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Nacque a Detroit il 4 febbraio 1902, fin dell’infanzia fu attratto dalla meccanica più che dalle materie scolastiche.
Nel 1918 entrò nella scuola di ingegneria dell’università dell’Wisconsin ma la lasciò senza terminare gli studi; appassionato di aerei si iscrisse alla scuola di volo della Nebraska Aircraft Corp. dove nel 1922 ricevette il battesimo del volo.
Nel 1924 entrò alla scuola di volo militare del Brooks Field; quando ne uscì fu assegnato a un reparto da caccia; poi con il grado di sottotenente passò alla riserva.
Lindberg partì per St. Louis, dove la Robertson Aircraft Corp. gli offrì un impiego.
Così mentre collaborava all’addestramento dei piloti della Guardia Nazionale del Missouri, contemporaneamente condusse la dura vita dei piloti postali, sulla rotta St. Louis-Chicago.
Fu durante uno di questi voli solitari che concepì l’idea di una trasvolata dell’Atlantico Settentrionale, allettata anche dai 25.000 $ messi in palio fin dal 1919 da un milionario americano, per il primo volo senza scalo New York-Parigi.
Inizialmente Lindberg si orientò su un monoposto Bellanca con motore radiale Wright Wirlwind da 220 cv, ma anche con l’appoggio di commercianti e industriali di St. Louis non riuscì a raccogliere denaro sufficiente per l’acquisto dell’aereo.
Rispiegò quindi su una macchina meno costosa, offertagli da una allora semisconosciuta fabbrica di San Diego, la Rayan.
Il 28 febbraio 1927, Lindberg concluse il contratto per un monomotore monoposto a cui diede poi il nome di "Spirit of St. Louis".
Una volta in possesso dell’aereo, ebbe inizio una lunga e minuziosa preparazione del volo.
Iol 12 maggio, il Rayan, immatricolato NX-211, atterrava al Curtis Field di New York e il giorno 20 alle 7 e 52 del mattino, carico di benzina fino all’inverosimile (1703 litri, con l’aggiunta di 75 litri di olio), decollava dal Roosvelt Field per il grande volo.
L’aereo, definito dai cronisti "... Una cisterna di benzina con dentro un pilota... ", decollò a fatica, Lindberg cercò di tenerlo basso sulla pista pere prendere quota subito dopo la testata per evitare una pericolosa linea telefonica: la superò di pochi metri.
La lunga trasvolata era iniziata.
La sfida era la resistenza della macchina ma anche quella dell’uomo.
Bisognava stare sempre all’erta, unico strumento di navigazione era una bussola e occorreva sorvegliare che l’ago rimanesse in rotta.
Attraversare tremila km di mare aperto era un’impresa terribile per la monotonia del procedere a non più di 180 km/h. dopo 17 ore di volo, quando gli occhi incominciavano a vedere male e il sonno era in agguato, Lindberg vide sotto di se alcuni pescherecci; riuscì a comunicare con i pescatori, planando con il motore al minimo, gridando sporgendosi dalla carlinga: " Dov’è l’Irlanda?’", con quanto fiato avesse e la risposta venne.
Un gesto col braccio ma era quanto gli bastava.
Diede manetta e l’aereo riprese quota; la meta si avvicinava.
Finalmente alle 22 e 22 del 24 maggio lo "Spirit of St. Louis", toccava la pista dell’aeroporto parigino di Le Bourget.
Cinquantamila persone entusiaste lo stavano aspettando.
Lindberg aveva coperto i 5700 km fra New York e Parigi in 33 ore e mezza.
Il modello che fa da cornice a questa impresa è il Revell in scala 1/48 montato da scatola.
L’effetto fresa sulla capottatura motore e ogiva dell’elica è realizzato mediante l’utilizzo delle decalcomanie fornite in scatola, peraltro a mio avviso piuttosto belle e realistiche, la colorazione è stata eseguita ad aerografo con argento 11 Humbrol, passato poi con metal cote per rendere un effetto più realistico del metallo naturale.
Lo sfondo l’ho volutamente lasciato in bianco e nero in quanto foto d’epoca.