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Premessa
Con questo intervento vorrei rivolgermi a coloro che ancora sono alle prime armi e che non giudicheranno questi miei consigli banali o presuntuosi.
Ognuno vive e fa modellismo com’è capace, io sono un mediocre modellista quindi non ho la pretesa di dare consigli assoluti ma solo indicazioni, se sembreranno utili, utilizzatele, se pensate di avere metodologie migliori, lo spazio all’interno del sito non manca, sarò lieto di ospitarle.
Da che cosa iniziamo?
La domanda è banale ma la risposta non è semplice, quello che penso è che bisogna avvicinarsi al modellismo a piccoli passi, iniziando dalle cose apparentemente più facili.
Nel preparare questo intervento mi sono messo nei panni di chi, dopo aver visto la collezione di un amico o una esposizione, decide di costruire il suo primo "pezzo".
Ho scelto per iniziare un carro, a mio giudizio potrebbe essere una buon punto di partenza, l’importante è che questa scelta rispecchi un certo interesse.
è sbagliato fare un modello pensando: "tanto devo pur iniziare da qualcosa".
Visto che è il mio primo kit, lo scelgo tra i modelli più conosciuti, è inutile iniziare da scale molto grosse, la 1/72 può andare bene e poi queste scale non hanno costi proibitivi.
Sono molto combattuto tra un "Tiger" e uno "Sherman".
Alla fine decido per quest’ultimo, è della Heller, un buon rapporto qualità/prezzo: meno di 5 Euro.
Finalmente a casa, apro la scatola e per prima cosa esamino le istruzioni e controllo se ci sono tutti i pezzi, decal comprese.
E la documentazione?
Dicevamo prima che il modellino deve essere acquistato a fronte di una minima passione.
Non mi sembra però il caso di rifornirmi di libri dettagliati sull’M4: teoricamente potrebbero bastare le indicazioni sulle istruzioni.
Non dimentichiamoci poi il web: digitiando le parole "sherman" ed "M4? in un motore di ricerca qualsiasi, scopriremo parecchie informazioni.
Un piccolo aiuto a portata di mano e gratis per giunta!
Il passo successivo è il reperire gli strumenti necessari, la mia idea è di sfruttare quello che trovo in casa, se poi la cosa mi appassionerà, avrò sempre tempo di acquistare attrezzi "sofisticati".
Il tronchesino, il cutter (tagliabalsa) e una limetta sono nella cassetta degli attrezzi, le forbicine e pinzette in bagno (moglie/mamma permettendo), la colla cianoacrilica l’ho già usata nel riparare il vaso caduto il mese scorso.
Manca solo un foglio di carta vetrata che acquisto in ferramenta ad una cifra inferiore al mezzo Euro.
Molto bene, ne ho abbastanza per iniziare, nasce però il primo dubbio: sarà meglio dipingere i pezzi ancora attaccati alle stampate o no?
Essendo il kit non troppo dettagliato, decido di rimandare a montaggio ultimato la pittura.
Il primo passo è quello di osservare attentamente le istruzioni, la maggior parte delle volte è utile seguirne la numerazione e il procedimento.
Iniziamo quindi dal treno di rotolamento.
La teoria dice che bisogna "staccare" i singoli pezzi utilizzando un attrezzo adeguato, mai "arrotolandoli" su se stessi o "strapparli": parole sacrosante!
L’utilizzo delle forbicine o del tronchesino è indifferente, nel mio caso ho prima separato i vari "rami" o "canali" delle stampate per poi agire di fino sui singoli pezzi.
L’importante è togliere solo i pezzi coinvolti nel successivo montaggio, in questo modo eviteremo di perderci qualcosa.
Attenzione poi ai pezzi che troviamo già staccati nella confezione, cataloghiamoli con cura e mettiamoli in un posto sicuro!
Naturalmente questi consigli sembrano ridicoli per un kit di queste dimensioni, vi assicuro però che perdere i pezzi è facilissimo.
Passo successivo è la limatura.
Si possono utilizzare indifferentemente la carta vetro, una limetta o il cutter: dipende dalla forma della superficie.
Di solito con il cutter o la limetta elimino le parti grossolane in eccesso per poi carteggiarle in modo fine.
Una volta preparati i componenti, è importante la famosa "prova a secco".
In questa operazione si mettono insieme i vari pezzi per verificare le eventuali imperfezioni.
Nelle moderne produzioni e per kit di piccole dimensioni, queste imperfezioni sono notevolmente ridotte rispetto al passato per cui la fatidica prova serve per renderci conto dell’esatto posizionamento dei pezzi (visto che una volta incollati è sconsigliabile tentare l’azione inversa).
