Enrico Toti era nato a Roma nel 1882 e a 24 anni aveva perso la gamba sinistra rimasta sfracellata durante una manovra fra due locomotive.
Lasciate le ferrovie, scopre nel ciclismo il suo riscatto contro la sventura.
Senza protesi, pedalando con una gamba sola, raggiunge in bicicletta la Lapponia e l'anno successivo percorre tutto l'Egitto, sino al Sudan.
Scoppiata la guerra, Toti chiede di poter partire volontario, glielo negano, sale sulla sua bici e pedala sino alle spalle del fronte, dove lo fermano i carabinieri che lo rimandano a casa.
Dopo ripetute suppliche, grazie all'interessamento del Duca d'Aosta, nel gennaio 1916 viene assegnato, come volontario civile, ai Bersaglieri Ciclisti del Terzo Battaglione, a Cervignano del Friuli.

Il 6 agosto 1916, lanciatosi con il suo reparto all'attacco di Quota 85 ad est di Monfalcone, fu ferito più volte e prima di morire con un gesto eroico scagliò la gruccia verso il nemico esclamando: "Nun moro io!" - "Io non muoio!"

Il figurino, in scala 1/6, indossa la divisa grigio-verde modello 1910 con mostrine delle truppe scelte, sul colletto, a doppia fiamma color cremisi con stellette.
Alla cintura 4 giberne color grigio verde, contenente ciascuna 24 cartucce.
La borraccia, in legno modello Guglielminetti e tascapane in tela e cuoio modello 1907.

Sulla manica sinistra il fregio dei Bersaglieri Ciclisti.

La robusta bicicletta con gomme piene color grigio-verde, era richiudibile tramite due cerniere, nel caso di Toti aveva un solo pedale, il destro.

Fucile Carcano M91, modello per cavalleria, piu' corto e maneggevole, con baionetta ripiegabile, agganciato alla canna zainetto con 12 caricatori di 6 cartucce.

Cari Amici, vi invito a visitare la mostra :Grande Guerra Tutti Eroi Le Stanze della Memoria, aperta dal 25 0tt0bre al 16 Novembre presso la Villa Bagatti Valsecchi di Varedo (MI) Sabato e Domenica ore 10-13 e 14-18.In mostra armi, equipaggiamenti, uniformi, giornali, documenti, fotografie, carte topografiche provenienti da importanti collezioni ed associazioni. Nella sala centrale la ricostruzione di due camp di battaglia: italiano e austriaco. Da non perdere. Enrico

Bello il lavoro e il desiderio di tenere vivo il ricordo di certi uomini. Solo una domanda, perché definisci le mostrine come dei reparti scelti? Sono le mostrini dei bersaglieri. Ottimi soldati come tutti sappiamo. Ma reparti scelti e' una definizione che non identifica il reparto e non è' storicamente puntuale.
Comunque complimenti.

Ciao Enrico, intrigante, una pagina di Storia Patria emozionante ed unica.

Speravo di conoscerti a Varedo, dove ho visto alcune tue opere dal vero, sono ancora più impressionanti, viste le dimensioni, che non in foto, sarà per un'altra volta.

Complimenti Ezio

altro tassello importante della grande guerra - ormai è la tua specialità - mi spiace di non poter seguire la mostra, data la distanza, ma prima o poi ci incontreremo; sono sempre fiero di operare nell'1/6, se poi ci si spalleggia la cosa diventa sempre più stimolante - bravo Enrico alle prossime sempre un tuo fedele inseguitore - giuseppe
p.s. sto operando su un ufficiale 1^ guerra del 124° Brigata Chieti che prima o poi metterò in galleria

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