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Sono trascorsi decenni dalla prima pubblicazione di How to Build Dioramas, probabilmente il libro più venduto nella storia dell'editoria modellistica.
Era, e rimane ancora, una delle sintesi più brillanti su un argomento che prima o poi coinvolge tutti i cultori dei modelli in scala.
Anche i più conservatori come gli appassionati di aerei, convinti in massa da Paine sulla necessità di dover ambientare il loro modello almeno su una semplice base che testimoniasse il contesto in cui quella macchina trascorreva il suo tempo quando non era in volo.
Se un diorama "racconta una storia", una essenziale ambientazione costituisce l'inizio virtuale di una trama, aperta poi a innumerevoli combinazioni.
Da un punto di vista pratico, una base di esposizione presenta il vantaggio di assicurare il modello a un suolo stabile che ne impedisce potenziali danni dovuti a una incauta manipolazione.
Ma la base in questione può diventare un pezzo a se stante, anche nel ridotto spazio programmato per contenere il solo modello finito.
Del diorama deve possedere le due caratteristiche del bilanciamento e del realismo.
E' il tentativo fatto con questo Churchill Mk.IV con carrello sminatore AMRCR costruito nel 1987.
Il kit in 1/72 della Esci ha fatto da spendibile banco di prova delle tecniche coloristiche e di invecchiamento esposte da Paine con lo scopo di conferire tanto la tridimensionalità a un oggetto molto più piccolo dell'originale quanto un aspetto vissuto, "operativo".
La sperimentazione riguardava anche i procedimenti descritti per realizzare un terreno in linea con il deterioramento delle superfici esposte alle insidie dell'impiego bellico.
Un'operazione di carattere estetico, direbbe un artista, ma condotta in questo caso da un hobbista in cerca di effetti diversi dalla visione piatta che un modello dipinto pur nei suoi colori e inserito in una asettica vetrina inevitabilmente restituisce.
La base
Le piccole dimensioni del Churchill con sminatore hanno consentito di saltare la fase della costruzione da zero di una base.
La Amati ne aveva in catalogo una delle misure adatte nella sua gamma di basi per scenette, un plinto dai contorni fresati per fungere da cornice.
La tavoletta è stata dipinta a pennello con il marrone scuro lucido a smalto della Humbrol.
Dati gli spessori e la ridotta superficie in gioco, è stata scartata la possibilità di impiegare un preparato come la Hydrozell della Faller, una sorta di farina grossolana da impastare con acqua e modellare in loco.
E' stata invece scelta la plastilina per artisti, stesa sulla base dopo aver delimitato i bordi con nastro in carta per mascherature.
La plastilina è stata modellata in uno strato elevato di circa 2 millimetri dalla base.
A spatola sono state lavorate le forme del sentiero di campagna, dove il passaggio ripetuto di ruote e cingoli ha creato permanentemente le depressioni raffigurate.
E' quell'effetto di resa della realtà dato dall'imperfezione e dalla multiformità su cui Paine ha sempre insistito perché non venisse impresso nell'occhio dell'osservatore un senso di artificioso ordine e simmetria che nel mondo esterno è, a ben vedere, inesistente.
Rimosso il nastro, rimpiazzato con una nuova delimitazione per la fase successiva, lo strato finale del terreno è stato realizzato con una mistura artigianale.
In acqua è stato stemperato dello stucco francese per decorazioni.
La proporzione tra i due ingredienti deve generare un composto senza grumi e facilmente spalmabile, ai limiti della colabilità.
Il test sulle corrette proporzioni consiste nella verifica della lucidità superficiale del composto, che deve emettere un riflesso.
A questo punto, è stata aggiunta della colla bianca per legno (Vinavil), componente che conferisce elasticità e previene le fessurazioni del composto una volta asciutto.
Infine, la mistura è stata colorata con pigmento per idropitture di tonalità marrone, ideale il Terra di Siena bruciata.
Il colore è soltanto un fondo per non partire dal bianco del composto.
La pasta fluida marrone è stata spalmata sulla plastilina.
A essicazione avviata, circa 5 minuti dopo la stesura, sono state sistemate le due sezioni di staccionata, provenienti da una confezione Faller in scala 1/87 per plastici ferroviari.
Subito dopo è stata applicata l'erba per caduta e a più riprese, intervallate da gentili soffiate per scartare i ciuffi che non avevano attecchito sul composto umido.
L'accessorio in questione è l'erba in fibra artificiale della Jordan, anche questa prodotta per il mercato dei plastici ferroviari.
Dall'applicazione sono state escluse le due "rotaie" carrabili che corrono diagonalmente alla base.
Negli intervalli tra le applicazioni dell'erba è stato aggiunto il pietrisco affiorante dal terreno con la tecnica della caduta libera mirata, ribadita da un ritocco per ciascuna pietra, che è stata dolcemente conficcata nell'impasto con la punta di un tagliabalsa per garantirne il fissaggio.
Non è stato usato pietrisco preconfezionato per diorami ferroviari, uniforme e ripetitivo e dunque non realistico.
Al contrario, è stato impiegato inerte per costruzioni ("brecciolino") risultante dal setacciamento di pezzi delle dimensioni standard.
Lasciata a riposo la base per un paio di giorni, il lavoro è ripreso con la colorazione.
Con un'aeropenna per uso generale, una Badger 200, l'intera superficie comprese le staccionate è stata dipinta in nero opaco Tamiya, molto diluito per consentire diverse campiture poco coprenti fino a ottenere un leggero strato uniforme.
É in realtà il "lavaggio" che ha fissato le zone d'ombra, base preparatoria per la fase successiva della lumeggiatura.
Un'altra deviazione dal corredo consigliato da Paine è stata la scelta sulla tipologia della vernice.
Sono state adoperati acrilici in pasta Maimeri, un prodotto per artisti alternativo ai tubetti di colore a olio.
L'acrilico è stato impiegato direttamente da barattolo, senza diluizione in acqua, il suo solvente, unicamente con la tecnica del "drybrushing".
La chiave di riuscita sta nel concepire la base, un oggetto tridimensionale, come una tela su cui si sta dipingendo un paesaggio.
La semplificazione rispetto al procedimento usato dagli autentici artisti consiste nello schematizzare la successione delle tonalità, al fine di evitare noiose ripartenze causate da impreviste stonature.
Si è partiti dalla tonalità più scura, un marrone medio, fino a prevedere il bianco puro per la lumeggiatura dei rilievi estremi.
E' l'occhio a dover giudicare, attraverso le varie stesure, che la base abbia un aspetto che incorpora quell'"effetto scala" su cui molto si è dibattuto e che appare tuttora controverso nei dettagli, anche se è ormai pacifico l'accordo sulla sua necessità.
Francesco Blasi 27.05.2012 |