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Chi di noi giovani adulti non si ricorda la mitica serie TV: Spazio 1999, forse qualcuno a cui non piace la SciFi, ma penso che parecchi di noi se la ricordino, anche perché è stata definita da molti, come una delle serie di genere tra le più belle e realistiche.
Quando la nostra Luna abbandona l’orbita terrestre, a causa di un’esplosione nucleare dovuta all’ammasso incontrollato di scorie radioattive sulla superficie lunare il giorno 13 settembre 1999, inizia l’odissea della Base Lunare Alpha e di tutti i suoi occupanti che verranno in seguito chiamati Alphani.
Le versatili astronavi da trasporto chiamate "Aquila", equipaggiate di cannone laser di difesa, sono i principali mezzi di trasporto spaziale della Base Lunare Alpha, di cui possiede una flotta e sono spesso usate per esplorare pianeti alieni che vengono incrociati durante il girovagare della Luna nello spazio; inoltre hanno il compito di difendere la base grazie all’armamento laser di cui sono dotate, infine trasportano materiali da e verso la base lunare.
Le navi sono modulari e sono costituite da tre principali sezioni: il modulo di comando, il modulo passeggeri o altri pod di servizio (trasporto VIP, modulo di soccorso, ecc.) e le sovrastrutture che comprendono: i pattini di atterraggio, i corridoi di passaggio, il compartimenti di poppa, i serbatoi del combustibile e il sistema primario di propulsione.
Il modulo di comando ha anche la possibilità di fungere da modulo di salvataggio oppure in caso di necessità accoppiarsi con una nave gemella.
Tutte le "Aquile" sono equipaggiate con un sistema di gravità artificiale.
I moduli intercambiabili differiscono in base alla missione che si deve svolgere:
- passeggeri: il modulo passeggeri standard, generalmente disarmato, viene utilizzato per il trasporto del personale della base lunare, per un massimo di otto persone.
- ricognizione: questo modulo viene utilizzato per l’esplorazione di pianeti alieni e regioni dello spazio, equipaggiato con potenti computer e sensori atti ad analizzare atmosfere, minerali ed eventuali campioni biologici.
- VIP: di colore arancio, è usato per il trasporto di personalità di spicco (usato raramente).
- soccorso: riconoscibili per le bande verticali bianche e rosse; sono equipaggiati con diversi tipi attrezzature di soccorso e salva-vita.
- trasporto/rifornimento: usato per il trasporto di rifornimenti ed altre attrezzature, possono essere trasportate anche passeggeri in forma limitata.
- laboratorio: dotati di un equipaggiamento di natura maggiormente scientifica rispetto a quelli da ricognizione.
- combattimento: malgrado le "Aquile" non siano state progettate principalmente per il combattimento, esse possono venir equipaggiate con cannoni laser e lanciatori di missili in caso di necessità difensive.
L’Aquila è equipaggiata con motori a fusione nucleare e trasporta carburante di riserva per 48 ore di volo. Il campo di forza per la gravità artificiale costruito attorno all’Aquila le permette di accelerare fino al 15% della velocità della luce (circa 45000 km/sec), aumentando il raggio di missione massimo (con le riserve di combustibile) di diversi giorni luce.
L’Aquila ha anche la capacità di entrare nell’atmosfera di un pianeta con gravità terrestre, atterrare usando i motori a combustibile chimico e decollare per tornare alla base lunare; il carburante in dotazione permette atterraggi e decolli multipli prima di necessitare di rifornimento, ha inoltre in dotazione ulteriori quattro motori per aumentare la potenza dei motori verticali principali in caso di corpi celesti con gravità superiore alla norma.
Come già accennato l’Aquila non è stata progettata come astronave da combattimento, alcune Aquile però sono state dotate di emettitore laser e un equipaggiamento standard di missili spazio-spazio. Durante le peregrinazioni spaziali, fu approntata una variante dell’Aquila, indicata come Mark IX Hawk, disegnata specificatamente per il combattimento, più veloce, manovrabile e meglio armata dell’Aquila.
Le Aquile sono pilotate generalmente da due astronauti addestrati, anche se può essere pilotata da un singolo uomo dal sedile di destra.
Le dimensioni sono di circa 21,6 metri di lunghezza per 7,5 metri di larghezza, altezza 4 metri circa; i moduli circa 8 metri di lunghezza per circa 4 di larghezza, altezza 2,5.
Il kit di semplice montaggio, necessita però di molto tempo per togliere imperfezioni e bave; il montaggio è articolato in sottoinsiemi che vanno poi uniti a formare la struttura dell’Aquila, il modulo può essere mantenuto staccato.
Ho effettuato le seguenti modifiche, aggiunta di tubi collettori dall’astronave ai serbatoi e altri collettori tra i vari serbatoi; ho inoltre allungato le zampe di atterraggio che in base alle foto erano troppo compresse.
Per dare un po’ di colore, ho scelto di colorare i serbatoi di rosso, colore non proprio comune sulle Aquile e di utilizzare il modulo V.I.P. che nella serie televisiva si vede raramente.
La colorazione dell’astronave, dopo aver applicato il primer bianco, l’ho spruzzata completamente di nero ad aerografo, previa mascheratura, per simulare la struttura tubolare, di zone piene per mantenerle nere; ad aerografo ho applicato il grigio chiaro H147 e successivamente con tecnica drybrush il bianco sui tubi per dare maggior profondità.
Per il V.I.P. pod ho usato l’H82 orange con inserti color alluminio a delimitare il portellone e le finestrature superiori; l’ho mantenuto praticamente nuovo, vista il suo raro utilizzo.
La basetta, ottenuta da un pezzo di legno massello ha un diametro di 32 cm per 2cm di altezza, è stata rivestita di plasticard da 0,25mm di spessore su cui ho inciso la "croce rossa" che simula il montacarichi di decollo della Base Lunare Alpha, suddiviso in pannelli asimmetrici per dare più movimento e separato dagli archi di cerchio neri che, con le loro luci di atterraggio limitano il perimetro del montacarichi.
Su un lato ho costruito con del plasticard da 1mm di spessore, il terminal di imbarco del personale.
La colorazione della basetta, dopo primer bianco per il montacarichi e il terminal e primer grigio per la parte fissa, è stata ottenuta, dopo preshading nero e mascheratura di piccole zone, per il montacarichi con H73 vinaccia, per le parti fisse con H33 nero opaco e per il terminal con H147 grigio chiaro.
Le luci di atterraggio le ho ricavare dai pezzi trasparenti delle luci di posizione degli F-104 in 48 non utilizzate, dopo aver applicato una piccola goccia di giallo nell’incavo interno.
Le dimensioni della basetta, purtroppo per ragioni di spazio in vetrina, sono molto inferiori a quello che avrebbero dovuto essere per una resa in scala, il diametro corretto sarebbe dovuto essere di 44cm, ho dovuto ridurlo a 32, ben sei centimetri in meno per ogni lato, con queste misure la resa scenica sarebbe stata sicuramente migliore.
Le notizie sull’Aquila sono tratte da Wikipedia, se foto sono come di consueto di mia figlia Sara.