, seguito da una colonna di fuoco e fumo che lentamente si dirada, seguire le delicate fasi dello sgancio dei primi stadi fino all’immissione in orbita terrestre per sfruttare l’effetto fionda della gravità per essere catapultati sulla rotta verso la Luna.
Le immagini che allora potevamo vedere in bianco e nero, traballanti e sfocate che ci arrivavano dallo spazio, a documentazione delle giornate trascorse dall’equipaggio, in quell’angusto, claustrofobico spazio che era il modulo di comando (nelle foto del modello Revell in scala 1/96, è quel triangolino che sembra dorato in cima al metro e 15 cm dell’intero modello), che al momento della partenza si trovava a più di cento metri da terra sulla sommità del più grande razzo mai costruito dall’uomo; con un’abitabilità pari a zero, privo di confort e dove la sola possibilità di muoversi era andare nel LEM (una volta agganciato all’attracco sul muso del modulo comando). Lo Space Shuttle al confronto è confortevole e spazioso come una suite dell’Hotel Hilton.
Tre uomini: il comandante Neil Armstrong, il pilota del modulo comando Mike Collins (che resterà in orbita lunare) e il pilota del modulo lunare Buzz Aldrin; confinati per 8 giorni , 3 ore, 18 minuti 35 secondi in spazi ristretti gomito a gomito tranne che per le due ore e mezza “d’aria” di attività extraveicolare sulla Luna godute da Armstrong e Aldrin, la permanenza totale sul suolo lunare fu di 21 ore e mezza.
La ricongiunzione in orbita lunare con il modulo di comando pilotato da Collins, e l’inizio del viaggio di ritorno verso la Terra.
La prima missione lunare terminò il 24 luglio 1969, quando la capsula Apollo ammarò nell’Oceano Atlantico appesa a tre paracadute alla velocità di 362 Km/h.
Il kit del Saturno V della Revell, da me realizzato, è un notevole modello in scala 1/96 dell’altezza complessiva di 1m e 15 cm; scomponibile nei suoi tre stadi più il modulo comando, la capsula Apollo e contenente il LEM, che può essere alloggiato con le gambe ripiegate nel tronco di cono che sta dietro al modulo comando o allunato, realizzando un semplicissimo diorama con tanto di astronauti.
La realizzazione non è particolarmente difficoltosa, l’unica “difficoltà” è costituita dall’ingombro complessivo del modello via, via che si assemblano i diversi stadi e li si incastra (senza incollarli) insieme e, dalla fragilità del modello così assemblato.
L’impatto visivo nell’insieme è certamente impressionante, se si accosta alla base del razzo il LEM con le miniature dell’equipaggio, ci si rende pienamente conto dell’imponenza della macchina e di quanta potenza sia stata necessaria per mandare a soli 300.000 Km circa dalla Terra tre soli uomini.
In conclusione, questo modello che comprato e montato nell’estate dell’anno scorso (2009) in occasione del 40° anniversario del 1° allunaggio, mi ha riportato indietro nel tempo quando bambino, incantato davanti allo schermo TV, ignaro degli altri milioni di persone che seguivano lo stesso avvenimento, stavo a bocca aperta a vedere quelle figure in tuta bianca saltellare sulla superficie polverosa della Luna scrivendo una pagina di storia.
Modulo comando + alloggiamento LEM
Capsula
Modulo comando
Saturno 3° stadio
Saturno 2° stadio
Saturno 1° stadio
Motori 1° stadio