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Queste poche righe le voglio dedicare a uno dei tanti "Militi Ignoti" che hanno dato il loro piccolo contributo, anche a rischio della vita, durante la II G.M., mio papà, classe 1925,
Ho legato il suo nome al mitico S-79 Gobbo Maledetto, perché ha avuto il privilegio, pur non essendo pilota, di poter volare su di esso, di toccarlo e manutenerlo per più di un anno, prima di disertare e passare nelle file partigiane, combattendo e rimanendo ferito due volte prima della liberazione dai nazi-fascisti,
Nato a Niguarda (oggi rione di Milano) il 9 marzo 1925 allo scoppio della guerra, 10 giugno 1940, si trova occupato presso le industrie Breda, a Bresso, nel reparto aeronautico, come controllore della strumentazione di bordo, per questa sua specializzazione, al compimento del diciottesimo anno (9 marzo 1943), viene arruolato in aeronautica e, dopo un breve periodo di addestramento, inviato prima all’aeroporto di Bresso e, in seguito come aviere di governo con l’incarico della manutenzione e controllo della strumentazione di bordo, prima sui caccia MC 202 e 205 poi anche sugli S-79, al Campo della Promessa di Lonate Pozzolo, così come era stato battezzato da Gabriele D’Annunzio:
"Per tutte le mani che si levarono al sole inermi eppur lucenti come armi forbite, io, capo degli stormi di Cattaro, di Pola, di Vienna, comandante di Fiume e di Zara, do oggi al campo di Lonate il nome di Campo della Promessa,
Lonate 11 marzo 1926"
Su quell’aeroporto si avvicendarono piloti (Burei, Carestiato, Faggioni, Visconti, Marini) ed aerei che fanno parte della storia dell’Aronautica Militare: il bombardiere Fiat B.R. 20, gli aerosiluranti Savoia-Marchetti S.M. 79 ed i caccia Macchi M.C. 200, M.C. 202, M.C. 205, costruiti presso l’Aeronautica Macchi di Varese e poi trasportati a Lonate per montaggio e successivo collaudo,
All’armistizio dell’8 settembre, papà, si trova a Lonate dove rimarrà fino all’estate del ’44, testimone di una delle ultime pagine gloriose della nostra aeronautica, la missione comandata dal cap. Marino Marini su Gibilterra, con l’impiego di dieci S-79 di cui ne torneranno alla base sette; sulla via del ritorno tre velivoli per mancanza di carburante, atterrarono in Spagna per far rifornimento e vennero internati fino alla fine della guerra,
Durante questo periodo riuscì anche a fare qualche violetto in solitaria su di un SAIMAN 202 piccolo aereo da collegamento che spesso era a disposizione degli ufficiali superiori dei reparti per spostamenti di servizio, papà con la scusa del controllo degli strumenti di bordo ne approfittò per realizzare il sogno della fanciullezza: volare (cose queste che accadono in guerra ai giorni nostri penso sia impensabile una cosa del genere),
In questo periodo, incominciò a maturare il pensiero di disertare e andare ad unirsi alle formazioni partigiane e, all’inizio dell’autunno del ’44 insieme ad alcuni commilitoni mise in pratica questo pensiero andando sulle prealpi del varesotto passando così nelle file partigiane,
In questi mesi, fino al 25 aprile 1945 giorno in cui si trovò a Milano come staffetta partigiana, ebbe modo di affrontare scontri a fuoco contro forze nazi-fasciste, durante i quali riportò due ferite, fortunatamente non gravi e patendo anche freddo e fame, spesso si sfamavano con delle castagne trovate in qualche baita ed erano costretti a procedere, durante gli spostamenti per sfuggire ai rastrellamenti, con la neve anche a mezza gamba,
Questa molto in breve, è stata "l’avventura" di mio papà durante la Seconda Guerra Mondiale, l’avventura di un uomo semplice che comunque ha fatto la sua parte, seppur piccola, per un’Italia libera,
Il modello del S.M.79 illustrato in questo articolo è il Trumpeter in scala 1/48, modello assolutamente non per principianti che racchiude in se notevoli difetti, primo fra tutti la scarsità di particolari sia interni che esterni, se non si vuole troppo "faticare" si può montare da scatola tutto "chiuso" perdendo però dettagli e movimento,
