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Nel 2012 è stato ritrovato un velivolo britannico sparito nel 1942 durante la seconda guerra mondiale.
L'aereo della Royal Air Force, un P-40 Kittyhawk, è stato ritrovato perfettamente conservato nel deserto occidentale del Qattra dell’Egitto; nel 1942, lo pilotava il sergente Dennis Copping, allora 24enne, costretto ad un atterraggio di fortuna.
Il P-40 in dotazione alla RAF (Royal Air Force), l’aviazione inglese, operante soprattutto nella campagna contro le forze dell’asse e di Rommel in nord-Africa.
Sul relitto, perfettamente conservato grazie al clima asciutto del deserto e alle sue sabbie, sono stati individuati sia un colpo di Flak sulla fusoliera, ricevuto dalla contraerea tedesca che alcuni colpi sul vetro della cabina di pilotaggio (coerenti però con la documentazione storica dell’aereo e quindi precedenti); il pilota, il sergente Dennis Copping, stava portando l’aereo ad una vicina base per le dovute riparazioni, quando perse l’orientamento – a causa forse della bussola rotta – e fece perdere le sue tracce. Costretto molto probabilmente ad un atterraggio d’emergenza, riuscì ad atterrare sano e salvo.
Nella cabina del pilota non è stato ritrovato alcun cadavere, inoltre l’aereo si trova in ottime condizioni. Del pilota tuttavia non si hanno avute più notizie, il che fa pensare sia morto in mezzo al deserto, cercando probabilmente di ritornare alla base più vicina. Una missione impossibile la sua; la città più vicina si trovava a più di 200 chilometri, nell’Egitto occidentale e in pieno deserto del Sahara.
Altri elementi suggeriscono che possa essersi salvato nell’immediatezza come ad esempio la radio, trovata insieme alle batterie fuori dal velivolo, e il paracadute con cui cercò probabilmente anche di ripararsi dal caldo torrido del deserto. Le ricerche del corpo non hanno ancora prodotto risultati anche se risulta abbastanza improbabile il ritrovamento.
La scoperta del sito, definita da alcuni storici come "l’equivalente della tomba di Tutankhamon per quanto riguarda l’aviazione", è stata infatti del tutto fortuita ed è stata possibile grazie ad un operaio polacco che lavora nel settore petrolifero.
L’aereo, prima che le autorità egiziane intervenissero per la sicurezza, recava ancora a bordo materiale bellico.
P.s. il corpo del pilota, potrebbe essere stato in realtà ritrovato, purtroppo non si hanno conferme né identificazioni dei pochi resti trovati a pochi chilometri dal sito.
Questa foto, parte dei ricordi di famiglia del nipote William Pryor Bennet, ritrae il sergente Denis Copping in uniforme, pochi giorni prima del suo mancato rientro alla base.
Nel 1942 era membro del 260° squadrone della RAF dislocato in Egitto durante la campagna del Nord Africa che, dai primi di giugno si stava ritirando incalzato dalle forze italotedesche. Il 28 giugno Copping e un altro aviatore trasferivano i propri P40 Kittyhawk, seriamente danneggiati (il 19 maggio 1942 Copping fece un atterraggio forzato con il suo Kittyhawk dopo un combattimento) dalle prime linee ad un'altra base per le riparazioni, in particolare il Kittyhawk di Copping oltre ai fori sulle ali e la radio danneggiata, era costretto a volare con il carrello estratto.
"Copping era il leader del volo di trasferimento dal campo LG-09 al LG-10 immediatamente dopo il decollo l'aereo prendeva una rotta errata di 90° rispetto a quella corretta per arrivare a LG-10 che distava solo 30 minuti di volo, volavamo da 20 minuti su una rotta sud ovest e non capivo perché non avesse ancora virato verso est, come sarebbe stato logico per evitare l'incontro con aerei nemici, l'armamento era fuori uso e la cosa mi preoccupava, tanto che ruppi il silenzio radio senza però ottenere risposta, lo affiancai cercando di segnalare che ci trovavamo fuori rotta, volai sotto di lui virando verso est sperando che mi seguisse, ma inutilmente, tornai nuovamente cercando di attirare la sua attenzione, il carburante scarseggiava e il mio coraggio cominciava a vacillare, virai verso est senza che mi seguisse, poco dopo riconobbi alla mia destra la depressione di El Qattara, poi il Nilo e la nostra base. Raccontai tutto ai miei superiori, si decise di aspettare sperando in un suo improbabile ritorno, era troppo tardi per intraprendere una missione di ricerca, andai a dormire con la certezza e l'entusiasmo che il mattino dopo sarei tornato a cercarlo.
