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Storia del programma
Nel 1979 Inghilterra e Germania iniziarono a lavorare sul programma ECF (European Combat Fighter) per un nuovo caccia da superiorità aerea, come risposta europea ai caccia USA F-15/16/18 e di affrontare con successo i caccia sovietici tipo MiG-29 e Su-27.
Nel 1980 la Francia fece una breve comparsa nel programma, un anno dopo il suo posto fu preso dall’Italia.
Il programma ECF cambiò in ACA (Agile Combat Aircraft).
I primi disegni ce lo presentavano con una presa d’aria a doppia sezione ventrale, bimotore, con formula alare delta canard e doppia deriva verticale.
Nel 1982 comparve un dimostratore tecnologico, denominato EAP che sarebbe servito come banco di prova per il futuro velivolo, esso fece il suo
L’EAP montava due motori RB199 (gli stessi del Tornado), ha compiuto 259 voli finiti nel 1991.
Nel 1983 ci fu ancora un tentativo di aggregazione da parte della Francia che però viste le richieste avanzate sia in termini di compartecipazione che di caratteristiche dell’aereo, fallì nuovamente; si aggregò anche la Spagna, questo nuovo programma prese il nome di F/EFA (Future European Fighter Aircraft), questo programma nel 1985 fu cancellato ma subito resuscitato con il nome di EFA: i partecipanti erano Gran Bretagna, Germania, Italia e Spagna, riuniti nel consorzio industriale Eurofighter.
Nel 1992, il programma affrontò una difficile crisi, che lo mise quasi in abbandono: la Germania, ufficialmente preoccupata del vertiginoso aumento dei costi ma, in realtà a causa dei cambiamenti geopolitica conseguenti alla caduta del Muro di Berlino e dalla costosissima riunificazione delle due Germanie, fu sul punto di abbandonare il programma; cosa questa, visto il contributo tedesco di circa un terzo dell’intero pacchetto, che avrebbe determinato l’impossibilità del progetto EFA di sopravvivere.
Per questa ragione gli altri partner, proposero una riduzione nelle capacità dell’aereo determinandone la riduzione dei costi, questa proposta fu accolta dalla Germania e il programma fu salvo.
Il progetto fu ribattezzato N/EFA (N per New), ma nel dicembre 1992 il nome cambiò ancora e divenne definitivamente Eurofighter 2000.
Nel 1998 ricevette la designazione ufficiale di Typhoon e quello stesso anno furono firmati i contratti per la produzione della prima Tranche di serie.
Il Typhoon conserva la configurazione dell’EAP: ala a delta canard, presa d’aria ventrale squadrata suddivisa in due sezioni, singolo timone verticale.
Il sistema di controllo di volo è full-digital, la propulsione è assicurata da due turbofan EJ200 i cui primi esemplari si sono resi disponibili nel 1995, il sistema avionico è incentrato sul radar ECR-90 Captor e sulla suite di protezione elettronica DASS.
Il velivolo è costruito sia nella variante mono e biposto da conversione operativa; la produzione è articolata in Tranche e ulteriormente suddivisa in lotti e blocchi:
I totali di queste Tranche potrebbero non essere sicuri, la ragione di questa incertezza sta nel fatto che il Typhoon, pur essendo un velivolo superbo, appartiene sostanzialmente alla generazione dell’F-16, MiG 29 e Su 27, senza avere quelle spiccate caratteristiche Stealth che sono presenti nei caccia dell’ultima generazione F-22 e F-35.
L’Eurofighter, si è portato a casa alcuni significativi successi di esportazione: Austria (15), Arabia Saudita (72) e Oman (12 a partire dal 2017).
Capacità di combattimento
Il Typhoon ha un’agilità eccezionale, malgrado le dimensioni, il velivolo ha dimostrato di volare ad angoli di attacchi superiori ai 35 gradi e di "tirare" fino a 9G, nonché di avere una creta capacità di volo in supercrociera (cioè a velocità supersonica), ad alta quota.
Purtroppo queste prestazioni sono parzialmente degradate dalla necessità di trasportare esternamente i missili aria-aria e gli altri carichi bellici.
La suite avionica è eccellente, il radar multimodale ECR-90 ha dimostrato ottime qualità ed è in grado di vedere un caccia a 160 km e di inseguire fino a venti bersagli contemporaneamente, con un’elevata resistenza alle contromisure elettroniche.
