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La mattina del 25 ottobre nell’anno 1415, in una distesa molto fangosa a causa delle piogge di quel periodo posta tra i boschi del villaggio di Tramecourt e quelli del villaggio di Azincourt, 5000 soldati inglesi al comando del Re Enrico V, mentre stavano marciando verso Calais, trovarono la strada sbarrata da un esercito di 30000 soldati francesi guidati dal Conestabile Charles d’Albret e da altri membri del Consiglio designati dal Re di Francia Carlo VI.
I soldati inglesi, reduci dall’assedio di Harfleur, erano stanchi, affamati e colti da attacchi di dissenteria, oltre ad essere demoralizzati per la difficile situazione che si era posta alla loro vista, ma Sir Thomas Erphigan, un cavaliere anziano ma carico d’onore, a nome del Re, li esortò a combattere e a difendere con ardore la propria vita.
Re Enrico V fece disporre i propri soldati in modalità difensiva formando tre gruppi di armigeri, uno schierato al centro e gli altri ai lati, tra un gruppo e l’altro schierò i “Longbowmen” (Arcieri muniti di archi lunghi circa due metri e con gittata molto superiore a quella degli archi e delle balestre usate dai francesi), diede poi l’ordine ad ogni arciere di piazzare davanti a sé un palo appuntito con inclinazione a 45 gradi e rivolto verso il nemico, per difendersi dagli attacchi dei soldati a cavallo.
I nobili francesi, pur sapendo di avere un numero di soldati sei volte maggiore a quello degli inglesi, decisero di rimanere in attesa, ma bastò un primo lancio provocatorio di frecce da alcuni arcieri inglesi a far scatenare la loro immediata controffensiva.
Trascurando i consigli del Conestabile d’Albret, la maggior parte dei cavalieri francesi, convinti di ottenere una facile vittoria e non avendo un vero e proprio comando, si schierarono in prima fila superando anche i propri arcieri.
Intanto gli inglesi avanzarono mantenendo intatto il loro schieramento.
Quando le due milizie giunsero a meno di cinquanta metri tra loro, gli arcieri inglesi scagliarono, in pochi minuti, migliaia di frecce con punte d’acciaio in grado di perforare le corazze, uccidendo quasi tutta l’avanguardia francese.
Mentre gli armigeri francesi attaccavano e venivano sistematicamente colpiti dalle frecce i cavalieri disarcionati rotolavano nel fango ed i cavalli che erano stati feriti ed ormai privi di controllo fuggirono investendo le nuove avanguardie.
Nello scompiglio più totale, fuggirono anche molti soldati francesi che erano nelle retrovie, vedendo l’esito drammatico dei loro commilitoni che morivano sotto la pioggia incessante di frecce.
Gli inglesi, visti i progressi che stavano ottenendo, lasciarono gli archi, ed armati di spade, asce, mazze e alabarde, continuarono ad avanzare uccidendo, senza pietà, qualsiasi francese si trovassero davanti.
A fine giornata, sul campo, rimasero più di 10000 soldati francesi morti, quasi tutta l’aristocrazia di Francia fu decimata, tra cui Antoine Duc de Brabant et de Limbourg che rispondendo alla domanda del Re di Francia , appena arrivato con un gruppo di suoi soldati, si buttò nella battaglia tra l’avanguardia distrutta e la seconda divisione, e venne subito ucciso.
Gli inglesi che persero la vita furono circa 1600.
Bibliografia :
“Le cronache” di Enguerrand di Monstrelet tradotte dall’egr. Thomas Johnes, vol.IV capitolo XXXI.
“Soldatini di piombo dell’età medievale”, enciclopedia De Agostini fasc. 27 pag.323.
La scenetta
Tra le tante battaglie combattute durante la “Guerra dei cento anni”, quella di Azincourt, proprio per il sorprendente esito vincente degli inglesi, grazie all’arco lungo, è oggi quella che ispira maggiormente i gruppi di persone che organizzano manifestazioni di Living History e di Re-Enactment e i modellisti che la raffigurano tramite scenette formate da uno o più figurini storici del periodo medievale.
Avendo da sempre la passione per le figure storiche di questo periodo, non potevo certo esimermi dal farlo, ed ho realizzato questa scenetta utilizzando due splendide sculture da 90mm che raffigurano un cavaliere inglese che attacca con ardore “Antoine Duc de Brabant et de Limbourg”.
Per raffigurare Il Duca Antonio di Brabant, ho utilizzato la perfetta scultura dell’artista Adriano Laruccia, prodotta dalla ditta Soldiers art.S90-8 (sulla scatola viene proposta come cavaliere teutonico a Tannenberg) modificando lo scudo. Per l’araldica del Duca mi sono documentato presso l’omonima sezione della Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” di Napoli.
Con l’altra perfetta scultura dell’artista Gianni La Rocca prodotta dalla ditta Romeo Models art.9012, ho raffigurato il cavaliere inglese cambiando il colore del surcotto e dipingendo le cubitiere color acciaio.
Rispetto all’epoca del cavaliere inglese che viene proposto sulla scatola (1360), ho abolito le borchie per renderlo po’ più moderno.
Per riprodurre il fango ho utilizzato stucco di vetroresina dipingendolo con vari toni di marrone scuro, marrone e giallo oro, nelle zone attorno all’erba e sotto i due cavalieri ho steso un po’ di vernice trasparente per creare l’effetto del bagnato.
La pittura e’ stata effettuata con acrilici della Vallejo, smalti Humbrol ed inchiostri tipografici.
Giovanni Bernardini
13.05.2004