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L'idea per realizzare questo piccolo diorama nasce dalla mia grande passione per il West e dal bellissimo figurino della Andrea’s Miniatures rappresentante il capo Washakie.
CENNI STORICI [Tratti dal sito www.farwest.it]
Un ritratto di Washakie in piedi e armato
Uno dei personaggi di maggior spicco tra gli Shoshoni fu senza alcun dubbio il capo Washakie, vissuto tra il 1804 ed il 1900, a cavallo del periodo più turbolento per le popolazioni indiane dell’ovest.
Washakie era figlio di un indiano Umatilla e di una Shoshone e per quasi tutta la sua infanzia visse con il gruppo del padre.
Di lui tutti ricordavano la pelle, di colorazione insolitamente chiara.
Divenne rapidamente un guerriero temuto e assai coraggioso, in grado di mutare le sorti dei piccoli conflitti intertribali che sempre hanno caratterizzato lo scorrere del tempo tra le Nazioni indiane.
I nemici di sempre, per gli Shoshoni, erano i Piedineri ed i Sioux, oltre che tutti i loro alleati.
Venne educato ai valori tradizionali degli Shoshone, al coraggio come alla carità e disponibilità nei confronti degli sfortunati della tribù.
Dopo gli anni ’40 del secolo XIX comprese che l’avanzata dei bianchi, prima ampiamente sostenibile in caso di uno sforzo congiunto delle tribù delle pianure, sarebbe diventata un fiume in piena impossibile da arginare e per questo orientò la propria tribù alla pace con i soldati e con i coloni.
Negli anni ’50 il territorio in cui vivevano gli Shoshoni – dal fiume Wind a nord fino al fiume Green a sud – venne praticamente invaso da migliaia di coloni in passaggio, diretti ad ovest.
Gli Shoshoni non pensarono minimamente di contrapporsi a loro, ma scelsero di aiutarli, guidandoli alla ricerca delle piste migliori e nel difficoltoso attraversamento dei fiumi e torrenti.
Washakie espresse il meglio di sé nel mantenere saldo il potere nelle proprie mani, ma anche recuperando l’unità politica del suo popolo (che si era perduta da numerosissimi anni), garantendo alla sua gente un lunghissimo periodo di stabilità.
Nessuno, mai, osò mettere in dubbio la capacità di capo Washakie, anche perché era forte il rischio di andare incontro a sonore e brucianti umiliazioni.
Il capo era forte e ben piantato e quando, intorno ai 70 anni di età, si sentì dire che forse era il caso di favorire il passaggio di responsabilità verso altri leader, sparì per alcuni giorni, senza che alcuno sapesse ove fosse finito.
Washakie parla al gran consiglio della sua gente
Fece poi ritorno tra i suoi con 6 scalpi che esibì fieramente al consiglio dei capi.
Il segnale era chiaro: il capo era ancora e sempre lui! D’altro canto il capo era piuttosto imponente, forte e indomito e non molti avevano il coraggio di contrapporsi a lui.
Il suo legame con i bianchi ebbe alcuni canali privilegiati: i cacciatori organizzati nelle compagnie – con i quali scambiava ben volentieri le pellicce degli Shoshoni – ed i soldati.
Contro questi non volle mai impugnare le armi, suggerendo al suo popolo di fare lo stesso.
Eppure non sempre veniva ascoltato.
Nel 1863, ad esempio, nel pieno della guerra contro i Bannock, alcune bande di Shoshoni decisero di battersi contro i bianchi, mentre lui trasferì immediatamente la propria grossa banda nei pressi di Fort Bridger (Wyoming), tenendola ben lontana dall’eco degli scontri e dalle difficoltà.
Lo stesso Washakie servì per l’esercito in molte occasioni in qualità di validissimo scout o come ausiliario.
Le occasioni predilette per stare accanto ai soldati erano, chiaramente, quelle in cui i suoi uomini e lui stesso potevano coprirsi di gloria contro i nemici tradizionali degli Shoshoni, i Sioux, i Piedineri e gli Cheyenne.
Tra il 1875 ed il 1876, in pieno inverno, l’accampamento di Washakie venne attaccato dagli Cheyenne di capo Dull Knife (Coltello Spuntato) che sconfissero duramente gli Shoshoni, suscitando in loro il desiderio di vendicarsi in qualunque modo fosse possibile.
Così non deve riuscire difficile inquadrare il gran lavoro svolto da Washakie ed i suoi prodi nell’ambito della durissima campagna finale contro i Sioux, Cheyenne, Arapahoes ed altri nel 1876-1877.