Anche il sistema d’arma è particolarmente sofisticato, il caccia ha integrato il cannone ed una capacità preliminare di utilizzare missili aria-aria classe AMRAAM, Sidewinder e ASRAAM.
Nel tempo è prevista l’integrazione di piene capacità di armamento ed in particolare dei missili aria-aria Meteor e Iris-T nonché svariati tipi di armi aria-terra, come i missili Storm Shadow, gli antiradar ALARM, bombe a guida laser, missili antinave Penguin e Harpoon, anticarro Brimstone e bombe a guida GPS.
Il kit
Malgrado la fama e la diffusione dei kit Revell, personalmente mi sarei aspettato qualcosa di più da un kit relativamente nuovo, sia in termini di precisione che di incisione.
Numerosi pezzi si presentano con bave e imprecisioni dello stampo; i raccordi, soprattutto quelli alari sono imprecisi e richiedono una notevole dose di stucco per pareggiare e riempire la linea di unione con la fusoliera, le pannellature pur in negativo sono abbastanza fini ma non eccezionali; i componenti dell’abitacolo sono piuttosto grossolani, personalmente ho preferito "spianare" gli strumenti presenti ed utilizzare le fotoincisioni Eduard 49367 per interni ed esterni, dedicate al kit Revell monoposto che, contrariamente al set per il biposto non contengono i pannelli di protezione per le prese d’aria, altra pecca di questo kit, in quanto piuttosto spartane e non a mio avviso belle (quindi sarebbe meglio chiuderle, tanto più se si fa il modello parcheggiato).
Altro aftermarket usato per questo kit sono state le mask Eduard EX-191 per la preparazione alla verniciatura dei trasparenti.
Anche le istruzioni di montaggio non sono sempre chiarissime.
Iniziato il montaggio dall’abitacolo ed utilizzate le fotoincisioni precolorate, il realismo dello stesso acquista spessore; a parte i difetti sopradescritti, una volta preparati i pezzi, puliti dalle bave; il montaggio procede abbastanza agevolmente, salvo l’inserimento delle prese d’aria che richiedono un certo lavoro di adattamento al fine di far combaciare la fusoliera e la parte inferiore delle ali; aggiunte le parti superiori delle stesse si deve fare il lavoro di raccordo con lo stucco detto prima.
La verniciatura è stata ottenuta con i seguenti colori, dopo aver naturalmente steso una mano di primer:
Ad asciugatura avvenuta ho evidenziato i pannelli e le varie prese d’aria con la grafite, "tirandola" un po’ per sfumarla con un vecchio pennello; due mani di cera in preparazione alla posa delle decal.
Le decal di questo kit sono abbastanza belle, permettono di riprodurre gli aerei di tre reparti britannici, due tedeschi, uno austriaco, uno italiano e uno spagnolo.
Personalmente (e non poteva essere diverso), ho optato per l’esemplare italiano del 4º Stormo 9º Gruppo di Grosseto identificativo ottico 4-6 pilotato dal Cap. M. Maurizio nel 2005, l’armamento scelto è stato quello da intercettazione composto da due missili AIM-9L Sidewinder, recuperati dal set Aircraft weapons C della Hasegawa cod: X48-3 applicati ai piloni subalari esterni e da quattro AIM-120B AMRAAM, di scatola, semi annegati sotto la fusoliera, più un serbatoio supplementare da 1000lt. applicato al pilone centrale sotto la fusoliera.
Visto il numero di stancil e le insegne proprie della versione italiana, la posa delle decal ha richiesto diverse ore, comunque la buona qualità delle stesse ha permesso di nascondere il film trasparente di supporto.
Dopo aver steso un ultimo strato di cera per sigillare il tutto ho dato una passata di opaco trasparente con l’aerografo a completamento.
Il figurino che fa da contorno al modello è della ditta Ceca Plus Model no. AL4011, colorato con H91 di fondo e schiarito con H31 e H31 + H34; sarebbe un pilota USA di F-16, adattato.
La scaletta e i tappi anti FOD nelle prese d’aria, sono autocostruiti con plasticard, profilati Evergreen e tondini di ottone della Lion Roar.