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Dirvi perché ho scelto di attrezzare questo fante è presto detto: mi ha intrigato soprattutto l’appartenenza con doppi stemmi delle unità britanniche che porta vistosamente su entrambe le maniche della giacca e, per questa particolarità, la storia mi ha dato spiegazione per tale provvedimento
La 56ª brigata indipendente (56th Infantry Brigade), formata da tre battaglioni, ciascuno appartenente a tre diversi reggimenti di fanteria inglesi (2nd Essex, 2nd Gloucestershire e 2nd South Wales Borderes) è sbarcata in Francia per la campagna di Normandia nel giugno ’44 e, fino alla liberazione di Parigi del 25 agosto ’44, è rimasta tale come condizione.
È stata aggregata, da quel giorno in poi, alla 49ª divisione di fanteria per continuare la cacciata delle truppe tedesche dal territorio.
Il fante in questione è del secondo battaglione Gloucestershire, inconfondibile per lo stemma da basco rappresentato da una sfinge coricata, volta verso sinistra, con sottostante scritta Egypt, regolarmente incorniciata, a cui fanno da supporto dei rami di alloro, e, alla base, il cartiglio con la scritta Gloucestershire (il nome mi fa tanto stazione della metro londinese).
Era uno dei pochissimi reparti, il Gloucestershire, che montava il fregio sul retro elmetto (guadagnato perché distintosi eroicamente nella campagna d’Africa durante la cruenta battaglia di Alessandria – parliamo sempre del secondo conflitto mondiale); altra particolarità : tale fregio è diverso da quello sul basco perché più ridotto nelle dimensioni e la sfinge è compresa nella corona di alloro.
Il divertimento è stato nel costruire il piccone, in quanto il pickaxe (c.d. nel linguaggio di madrepatria), è arcuato e di "sottile foggia" rispetto ad altri parenti impiegati per lavori di comune sbancamento
Nel fucile Lee Enfield Mk3, ho corretto le parti in plastica delle zone destinate a legno, incidendo la superficie con un bisturi, a mo’ di leggere tacche orizzontali, per simulare la fibra del legno, ridipingendole a due mani di colore, di cui la prima come base, in color sabbia scura, e la seconda a finire, con il marrone diluito; una volta asciutto ho ripassato queste zone a polpastrello, esercitando un certo attrito per omogeneizzare il tutto – provare per credere.
Il figurino è sempre un Dragon, come pure tutta l’attrezzatura da campagna più o meno ritoccata; il fango sparso a partire dagli scarponi, fino alla cintola e sulle maniche, è storia vecchia, come pure l’invecchiamento della buffetteria; quest’ultima operata con passaggi di colore acrilico marrone, opportunamente diluito.