Se non fosse stato per gli Shoshoni, ad esempio, la battaglia del Rosebud (17 giugno 1876) sarebbe potuta concludersi con un vero disastro per il Generale Crook ed i suoi oltre 1000 soldati contro i 700 guerrieri condotti da Cavallo Pazzo.
A conclusione della lunga guerra contro Sioux e Cheyenne nel 1877, gli Shoshoni non subirono un trattamento migliore degli indiani sconfitti, nonostante la lunga militanza al fianco dell’esercito americano.
La riserva nella quale gli Shoshoni vennero rinchiusi era troppo piccola e lui espresse il malcontento della sua gente con parole pesantissime.
Morì prossimo all’età di 100 anni, ormai cieco e paralitico.
A lui fu riservato l’onore di un funerale militare, con un corteo lunghissimo accompagnato da tutta la sua gente e da una folta rappresentanza dell’esercito statunitense.
La lapide che lo ricorda reca una scritta significativa: "Sempre fedele al Governo ed ai suoi fratelli bianchi".
IL DIORAMA
Ho immaginato Washakie in piedi davanti al suo tepee con il suo fucile poggiato sulla tenda mentre guarda davanti a se verso la prateria sconfinata.
Il tepee è interamente auto costruito cosi come il fucile.
IL FIGURINO
È un figurino della Andrea’s miniatures di 90 mm in metallo.
Non nascondo la mia delusione quando nelle prove generali di assemblaggio ho notato che le parti non combaciavano o il gap tra le due parti era notevole.
Ho dovuto lavorare parecchio con stucco Tamiya a acciaio liquido bi-componente cercando di pareggiare le voragini della fusione imperfetta.
Al contrario la scultura delle piume è magistrale.
Nelle immagini che seguono, le frecce celesti indicano l'utilizzo di acciao liquido mentre le blu lo stucco Tamiya.
Terminata questa fase sono partito con la colorazione effettuata con acrilici Vallejo e Life Color.
IL TEPEE
La costruzione del tepee è stata laboriosa e sinceramente complessa.
Mi sono basato su ricerche in rete e scaricato e ridotto in scala opportuna numerose foto e dagherrotipi.
Ho rivestito una scatola di polistirolo di 25 cm x 25 cm x 4,5 cm con del compensato.
Ho inciso e scavato l’alloggiamento per il figurino.
Sulla superficie superiore con l’aiuto di un compasso ho tracciato una circonferenza di diametro 16 cm dove, a distanze regolari, ho segnato i punti dove avrei inserito i pali di sostegno.
In questi punti ho praticato dei fori con il microtrapano inclinando la punta di circa 15° ed ho poi rivestito l’intera circonferenza con un cerchio di vilpelle.
Dopodichè ho inserito dei comuni "spiedini" da brace in questi fori per simulare i pali di sostegno inizialmente tenuti insieme da un elastico e successivamente da filo di rame.
In questo istante è iniziata la parte complessa dell’intera operazione... dopo innumerevoli prove (e innumerevoli parti di vilpelle tagliate malamente e gettate!) sono riuscito ad ottenere questo risultato.
Le cuciture sono state effettuate con filo per suture chirurgiche di seta variabile dal 3/0 allo 0.
Complessa è stata l’apertura dell’ingresso circolare, alla base si possono notare i fori per i pioli.
Ho poi provveduto ad invecchiare la tenda con dei lavaggi Vallejo per simulare una tenda vissuta ed esposta alle intemperie e riprodotto le aperture laterali sulla tenda che fungevano da "finestrelle".
Sono poi passato ad "affumicare" le ali trasvese del forame superiore che consentiva l’uscita del fumo dalla tenda; I pioli sono parti di stuzzicadenti.
I disegni sul tepee sono tratti da disegni pitture originali dell’epoca.
AMBIENTAZIONE
La base del terreno e di DAS color terracotta per simulare la terra rossa di fondo.
Con colla vinilica ho incollato erba sintetica della "NOCH" e con dei rami secchi ho simulato una piccola brace.
Con altri rami secchi ho simulato una piccola fascina dietro il tepee.
Il fucile poggiato sulla tenda dovrebbe rappresentare uno Spencer 1860 ed è interamente auto- costruito in balsa, stuzzicadenti, lamierino di zinco, filo di rame per il cane esterno ed il ponticello copri grilletto e per il grilletto stesso.
P.S. sono in attesa che mi venga consegnata una cornice di legno color mogano... tempi tecnici.
Ringrazio per la Vostra pazienza ed attendo i Vostri commenti.