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Il Breda 39 era un velivolo che doveva svolgere compiti di addestramento e collegamento, esso fu prodotto in due versioni simili che si differenziavano soprattutto per i propulsori che davano alla prua aspetto diverso, oltre al disegno della pianta alare, ovvero i Breda 33 e 39, quest'ultimo anche in versione S. Il primo con un motore De Havilland Gipsy III da 120 CV , il secondo con motore Colombo S 63 da 130 CV la versione 39 più performante e veloce viene presentata nel Settembre 1932: il biposto partecipa al circuito delle Oasi, effettua un lungo raid lungo tutta la penisola e negli anni successivi si classifica quasi sempre ai primi posti in molte competizioni sportive.
Il nuovo velivolo, oltre agli esemplari destinati a clienti privati in Italia e all'estero, è assegnato nel consistente numero di sessanta macchine a reparti militari per compiti di collegamento, furono realizzati anche due esemplari M.M. 254/255 a tre posti, (versione S) sempre in tandem.
L'aereo aveva un'apertura alare di 10,48 m una lunghezza di 7,58 m superficie alare di 15,00 mq e un peso totale di 730 Kg.
Del 39 e 39 S ne furono prodotti un centinaio di esemplari.
L'esemplare che ho riprodotto è quello che si vede in foto, facente parte della R.U.N.A. di Forlì, L. Ridolfi, quindi un velivolo con marche civili oltre alla M.M. 55859.
La livrea, appare costituita da fusoliera e deriva color cachi avorio chiaro, vivacizzata da una striscia rossa sulle fiancate, al cui apice anteriore figura lo stemma della predetta R.U.N.A. e la velatura in alluminiata, (così l'ho interpretata) L'aereo era intitolato ad onorare certo Nino Todeschini, pilota forse deceduto o decorato durante le operazioni in Etiopia o in Spagna (?)
Il kit in scala 1:72 è dell'ormai scomparsa ditta d'oltralpe Dujin in resina, è noto che questa ditta ebbe il merito di trattare numerosi e rari soggetti italici ma, per essere indulgenti, di fattura di certo non competitiva con gli standard attuali, ho cercato perciò di ottimizzare il risultato come meglio ho potuto.
Esistono anche i kit di ambo le versioni della Choroszy Modelbud di miglior fattura, ma siccome io non butto via niente, avendo il kit da anni, ho accettato la sfida.
Ho lasciato di proposito chiusi i tettucci, in quanto è da notare che l'apertura e chiusura dei trasparenti veniva azionata manualmente dall'equipaggio tramite maniglie che facevano scorrere verticalmente per congiungersi al di sopra le sezioni di destra e sinistra, (come nei Ro37 prima serie), probabilmente essi erano di materiale trasparente flessibile tipo celluloide o materiale simile, altro particolare è che la sommità dei due tettucci dalle foto appare scura, a quanto si evince la sezione superiore era trasparente ma oscurata, a fungere da parasole.
Cos'era la R.U.N.A.?
Di certo nulla aveva a che vedere con la simbologia vichinga.
Dalla mia ricerca emerge che: Tra i vari organismi che, in epoca fascista, coaudiuvavano ed aiutavano la giovane aereonatica, c'era la R.U.N.A. (Reale Unione Nazionale Aeronautica).
Si trattava di un'associazione che era articolata in sezioni sparse in molte province italiane e persino nelle colonie.
Essa disponeva di una flotta aerea autonoma, divisa in squadriglie; il suo compito principale era quello di preparare i giovani, accuratamente scelti, al pilotaggio degli aerei civili, ma con l'obbiettivo di renderli disponibili ad eventuali e sempre crescenti esigenze delle forze armate.
In questo modo, la R.U.N.A. facilitava il compito di reclutamento-piloti delle forze armate perché i giovani, dopo essere stati addestrati a pilotare gli aerei civili, con un ulteriore e brevissimo addestramento sugli aerei militari, conseguivano il brevetto di pilota militare.
In alcune città vi era una sezione della R.U.N.A. e i suoi componenti erano dei delegati scelti con la collaborazione dei Sindaci di tutti i Comuni delle provincie.
Ciao Enrico, una sola parola bellissimo
Fantastico!!! 👍
Ciao Enrico,
ennesima realizzazione di classe relativa alla nostra storia aeronautica.
Complimenti
Pietro
bellissima realizzazione di un aereo per me assolutamente sconosciuto.
grazie Enrico
....... e via, ......... che si vola in alto!!! - ma dove trovi tutte queste bomboniere? praticamente da quando pubblichi sul sito ci hai deliziato con aerei italiani di oscura fama, di cui l'80% di sicuro non conoscevo, ma che portano al lettore la capacità italiana di produrre velivoli ai vari livelli - grande Enrico, un aereo con le ....ghette!!!!
Ciao Enrico, hai assemblato un modello in una scala di riduzione molto piccola. Ben realizzato nella costruzione e convincente nella verniciatura finale considerando che i modelli in resina non sono semplici da realizzare.
Saluti Angelo Battistelli