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Alessandro Gennari
Alessandro Tulli
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Antonio De Carlo
Antonino Mazzù
Bruno Lucchini
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Daniele Manfredi
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Giorgio Sassi
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Giorgio Perrone
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Luigi Gandini
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Mauritius Pictor
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È da tempo che mi propongo la realizzazione del modello di questo soggetto più volte ammirato visitando il Museo di vigna di Valle pur sapendo che il kit è introvabile o di difficile reperimento essendo stato stampato molto tempo fa dalle ormai scomparse ditte Dujiin, e Kpl Models in 1:72.
Non molto tempo addietro consultando il sito della Choroszy Modelbud ho scoperto l'esistenza del kit del Dewoitine D 1 bis, nientemeno che con decals nipponiche, il che lo aveva sottratto alla mia attenzione, l'ho quindi acquistato per realizzare appunto l'Ansaldo AC 2, versione italiana su licenza del velivolo francese, provvedendo ad alcune modifiche e a far stampare le decals.
Le informazioni in mio possesso che lo riguardano, a differenza della versione AC 3 più diffusa e più documentata, le ho trovate contenute nel paragrafo del bel volumetto di Roberto Gentilli Ed.A.I. s.r.l. L'AVIAZIONE DA CACCIA ITALIANA 1918-1939 intitolato "Gli Ansaldo Dewoitine" (riguardante anche le versioni AC 3 con motore Bristol e AC 4 con motore Fiat).
Storia
Pochi mesi dopo l'ordine del Nieuport Ni. 29, nella primavera del 1924, giungeva a Montecelio assieme a un bombardiere Farman Goliath e a un ricognitore Breguet XIX il caccia francese Dewoitine D 1 ter. n° 10.
L'anno precedente una missione italiana si era recata in Francia ed aveva sassistito alla presentazione del nuovo e rivoluzionario monoplano francese effettuata dal collaudatore Doret nel corso della quale, oltre alle prestazioni ottime, aveva destato impressione il fatto che un incendio causato da un ritorno di fiamma al motore non aveva causato alcun serio danno all'aereo, dotato di ordinata parafiamma metallica.
Il Dewoitine fu valutato a Montecelio con un motore in linea Hispano Suiza da 300 Cv installato in Italia, confermando le sue ottime qualità (ma sulle prime la stampa riferì che "aveva dato prove insoddisfacenti") e fu deciso l'acquisto della licenza di costruzione per l'Ansaldo.
In altre parole per i caccia il salto alle nuove tecnologie del metallo sarebbe stato guidato dai francesi non dai tedeschi.
Se la tragica e rapida scomparsa degli AC 2 avvenuta all'inizio del 1929 dopo una serie di cedimenti in volo ha lasciato a questo aereo una fama sinistra, la carriera dell'AC 3 dimostra invece la validità della sua costruzione metallica che rimase in servizio operativo in reparto per oltre un decennio, ma questa fu un'altra storia di un'altro aereo.
Il kit
Il modello della ditta polacca necessita di alcune modifiche, essendo destinato a rappresentare il velivolo francese nella veste nipponica, anziché quello di costruzione italiana, quelle più evidenti, riguardano l'eliminazione del pilone centrale dell'ala che la collega alla fusoliera, da sostituire con due montanti a V rovesciata, l'apposizione dell'anti cappottata mancante, l'allungamento del poppino di coda di 3 mm la correzione della pianta degli equilibratori di altra forma, la sostituzione delle ruote e numerosi altri piccoli accorgimenti che non sto ad elencare per evitare il tedio, da segnalare essendo una mia scelta, la sostituzione di tutti i montanti con altri in tubo di rame per dare maggior robustezza all'insieme, c'è da dire che la siloutte del modello non è catturata perfettamente risultando leggermente grassoccia, ma il modificarla mi avrebbe portato un pò troppo lontano.
Ho inteso rappresentarlo come quello esposto al museo di Vigna di Valle facente parte della 96^ Squadriglia Caccia basata a Mirafiori nel 1929, comparso anche in una foto dell'epoca che lo ritrae schierato su un campo con altri velivoli della stessa Squadriglia.
126 furono gli esemplari prodotti dall'Ansaldo in questa versione che fu sostituita da quella più performante con motore radiale.
Caro Enrico stupendo lavoro di ingegneria aeronautica.. interni eccezionali vista la scala. Complimentoni
Giampaolo
Ciao Enrico, che dire... sei un ricercatore di Regie chicche aeronautiche... ottimo lavoro di ricerca e modifica per arrivare a rappresentare un velivolo non propriamente noto alla massa...
Complimenti.
al prossimo Ezio
Enrico come me apprezzi i mezzi poco noti ed originali, poi se sono resi egregiamente come hai fatto tu diventano capolavori inestimabili! bravissimo... vorrei essere un aeroplanaro migliore e avere una padronanza modellistica pari alla tua.. forse un giorno!
Sempre interessanti, curiosi e storicamente molto azzeccati, bravo Enrico, mi piace tantissimo. Ottimi gli interni, direi un modello nel modello. Complimenti.
Ciao Enrico,
Questo modellino a mio modesto parere è realizzato veramente molto bene.
Mi stupisco solo del fatto che qualcuno non ti abbia fatto notare "l'effetto Vasca" cioè il modellino al di sotto del livello cornice.
In passato (vedi il mio "l'ombra del colosso" mi venne fatto notare questo... A seconda di alcuni modellisti considerato un errore e/o una spiacevole rappresentazione...
Il mio parere è che: questa tipologia di rappresentazione vuole invece racchiudere e valorizzare ancor di più la sua opera all'interno. Quindi, tanti complimenti per la realizzazione del modellino e tanti complimenti per aver cantato fuori dal "CORO" ed aver incentrato l'attenzione all'interno della cornice, proprio come un pittore fa della sua tela.
Un salutone da Alby.
Ciao, mi sembra molto ben eseguito ed ambientato, inoltre la sua "rarità" storica contribuisce ad aumentarne il fascino. Complimenti
Grazie per i graditi commenti amici.
@ Ciao Alby, riguardo le basette, che non sempre uso, credo siano correnti di pensiero,ho avuto occasione di imbasettare i miei modelli con o senza cornice, è dipeso dal momento e da ciò che avevo sotto mano senza porvi eccessiva attenzione, ma l'uso della cornice mi trova daccordo sulla tua tesi (ora che mi ci fai pensare), senza disdegnare l'altra soluzione.
Enrico
Vorrei intervenire su quello che giustamente ha rappresentato Starkiller...anche a me come per Enrico è stato fatto notare come l'effetto vasca sia un'erroe, vorrei ribadire senza essere polemico che molti modellisti di notevole bravura tendono all'ortodossia delle tecniche! io propendo molto per la sperimentazione e per la rottura dei canoni estetici, quindi ciò che per molti potrebbe essere errore per me potrebbe costituire una trovata rappresentativa. Inoltre io sinseramente dò molta più importanza alla fattura del modello che alla riuscita dell'ambientazione!
caro Enrico, saresti l'orgoglio del museo dell'aviazione italiana, nonché la rabbia di quelli che vorrebbero ma non sono e, seppure inerti, provano gelosia nei confronti ci chi la storia ed il modellismo riesce a fonderli - hai un parco aerei che farebbe veramente invidia per la sua originalità, ma del resto è la tua benefica malattia - con ossequiosa deferenza, Giuseppe
Bellissimo lavoro soprattutto per il rapporto di riduzione in scala 1/72.
Ciao Angelo