Ricevemmo ordini diversi, eravamo in ritirata, Copping venne dimenticato. Mentre scrivo mi tornano alla mente quei momenti, penso che i guasti e il carrello bloccato abbiano impedito a Denis di seguirmi, costringendolo a seguire quella rotta fino all'esaurimento del carburante."
Questo, in sintesi, quanto racconta L.J. Sheppard nel suo libro "Same of our victories".
Oggi Denis Copping è ricordato all’Alamein Memorial presso il sacrario militare inglese.
Il kit
Il modello e della Hobby Boss in 1/48; ho aggiunto degli aftermarket e precisamente la cabina di pilotaggio ed il motore, quest’ultimo relativo al Warhawk, ma mi sono accontentato.
Ho iniziato dalla cabina di pilotaggio: i colori usati sono stati Vallejo lime green+ green zinc chrome al 50% per gli interni; i lavaggi con marrone caput mortum della Van Dick diluito con petrolio bianco.
Ho iniziato con il motore (aftermarket della Quickbost).
Successivamente ho iniziato a sagomare le varie fratture sul muso dell’aereo e l’apertura del portello laterale dell’emifusoliera di sinistra.
Da qui è iniziata la parte demolitiva e ricostruttiva che mi ha creato non poche difficoltà. Nelle foto scattate sul sito del ritrovamento si evidenzia come il timone e gli alettoni di coda non siano integri ma con le centine visibili, inoltre il timone di coda è lateralizzato verso dx e gli alettoni inclinati in basso cosi come l’alettone anteriore dx è inclinato in basso mentre quello di sin verso l’alto. Con la microsega circolare ho tagliato il timone e gli alettoni anteriori e posteriori.
Successivamente ho eliminato gran parte del timone di coda conservando solo l’aggancio alla fusoliera e ho ricostruito lo scheletro dorsale con del filo metallico ricavato da un residuo di antenna tv; stesso lavoro ad "alto rischio" per gli alettoni posteriori. Ho ricostruito le centine con plasticard e con il microtrapano ho realizzato i fori.
Il tettuccio in monoblocco l’ho diviso con la microsega alterando lievemente la realtà per avere la possibilità di vedere gli interni.
Ho demolito parte dell’ala destra con dei residui di alluminio ho creato i rottami. Il posizionamento delle centine mi ha creato non pochi problemi comunque alla fine le ho posizionate tutte cercando di rispettare le distanze.
Ho segato l’ogiva dell’elica e con il calore ho deformato le pale come da foto originali assemblando il tutto con la ciano.
Dopo una primerizzazione con Tamya spray grigio, con aerografo ho dipinto l’aereo in alluminio, successivamente ho passato il sand brown e poi ho fatto le Mascherature con il Patafix per la mimetica, per la quale ho utilizzato il sand brown.
ho applicato le decals e ho iniziato a rovinare l’aereo con una micromola e carta abrasiva di grana grossa, al termine ho spruzzato sand brown diluito fino al 90%.
Ho aperto una crepa nella cappotta come da foto originale.
Per la base del diorama ho utilizzato una vecchia cornice che ho ricoperto con das color terracotta.
Ho provato la schiuma poliuretanica per dare forma al deserto.
Ho utilizzato il pan grattato per rendere le asperità superficiali...
...e ho spruzzato con aerografo color sabbia diluito al 50%.
Ho poi fissato un perno di legno sotto l’ala sin e ho posizionato il modello sul terreno.
Per le pietre ho ritagliato irregolarmente del forex, poi dipinto con spray grigio, che sono state incollate con il Vinavil.
Per simulare la massa di sabbia sopra e sotto l’ala dx ho messo del das e stucco.
Per la polvere del deserto ho utilizzato un pigmento marrone preso dal ferramenta e del borotalco.
Ho posizionato i resti del paracadute ricavato da un pezzo di cotone.
Seguono alcune foto del diorama completo.
... in memoria del sergente Dennings.
Bibliografia e immagini.
Interessantissimo report storico, bello quando il modellismo va a bracetto con la realtà storica. Mi piace molto il tuo lavoro in tutto il suo insieme. Complimenti Giampaolo, Bravo.
Bravo, sia per la ricerca storica che per la realizzazione del diorama.
Ben fatto.
Dino
Ciao Giampaolo.
