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Origini del Reggimento
Oliver Cromwell (Huntingdon - Cambridgeshire, 25 aprile 1599 – Londra, 3 settembre 1658), sebbene approdato alla vita militare all’età di 45 anni, si dimostrò da subito un capace stratega ed un condottiero con forte carisma sulle truppe alle sue dipendenze. Fu, a tutti gli effetti, un riformatore dell’esercito, sconvolgendo le teorie fino ad allora adottate; la prima fu quella di istituire reparti speciali di cavalleria i c.d. Ironside, e la seconda molto importante, fu che i comandanti dei vari reggimenti non dovevano essere selezionati tra le nobili famiglie, ma esclusivamente eletti dalla truppa per le proprie doti di comando ed organizzazione dimostrate.
Non dimentichiamo, inoltre, che fu anche l’ideatore delle famose Giacche Rosse.
Il reggimento, per diretto volere di Cromwell, fu costituito nel giugno del 1650. Alla sua guida nominò l’allora 1º duca di Albemarle, George Monck, affinché comandasse questa nuova formazione. Alla fine del 1659, per tre settimane, il reggimento di Monck rimase a Coldstream (letteralmente "il ruscello freddo" nell’antica lingua degli scots) cittadina di frontiera scozzese situata nell’estrema regione del Berwickshire, nel sud est, allo scopo di contenere la diffusa anarchia. Terminato il suo periodo di sorveglianza, il 1º gennaio 1660, il reggimento rientrò a Londra.
L’imprimatur ufficiale del nome avvenne nel 1670, alla morte di Monck, quando Carlo IIº ne decretò il titolo di Coldstream Guards. L’allora regnante dovette molto a Monck, ed al suo reggimento, perché ne favorirono la risalita al trono, subito dopo la fine della dittatura di Cromwell. In quegli anni il reggimento svolse un ruolo cruciale anche per il ripristino dell’ordine pubblico, tant’è che lo stesso Carlo IIº lo fregiò dell’ordine della giarrettiera (titolo che spettò per primo a Monck, diventandone uno dei Cavaliere dell’ordine), il cui motto si legge, ancora oggi distintamente, nella giarrettiera inserita centralmente nel fregio reggimentale, come elemento separatore tra la stella ad 8 punte esterna e la croce di San Giorgio nel nucleo centrale. La dicitura - HONI SOIT QUI MAL Y PENSE, è tradotta - SIA SVERGOGNATO COLUI CHE PENSA MALE.
Dato che i miei figurini appartengono all’epoca contemporanea, non mi dilungherò sulle campagne del reggimento, ovvero dei suoi battaglioni, anche perché c’è fior di letteratura su tali eventi, ma ridurrò il tutto ad una descrizione quasi turistica, affinché, se andrete a Londra, farete bella figura con i vostri parenti.
Se proprio volete notizie militari, posso senz’altro dirvi che il reggimento, nel corso dei secoli, fino ad oggi, si è fregiato di 113 Battle Honours (quei cartigli che indicano le località nelle quali si è distinto).
A 300 metri da Buckingham Palace, nel quartiere di Westminster, in Birdcage Walk, lambite da un’estremità di St. James Park, ci sono le Wellington Barracks, dove risiedono stabilmente tre compagnie di guardie : granatieri, Coldstream e guardie scozzesi, oltre a quei corpi che a turno svolgono lo stesso servizio presso il Palazzo Reale. Tale vicinanza non è casuale, in quanto sono pronti ad intervenire in caso di emergenza.
Le caserme Wellington furono progettate da Sir Francis Smith e Philip Hardwick (il quale studiò architettura in Italia tra il 1815 ed il 1819) ed inaugurate nel 1833, in perfetto stile neoclassico inglese.
