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Storia
Il figurino del kit rappresenta un membro del 43° reggimento fucilieri con il "tarleton" stile elmetto.
Costituito nel 1786, nel 1791 il reggimento viene riordinato come 42° e rinominato ‘du Limosin’.
Le uniformi classiche della fanteria regolare, erano di colore bianco con i risvolti blu cielo, come per i polsini ed il colletto.
Troviamo però nello stesso periodo uniformi blu scuro con risvolti, polsini e colletto rossi, gilet delle più varie provenienze, come per i pantaloni e le scarpe.
Teniamo presente che chi componeva i ranghi dei reggimenti, erano poi contadini, commercianti, artigiani ecc., quindi persone che si presentavano alla chiamata alle armi con ciò di cui disponevano.
Il tarleton (poco amato dai soldati), era fatto di cuoio, con rinforzi in metallo e un bordo in finta pelliccia di leopardo.
Il figurino
Già a Calenzano avevo avuto modo di visionare l’ultimo nato della giovane ditta Corte di Cavanno Miniature e devo dire che al primo impatto non mi era dispiaciuta la scultura, opera di Stephen Mallia, dove avevo notato un buon lavoro da parte sua nel riprodurre alcuni dettagli.
Unica cosa che mi aveva lasciato perplesso era la colorazione che non rendeva giustizia a questo bel pezzo.
Trascorso circa un mese, me lo rivedo ad Ingolstadt ed allora decido di prenderlo e proporlo con una colorazione più "francese".
La presentazione della scatola del kit è accattivante, come la apri, scopri che Corte di Cavanno questa volta si è davvero superato: il fonditore non ha lasciato praticamente nessuna traccia di fusione ed i pezzi si presentano già di facile incastro.
Ripuliti e lavati con acqua e sapone, i pezzi, una volta asciutti, sono stati assemblati al 90% escludendo quindi lo zaino, il porta cartucce e la mano che regge il fucile, imperniando il busto con le gambe, le braccia e la testa e facendo attenzione a posizionare il tutto con una posa in corsa.
Le stuccature sono ridotte al minimo in quanto i pezzi combaciano molto bene fra di loro, per cui sono quindi passato ad un primo passaggio leggero di primer.
Utilizzo uno stucco grigio finissimo da carrozzieri, che aiuta anche, dove ci fossero piccolissime imperfezioni, a coprirle.
Lasciato asciugare circa un’ora, corretti un paio di punti, ripasso un secondo velo di primer e lascio asciugare per almeno un paio d’ore.
Come sempre preferisco iniziare con l’incarnato e quindi, il viso e le mani.
Innanzitutto parto con un carnicino acrilico Vallejo molto diluito che lascio asciugare per bene, poi continuo con una prima base di Terra d’Ombra (Pactra) + Giallo Ocra (Pactra) + Carnicino (Vallejo) e una volta asciutto, schiarisco i punti in luce con l’aggiunta di carnicino al composto iniziale.
Lasciato asciugare per un’oretta, ho quindi dipinto occhi e pupille cercando di dare al figurino un’espressione di paura e di stanchezza al tempo stesso.
Per rifinire bene il viso ho quindi utilizzato colori ad olio Rembrandt (ocra+carnicino+bianco per le parti in luce e aggiungendo alla base Terra d’Ombra Naturale per le parti scure), che aiutano molto nella definizione dei visi.
A questo punto ho dipinto il tarleton, prendendo spunto da alcune foto e cercando di rendere verosimile la finta pelle che ne ricopre la bordatura, utilizzando colori acrilici Model Master che hanno ottime proprietà di copertura.
Il nero è stato schiarito con aggiunte di grigio, mentre le macchie del bordo sono state fatte con Marrone Rosso un po’ liquido.
Per la divisa ho scelto di rifarmi a quella della 57 Demi Brigade, per cui ho iniziato con polsini e colletto Rosso (Tamiya) per poi passare due mani di AC 22 (Andrea) di base sulla parte scura della divisa, rifinendo il tutto ad olio con Blu Cobalto Scuro ed una punta di Nero Scuro Rembrandt.
Il gilet è stato riproposto di color panna sporco ottenuto da una miscela Bianco + Ocra + Terra d’Ombra Naturale (Rembrandt) su una base di bianco acrilico; le zone in ombra sono state fatte aggiungendo del Terra Bruciata (Rembrandt) alla base iniziale.
Le parti in bianco sono state prima dipinte con un Grigio Naturale Model Master acrilico e poi dipinte con una miscela di Bianco + Nero (Rembrandt), aggiungendo gli stessi colori per le luci e le ombre.
Le ghette hanno una base di Bianco acrilico e sono state poi dipinte con una miscela ad olio (Rembrandt) di Nero + Blu Cobalto Scuro + Bianco, scurendo le zone più scure aggiungendo del Nero Scuro e Blu Cobalto Scuro.
Ho lasciato asciugare per bene il tutto, terminato l’assemblaggio delle parti ancora separate, per poi posizionare il tutto sul terreno preparato prima sulla basetta.
Concludo dicendo che una volta iniziato il montaggio è davvero difficile staccarsi da questo figurino che offre diverse possibilità per essere dipinto, visto anche il periodo a cui fa riferimento e non essendoci in quel momento, una vera regola sull’abbigliamento.
Infatti si possono rinvenire documentazioni molto differenti una dall’altra, ma tutte valide, essendo il popolo che si levava alle armi.
Umberto Massa 05.05.2004 |