Complimenti per il bellissimo articolo... Ricco di storia e di nozioni modellistiche.
Una scenetta davvero suggestiva e ben realizzata.
Ancora tanti complimenti.
Un salutone da Alby.
Ciao Gianpaolo, grande lavoro curato e particolareggiato, l'unica cosa che mi viene da dire la sabbia è un po' troppo grossolana, quella del deserto è più fine, io uso sabbia marina... per il resto ricostruzione accurata, personalmente non so se avrei fatto meglio.
Complimenti, alla prossima
Ezio
Cari ragazzi grazie a tutti x i Vs preziosi consigli.. ad Ezio un GRAZIE per avermi fatto notare il mio effetto sabbia.. me ne sono accorto come al solito alla fine.. la prossima volta mi ricorderò del tuo consiglio.
P.s caro Ezio non sarebbe possibile non farlo meglio di me ahahah
Un abbraccio collettivo.
Giampaolo.
Ahi.😬😬😬aerei distrutti, abbandonati, abbattuti, ritrovati dopo anni... compito improbo per il modellista... diciamo che per far qualcosa da qualche parte bisogna pur cominciare... senza cadute non si impara ad andare in bici... grande idea, buona inventiva... ma se tu fossi nel mio club, e quindi, diciamo fortemente stimolato al miglioramento una bella tirata di orecchie da parte dei soci più esperti non te la leverebbe nessuno.
6 per l' impegno e per l'idea.
Per il resto la, strada è irta e perigliosa.
10 sicuramente perche ci hai messo impegno e ti sei anche divertito a farlo.
Perdonami Gian, ti voglio bene e per quello ti stimolo... un abbraccione 😀👍👍👍
Grazie Valter per il commento stimolante.. sicuramente mi sono divertito moltissimo.
Un abbraccio.
Giampaolo.
...ciao Gian... se fossi il sig. Curtiss piangerei per tre mesi... il P40 ha subito più danni nel diorama che anni e anni nel deserto... ottima la parte informativa... molto valida per un diorama ma di natura difficilissima... quindi... meglio fare solo il kit bene... che un diorama nel suo insieme un po... poco veritiero io non sono buono ne a fare figurini ne diorami... e soffro di modellismo precoce, quindi mi limito a cercare di fare il modello alla meno peggio... apprezzo la mole di lavoro fatta e la cura nel rappresentare fotograficamente i vari passaggi... ma il risultato finale non è all'altezza... fai meno e meglio... guarda qui e anche fuori... gli spunti si prendono anche da foto... non fare il passo più lungo della gamba... dai Gian... aspettiamo qualcosa di meno complesso ma più reale... un abbraccione e scusami per la franchezza del mio commento... Maurizio
Caro Maurizio per me l'importante è provare a farle le cose... non solo idealizzarle.
Giampaolo.
Ciao Giampaolo bel lavoro, osando e sperimentando si imparano molte cose nel modellismo, e in ogni lavoro nel suo piccolo si migliora o si impara qualcosa rispetto al precedente.
Continua così!
PS per l'effetto sabbia, se si vuole trovare un metodo più veloce e semplice per realizzarla, prova la pasta acrilica dell'AK interactive, si applica con facilità mediante una spatola e quando è ancora fresca si inseriscono pietre e pietroline. Una volta ben asciutta si procede alla colorazione e varie sfumature. Io l'ho provata e mi sono trovato molto bene.
Un salutone!
Grazie Francesco per il prezioso consiglio... e x il commento.
Un abbraccio.
Giampaolo
hai centrato la materia del modellista professionale che coniuga la storia al suo modello - perché il modellismo allo stato puro è un concentrato di storia, raccolta in un elaborato manuale dal quale si possono estrarre nozioni e tecniche a disposizione degli altri modellisti, perché il modellismo è anche condivisione - grazie Giampaolo per la tua realizzazione e complimenti anche per le ricerche.
grazie anche a Giacomo per il suo sito di Wikipedia modellistico
ti ringrazio tantissimo Giacomo.. so perfettamente di non essere il Raffaello del modellismo e talvolta mi sento anche un po' in imbarazzo a pubblicare i miei lavori assieme ai vostri.. ma la storia insegna tanto.. tra cui la perseveranza e la resilienza.
un caro abbraccio
giampaolo
Commento in ritardo, uno splendido lavoro, molto realistico e la storia di questo sfortunato pilata mi è piaciuta molto.
Ciao
Gianni
grazie Gianni anche a me ha colpito molto la storia di questo ragazzo