Le prime uniformi a confronto con quelle odierne
I figurini: Sergeant & guardsman
Per comprendere l’opera di restyling impiegata, partirò dalla divisa del sergente, affinché possiate notare le differenze. Il figurino Dragon ha, nel suo miglioramento del corpo, e nelle divise da esso indossato, svariate lacune, inferiori, senz’altro, a quelle del vecchio Gi Joe del 1964, prodotto dalla Hasbro. Quest’ultimo, pur avendo un corredo molto nutrito, non è mai assurto al mondo del modellismo, ma restò un giocattolo da signori, visto i costi che presentava. Lo potremmo definire un chiaro giocattolo americano di propaganda. In Italia non prese piede al pari della Barbie, tant’è che veniva spesso scambiato per Big Jim, di più larga diffusione, e senz’altro più economico.
Giacca originale in dotazione in paragone con quella del restyling del figurino
Il lavoro più brigoso è stato la sostituzione delle mani, in quanto quelle in dotazione sono risultate troppo limitate nella posa. Nel mio salvadanaio delle mani ho ripescato due paia che mi hanno consentito di impostare sia il saluto per il soldato semplice, sia la tenuta del pace stick (vedi glossario successivo) da parte del sottufficiale. Il metodo è sempre lo stesso usato per tutti i figurini : spezzone di tondino di graffa innestato nella mano da una parte e conficcato fino all’altezza del gomito dall’altra, dopo di che sigillatura del polso con milliput bianco, fresatura con il trapanino e passate di carta vetrata per dargli la forma naturale; spruzzata di primer, previo formazione dei tendini e delle vene con colla vinilica irrigidita da colla Attack, e colorazione finale a base di Tamiya XF 15, a cui seguono le successive mani a velatura con la diluizione del bianco opaco ed il marrone per l’ultima passata. Non è mancato un po’ di color pesca molto annacquato per dare vita alle gote ed al naso.
La base
Rettangolo di multistrato da 20 mm., dove su una faccia ho steso della sabbia attaccandola con passate di colla vinilica diluita, sia sulla parte in legno, sia sul sovrastante strato di sabbia, affinché risultasse una superficie omogenea ad imitazione della pavimentazione esterna delle Wellington Barracks. Non posso negare che una volta dipinto questo strato con del colore bianco avorio, diluito al 50%, ho cartavetrato tale superficie, al fine di schiarire il colore per portarlo il più vicino possibile a quello esistente della cementata, come si vede nella fotografia allegata all’inizio del presente servizio.
I chiodi che spuntano dalla superficie del pavimento servono da ancoraggio alle gambe dei figurini, in modo da renderli ben fissi alla medesima superficie. Ovviamente è d’obbligo una trapanata verticale lungo tutto il polpaccio (per fortuna cavo) con partenza dalla pianta del piede, suola dello stivaletto compresa.
Il mezzo "panettoncino" cilindrico, posto ai limiti del piazzale delle manovre, altri non è che una forma ottenuta da un pane di DAS, opportunamente lavorato con delle module (dal momento che ha due circonferenze concentriche di diverso raggio), a cui è stata applicata, questa volta con uno strato di colla vinilica vergine, della sabbia vagliata sulle pareti laterali per ottenere l’effetto "brufoloso" del calcestruzzo grezzo a vista; spruzzata di primer per uniformare le diversità di materiali, e passata con colore opaco avorio, al quale sono state impresse, a sua volta per rendere l’effetto dilavamento delle meteoriche, pennellate di nero annacquato, più o meno, a seconda della posizione della sporcatura. è chiaro che più ci si avvicina alla pavimentazione, più lo sporco resta evidente, specialmente nella corona di base.
Glossario
PACE STICK (letteralmente bastone del ritmo)
Strumento di potere dei sottufficiali di grado elevato del British Army, tant’è che esiste un’accademia con tanto di competizione finale, annuale. Tale strumento, altamente compassato, serve per impostare la cadenza del passo sia nelle sfilate, sia durante le marce.