Per questa fase, qualsiasi colla cianoacrilica è indicata, non preoccupiamoci troppo della marca o del formato, vanno tutte bene.
Visto che il potere incollante è notevole, per piccoli particolari è meglio non versare direttamente la colla sulle superfici ma in un contenitore a parte, basta una goccia.
Con uno stuzzicadenti preleveremo solo il minimo quantitativo cercando di posizionarlo senza troppe "sbavature", il potere saldante è quasi immediato.
Se abbiamo eseguito tutti questi passi in modo continuativo e con una certa cura, diamo uno sguardo all’orologio: il tempo è veramente volato!
Il problema è che siamo appena all’inizio, bisogna avere molta pazienza, il modello va vissuto poco a poco, con passione.
Ripetendo i passi taglio, limatura, prova a secco e incollaggio, a piccoli passi arriveremo a definire sempre meglio il nostro carro, prima lo scafo, poi la torretta e così via.
A questo punto vi svelo una mia piccola mania che ho notato essere comune a molti modellisti: mi piace dotare il modello di un certo "peso" inteso nel senso fisico della parola.
Per fare ciò, utilizzando del mastice come collante, inserisco nello scafo del carro dei piombini, in questo modo rendo il tutto "massiccio" al punto giusto.
Siamo praticamente alla fine del montaggio, rimangono i cingoli che verranno montati a parte.
Che ve ne pare?
La pittura
Volendo, potremo già fantasticare sull’utilizzo dell’aerografo, rimaniamo però con i piedi per terra e pensiamo a reperire il materiale necessario.
Si comincia dai pennelli, penso che due o al massimo tre possano bastare.
Ne avremo bisogno di uno a punta tonda, abbastanza piccolo e un paio piani.
I pennelli hanno una numerazione progressiva dal numero 0000 in poi, più il numero è grande più è grande la punta: nel nostro caso potremo utilizzare un numero 0 o 1 per il pennello tondo e 2 e 6 per i pennelli piani.
La scelta è comunque dettata dalla superficie da dipingere, visto che il nostro carro non ha grosse dimensioni, penso che possano andare bene.
Il tipo di "pelo" è un’altra caratteristica del pennello, ne esistono di sintetici, di martora, di bue etc. la differenza naturalmente è il costo: un pennello da 3/4 Euro è già un pennello più che accettabile e durerà a lungo se lo cureremo nel giusto modo.
Passiamo poi ai colori, altra scelta ardua.
Penso che la scelta sia abbastanza obbligata: smalti anche se vedremo in seguito alcune tecniche con gli acrilici.
Lo smalto per eccellenza è prodotto dalla Humbrol, una delle "storiche" ditte produttrici, esistono poi numerose altre marche come Revell, Testor, Model Master etc o gli acrilici della Tamiya, Gunze Sangyo, Molak etc.
Torniamo a noi, lo Sherman, per nostra fortuna, è dipinto con un solo colore, il famoso "US Olive Drab", per la Umbrol il numero 155, a mio giudizio la tonalità che più si avvicina alla realtà (in alternativa il 66).
Nel caso in cui non riuscissimo a trovare la marca e il codice indicati, non lasciamoci prendere dal panico, tutte le ditte produttrici forniscono delle tabelle comparative e nella rete troveremo decine di siti dove trovare il corrispondente codice di un’altra marca, il riferimento è comunque il "Federal Standard", nel nostro caso: 34087.
Teoricamente, essendo nuova, potremo utilizzare la vernice così com’è, nel caso in cui ci accorgessimo che è poco fluida, dovremo usare un diluente, il famoso "thinner", quasi ogni marca ha il suo diluente, visto che siamo all’inizio andrà bene un qualsiasi diluente sintetico che useremo anche per la pulitura dei pennelli, l’importante, in questo caso, è non versarlo direttamente nel barattolino ma prelevare la quantità di colore necessaria e mescolarla in un contenitore a parte.
Dopo tante parole, finalmente, la pratica!
Prendiamo il nostro carro e iniziamo la pittura, di solito è consigliabile un "lavaggio" preventivo in acqua e sapone del kit ma si presuppone una certa dose di "pulizia" da parte nostra nel montaggio e incollaggio.
La pennellata dovrebbe essere data in maniera costante: se notiamo una certa difficoltà nello stendere il colore vuol dire che la vernice è poco diluita, se cola o è scarsamente coprente, probabilmente l’abbiamo diluita troppo.
