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Kit Italeri scala 1/48
Cari amici, l’avventura di questo modello inizia nel novembre 2014, quando alla Fiera Modellistica di Bologna, la nostrana Italeri presentò questo kit. Noi aeroplanaro amanti delle ali tricolori in prima battuta penso lo accogliemmo bene (il prezzo fiera era appetibile, solo 20€), sennonché, aprendo la scatola, ci accorgemmo dell’inganno: infatti altri non era che il vecchio kit ESCI reiscatolato, con tutte le pecche e le manchevolezze di un kit di 25-30 anni fa.
Dopo la lunga attesa sullo scaffale dei miei modelli da realizzare, a metà settembre finalmente arrivò il suo turno; avevo precedentemente ampiamente ricercato sull’WEB immagini di particolari, di kit realizzati da modellisti senza dubbio più bravi dello scrivente, rispolverato le monografie in mio possesso e dei pochi aftermarket che il mercato dispone riferiti a questo glorioso aereo: il seggiolino MB. Mk4 della Pavla e le bruttissime mask della Montex specifiche per il G91 Italeri che non corrispondono nel modo più assoluto alle misure richieste per mascherare i trasparenti e che mi hanno costretto a ricorrere ai vecchi metodi dei profili fatti con nastro Tamyia riempiti di Maskol.
Ma andiamo per gradi: ho iniziato con il ricostruire completamente la strumentazione e le consolles laterali (quelle originali erano dei piccoli pezzi di plastica blu lisci a cui andavano applicate delle decal, pure brutte), nonché a completare l’abitacolo, aggiungendo la paratia posta dietro al seggiolino, aggiungendo parte dell’avionica posta dietro ad essa e l’alloggiamento del martinetto che solleva il cupolino.
crucotto e consolles originali
crucotto e consolles rifatte
Al seggiolino, sono state aggiunte le maniglie di espulsione poste sopra la testa ed in mezzo alle gambe del pilota, i blocca gambe e il nastro rosso della sicura da rimuovere prima del volo.
I pozzetti dei carrelli e degli air-brekets (visto che a terra come altri aerei dell’epoca rimanevano aperti), sono stati dettagliati con cablaggi e martinetti vari.
Al cupolino sono stati aggiunti i traguardi di mira fotografici laterali, le luci che illuminano il cruscotto, i blocchi di chiusura e gli specchietti retrovisori; mentre al parabrezza, una maniglia per facilitare l’ingresso all’abitacolo e la bussola magnetica di riserva.
La palpebra sopra al cruscotto è stata allungata con pezzetti di plasticard, in modo da far ombra agli strumenti e, sopra di esso è stato incollata un pezzo di palpebra di recupero debitamente adattata su cui è stato simulato il collimatore 83-A3.
Anche i carrelli avrebbero dovuto essere rifatti ma ho sorvolato, aggiungendo solo i tubetti dell’impianto idraulico.
I flap sono stati tagliati, il bordo di attacco ricostruito e posizionati abbassati; anche il direzionale è stato sezionato, anche se rimontato diritto, ma risulta in questo modo più realistico.
Altri rifacimenti sono stati il tubo di pitot e le quattro mitragliatrici Colt-Browning M3 da 12,7, rifatti entrambi con aghi intramuscolari di diversi calibri, all’interno di quello usato per il pitot, ho inserito un tondino di ottone da 0,5 mm per creare il terminale.
La lucina anticollisione dorsale è stata sostituita con un pezzo trasparente cilindrico recuperato nella banca pezzi a cui è stata applicata una piccola goccia di rosso all’interno; sono state rifatte anche le luci anteriori si atterraggio, scavando nel pezzo del portello, applicando l’H191 cromo e chiudendo con una goccia di Cristal Clear.
Infine è stata aggiunta una piccola presa d’aria ausiliaria sulla parte superiore sinistra della fusoliera vicino alla radice del timone verticale.
I pannelli sono stati completamente reincisi, visto che lo stampo era in fine positivo; le rivettature sono state rimosse laddove risultavano di pura fantasia, mantenendo in rilievo solo quelle realmente esistenti.
La scaletta e i blocchi delle ruote, sono stati realizzati con tondini di ottone, piegati ed incollati con la ciano (in quanto non sono assolutamente capace di eseguire delle microsaldature).
Il pilota è l’ormai più che strausato Plusmodel AL4017, già visto accanto ad un paio di 104, a cui ho "tagliato" i baffi per differenziarlo dagli altri, il casco è di recupero (non ricordo da cosa).
La verniciatura, effettuata ad aerografo con i fedeli smalti Humbrol è stata ottenuta usando, dopo aver steso il primer fine grigio Tamyia e un preshading con nero, per le superfici superiori l’H125 grigio scuro e l’H116 verde scuro desaturati con bianco e giallo rispettivamente.
Le superfici inferiori, invece, dopo aver annerito tutta la parte inferiore, con l’Alclad 101 alluminium.
I pozzetti dei carrelli e degli aerofreni, dopo una mano di H78 verde interni, sono stati desaturati con H31 slate gray e dato tridimensionalità con marrone scuro acrilico molto diluito.
Gli interni dell’abitacolo sono stato realizzati con H128 grigio gabbiano e i pannelli, strumenti ecc. con H33 nero opaco.
Le decal usate sono le Tauro dedicate a questo aereo, nei vari fogli necessari (coccarde, stencils, N° individuali, insegne di reparto).
I colori sono quelli della 51° Aerobrigata di base ad Istrana (Treviso), nel 1966, dove per un breve periodo anche i G91R hanno volato, formando la famosa triade: F86K, G91R, F104G a protezione dei nostri cieli.
Questo "Gina" è stato per le mie capacità, indubbiamente un modello impegnativo, fortunatamente, le piccole dimensioni, mi hanno sicuramente facilitato il lavoro.
Il solito grazie a mia figlia Sara per le foto e alla vostra pazienza che sopportate ancora i miei "pastrugni".