Tale bastone viene rigorosamente tenuto sotto l’ascella sinistra, parallelo al suolo, con la mano sinistra che ne afferra la sommità. è regolabile in modo da ottenere ben 7 passi di marcia, posizionando il passo a partire dai talloni.
La sua realizzazione in scala, altri non è che l’uso di due segmenti di una verga in noce, per modellismo navale, con dimensioni sezionali quadrate da 3 mm. x lato. La regola prescrive che tale bastone sia di una lunghezza compresa tra i 35 ed i 40 pollici, pari ad una misura in cm variabile tra gli 89,9 ed i 101,6 cm. Il mio è di 37 pollici = cm 93,98. Le parti metalliche le ho rivestite con del lamierino di alluminio (la solita lattina di bevanda da 33 cl.), con passata di colore oro, mescolato all’argento. Passata finale sulle parti in legno con due strati di colore, di cui quello sottostante nocciola e quello di finitura marron diluito. Ultimo tocco, una impregnata di cera per mobili.
BEARSKIN (letteralmente pelle d’orso)
L’originale figurino montava questo accessorio (a sinistra nella sequenza sottostante, su fondo verde) con una sorta di pelo sintetico privo di lucentezza, quindi opaco. Il fatto di conoscere una pellicciaia, che ogni tanto mi sopporta, mi ha reso il compito molto più facile. Il nuovo rivestimento è in visone nero che non ha nulla da invidiare a quello vero in pelo d’orso, anzi, è più pregiato.
Il motto
"NULLI SECUNDUS" credo non ci sia bisogno di spiegarlo – resta, comunque, il più antico reggimento di Sua Maestà.
Per questa tua esposizione storica, veramente interessante ed esaustiva, e per la realizzazione dei figurini, di alta qualità e precisione, ti meriti davvero l'ordine della giarrettiera...
Sinceri complimenti.
Dino
Grande Giuseppe!!!
ancora un raro esempio di realismo e fantasia. La cura maniacale dei dettagli e la splendida realizzazione dei figurini evidenziano la tua eccelsa qualità di artista/artigiano. Notevole il copricapo in pelo nero e il bastone.
Complimenti per la scelta dei soggetti e per la monografia di altissimo livello storico. Avanti così... caro, vecchio Giobbaz!!! Bravo.
Un saluto Alberto
Carissimo Giuseppe, finalmente sei tornato con i tuoi saggi di storia anglosassone. Mi ricordo che da piccolo avevo la scatola Airfix in 72 del Reggimento della guardia comprensiva di banda...nulla a che vedere con i tuoi splendidi esemplari...credo che se fotografati davanti ad una garritta a fianco di un cancello, sarebbero indistinguibili dagli originali.
Bellissimi e sempre ricchi di particolari.
Ai prossimi Ezio
Ciao Giuseppe grazie per lo splendido articolo e x il modello ultradettagliato.
Complimenti.
Giampaolo
Stupendo affresco di un Inghilterra che ci riporta a splendori e ricordi di altri tempi. Stupendi i figurini, realizzati con la maestria di sempre e che del resto ti contraddistingue. Molto interessante la ricerca storica e naturalmente accattivante quella modellistica. Ancora una volta Chapeau caro Amico Mio.
vi ringrazio in maniera altamente smisurata, al pari dei vostri commenti - il mio primo piacere è che la relazione vi abbia illuminato positivamente; era doverosa, perché visti tutti assieme questi corpi di Sua Maestà sembrano davvero uguali - se poi, come credo di aver intuito, i figurini hanno scatenato la vostra fantasia ambientandoli nel loro posto di competenza, .... beh, sono quasi commosso - caro Dino, la giarrettiera mi piacerebbe, anche perché d'estate con i pantaloncini corti, avrei qualcosa da mostrare al posto di qualche banale tatuaggio ( per fortuna ho le gambe dritte ) - al fin della licenza, .... buon modellismo a tutti ed auguri a Giacomo che in questo periodo di quarantena sarà sommerso dai nostri lavori - t'é capì. ... James?