Non preoccupiamoci se si vedono le "pennellate", asciugandosi, la vernice assumerà una consistenza uniforme, tuttavia conviene dare almeno due mani.
A pittura ultimata, lasciamo riposare il carro per almeno una giornata.
Penso che fino a questo punto non ci siano problemi e la procedura sia standard; ora vorrei proporvi alcune tecniche per far sembrare il nostro carro un po’ più vero.
Prima di tutto dobbiamo "sporcare" il carro.
Per fare ciò un utilizziamo una miscela di nero acrilico e alcool esattamente in parti uguali.
L’acrilico asciuga abbastanza velocemente e mescolato con alcool accelera ancora di più questo suo potere.
Dovremo dare delle pennellate molto veloci, questo permetterà al colore di non penetrare troppo e lasciare quindi il colore di fondo parzialmente visibile.
In un altra tecnica, vengono utilizzati gli olii, diluiti con trementina o acqua ragia; se la loro qualità è buona, sono addirittura migliori rispetto agli acrilici perché eccellono nella capacità di depositarsi lungo le fessure/rientranze.
Una volta asciugato il tutto dovremo mettere in evidenza le parti in risalto che sono state offuscate dalla nostra precedente passata.
Entra in scena il cosiddetto "dry brushing" la tecnica per cui il pennello deve passare sulle superfici praticamente asciutto dal colore.
Dobbiamo quindi usare un colore che dia un certo risalto, nel mio caso ho usato il Vallejo 117 (Japan Uniform WWII) perché ha una giusta tonalità di giallo che non "stona" per niente con il resto.
Il risultato di tutte le attività descritte è nella figura che segue.
In alternativa al colore sopra indicato può essere sufficiente aggiungere bianco o giallo al colore base.
Possiamo ora concentrarci sui particolari come ad esempio: il treno di rotolamento per il quale ho utilizzato del grigio basalto, fanaleria varia (rosso e argento), manici degli attrezzi (marrone), cannone e mitragliatrici (nero un po’ diluito e lumeggiato in allumino).
Dimenticavo una considerazione molto importante: l’utilizzo di uno smalto come colore di fondo, crea una solida base per il successivo utilizzo degli acrilici diventando a tutti gli effetti il famoso "primer".
Passiamo poi ai cingoli: purtroppo quelli del kit sono abbastanza lontani dalla realtà, non mi sembra però il caso, visto il modello, di ricorrere a costosi rimedi.
Anche in questo caso utilizzeremo uno smalto come base, nel mio caso Gun Metal della Humbrol (codice 53).
Il grosso è fatto!
Dopo aver lasciato riposare un po’ il carro, possiamo passare alla posa delle decals.
Ritengo la cosa non particolarmente difficile anche se è necessario un minimo di attenzione.
Cosa importante quanto acquistate un kit è controllare che il foglio decal non sia ingiallito o danneggiato, se questo è il caso, o rinunciate al kit o mettetevi subito alla ricerca di un nuovo foglio decal.
Ogni singola decal va "rifilata" con un paio di forbici cioè bisognerebbe cercare di portare via la maggior parte possibile di pellicola trasparente intorno al dettaglio per fare si che non sia troppo visibile una volta applicata.
Questo perché si suppone che, essendo al primo kit non abbiamo ancora a disposizione l’aerografo per dare una mano preventiva di lucido in modo da non far risaltare troppo questi "difetti".
Una volta tagliata, la decal va messa in acqua per pochi minuti.
Sarebbe meglio prelevare la decal con delle pinzette e posizionarla nei pressi della zona in cui la si vuole porre.
Con l’aiuto delle dita (o di una spugnetta) facciamo scivolare la decal sul kit e, approfittando del fatto che è ancora "bagnata" possiamo posizionarla come meglio possiamo.
Nel caso in cui si venissero a formare delle bolle sotto la decal, possiamo passarci sopra delicatamente un pennello, se ci accorgiamo di queste bolle o grinze solo dopo l’asciugatura, la cosa si fa più seria e dobbiamo utilizzare degli appositi ammorbidenti per stendere il tutto (ma noi siamo bravissimi no?).
Siamo praticamente giunti alla fine!
Come primo modello, non possiamo lamentarci, non abbiamo utilizzato tecniche strane né ci siamo focalizzati troppo su abbellimenti "paranoici", il risultato non è un modello da concorso ma sicuramente farà la sua figura nella nostra bacheca in attesa dei prossimi...
01.08.2013