Se invece si vuole avere un modello un po’ più realistico ci si deve avvalere delle fotoincisioni Eduard, dedicate proprio al modello Trupeter,
Personalmente le ho comprate tutte:
Inoltre regalate dall’amico e modellista Marco, le 49017 cinture di sicurezza italiane preverniciate, di ottimo impatto visivo,
Devo dire che comunque le fotoincisioni della Eduard, pur essendo di buona fattura per alcune cose difettano, ad esempio la scaletta l’ho ricostruita con profilati Evergreen maggiormente tridimensionali, rispetto alle fotoincisioni, e alcuni particolari che comunque sarebbero risultati invisibili una volta completato il montaggio non sono stati utilizzati,
Il sistema di fissaggio dei siluri è stato realizzato con "tecnica mista" fotoincisioni più Evergreen,
Anche le decalcomanie meritano in accenno, quelle di scatola sono da eliminare, quindi l’acquisto cade sulle decal Skymodel dedicate:
Che hanno il difetto di includere versioni della A.N.R., senza però le insegne alari, nonché il solito imbarazzo della scelta del soggetto da riprodurre,
La colorazione è stata effettuata con i soliti smalti Humbrol,
Per le superfici superiori:
Per le superfici inferiori
Le ogive delle eliche in grigio gabbiano Humbrol 128, mentre per i siluri ho usato l’Alclad ALC-103 Dark Alluminium,
Per gli interni ho usato l’acrilico Lifecolor UA 116 Italian Interior Green,
La versione scelta rappresenta un esemplare della 278ma Sq. Aut. A.S. Sicilia 1941; recante l’insegna in fusoliera con il famoso motto "Pauci sed semper immites"; squadriglia in cui militò anche il grande Buscaglia,
Veniamo all’ambientazione, i figurini usati sono gli ottimi Hecher&Goros in metallo numero: KSHG 20 e KSHG 71,
Inoltre ho usato alcuni figurini ICM regalatimi dall’amico Marco, come pure i bidoni di carburante,
Il tavolo da lavoro, le taniche e le casse i teloni provengono dal "magazzino" dei pezzi avanzati,
I blocchi davanti alle ruote sono stati creati con del milliput e poi "uniti" con un pezzo di cotone da cucito,
Il carrello del siluro è autocostruito (come avveniva pressi i reparti operativi) come pure i teli mimetici posti sull’aereo e sul muretto ricavati da due pezzi di fazzolettini di carta lavati con acqua e vinavil e poi debitamente colorati,
Per la basetta ho utilizzato una cornice 30x40 (di cui mi si era rotto il vetro), sulla quale ho creato con del polistirolo un terrapieno arricchito con un muretto e sacchetti di sabbia paraschegge Tamyia in scala 48.
Il muretto è stato verniciato con una base di rosso mattone 70 su cui sono stati aggiunti, una volta asciutto dei color ocra , marrone ruggine scuro e terra per differenziare i mattoni, e dopo una passata di cera un lavaggio con grigio chiaro diulitissimo per simulare il cemento tra i mattoni,
I pali che reggono il terrapieno sono stati ricavati da dei legnetti per spiedini che sono stati "sottoposti alle intemperie" dando con tecnica dry brush diversi toni di marrone,
Sulla basetta e sul terrapieno ho applicato stucco per legno e colla vinilica diluita con acqua su cui, successivamente, ho cosparso della sabbia fine e qualche sassolino,
I cespugli provengono da accessori per modellismo ferroviario come pure le chiazze d’erba, che sono state poi passate con del color terra chiaro per dare una sensazione di erba secca (ricordiamoci che siamo in Sicilia),
Il terreno è stato "lavato" con del grigio chiaro ad olio per impolverarlo maggiormente, e delle passate in dry brush con smalto grigio scuro e terra per dare un effetto tridimensionale, il tutto sigillato con del trasparente opaco spray Tamia,
Concludendo, la realizzazione di questo lavoro mi ha impegnato abbastanza, ma è stata fonte di divertimento e soddisfazione,
Buon modellismo a tutti.