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Caporalmaggiore 51st (Highland) Infantry Division, Tunisia 1943
Con l’avvento della seconda guerra mondiale i costruttori di motociclette, Triumph inclusa, ricevono l’incarico di progettare e costruire mezzi per l’esercito. Il modello che Triumph progetta per l'esercito inglese è dotato di valvole laterali. Purtroppo, il primo lotto prodotto, pronto per la consegna, viene distrutto durante lo spaventoso bombardamento di Coventry. Costretta a spostare la produzione temporaneamente su Warwick (e dal 1942 a Meriden), Triumph allestisce in tutta fretta un nuovo modello partendo dalla versione civile 3H a cui, a livello di sigla, si aggiunse la w (=war). Si tratta sostanzialmente della Tiger 80, precedentemente conosciuta come model 3/1 e progettata negli anni ’30 da val page, convertita all'uso militare.
Grazie al suo motore brillante da 350 cmc (a differenza delle altre moto messe a disposizione per l'esercito aveva le valvole in testa e non laterali), la 3hw era molto apprezzata per le sue prestazioni.
Questi i quantitativi di motociclette fornite all'esercito inglese durante il secondo conflitto mondiale dai costruttori britannici: 126.000 BSA WM 20, 90.000 Norton 16h, 40.000 Ariel 350w/ng e 26.000 Triumph 3HW.
Dopo la guerra la 3HW sarà spesso usata come base per la realizzazione di moto da competizione (cross e velocità) con ottimi risultati. Oggi è relativamente rara, proprio perché prodotta in un numero limitato di esemplari di cui relativamente pochi sopravvissuti, nonostante questo è relativamente facile trovarla in Italia: probabilmente venne indirizzata maggiormente su questo teatro di guerra (oltre che in India). Va comunque ricordato che la Triumph 3HW è stata la motocicletta prodotta in maggior numero di esemplari dall’azienda inglese tra il 1940 ed il 1945.
[Note tratte da Registro Storico Triumph]Il modello
Il modello Italeri in scala 1/9 sinceramente non mi ha entusiasmato per la qualità delle stampate e per i difetti di allineamento, l'uso di stucco è necessario e abbondante.
Ho iniziato dal motore ma non ho seguito pedissequamente le istruzioni che consigliavano di assemblare insieme motore e telaio, ma li ho costruiti separatamente.
Ho utilizzato la tecnica del sale per l’invecchiamento e le scrostature.
Ho notato una differenza tra il condotto della benzina originale e quello proposto dal modello, per cui ho tentato di riprodurlo con del filo di rame. In originale era a spirale per favorire l’assorbimento degli urti, mentre nel modello era dritto.
Dopo aver incollato il blocco motore al telaio ho posizionato i vari cavi che partono dal manubrio e dalle ruote.
Per la pittura ho usato i colori Vallejo, per riprodurre la polvere ho utilizzato pigmenti Vallejo.
Ho riprodotto una moto appartenente al 51st (Highlands) Infantry Division di stanza in Tunisia nel 1943.
Il figurino
In rete ho reperito su un noto sito di vendite online questo figurino in resina.
Il modello non è assolutamente paragonabile a quelli della Mitchell Military Models, ma nel complesso è abbastanza rifinito.
Essendo molto pesante ho dovuto mettere dei perni nelle varie giunzioni, incollati con cianoacrilato.
Essendo un soldato scozzese ho reperito in rete la trama originale del tartan
e ho tentato di riprodurla sulla sciarpa del figurino.
Ho anche riprodotto lo stemma della divisione sulla spallina dell’uniforme.
Il modello viene proposto imberbe, ho immaginato che un soldato nel deserto, non avesse tanto tempo per radersi, così ho aggiunto la barba in das.
Ho aggiunto una sigaretta con il fumo riprodotto in cotone, anche in questo caso per la pittura ho usato colori Vallejo.
Diorama
Per la base ho utilizzato una tavoletta in legno, che ho ricoperto di das per simulare il terreno.
Ho dovuto inserire un chiodo a mo’ di perno che entra nella ruota anteriore perché la moto insieme al figurino è pesantissima.
La base è stata dipinta ad aerografo e ho utilizzato pigmenti e lavaggi per cercare di rendere credibile il tutto, insieme a sassi ed erba secca.
Seguono le immagini del modello finito.
Ottimo lavoro... complimentissimi
Grazie Emanuele.
Un caro abbraccio.
Giampaolo.
Ciao Gianpaolo, che dire, mi sembra un buon lavoro, poi sulle scale grandi i particolari contano e si vedono.
Complimenti, al prossimo.
Ezio
grazie Ezio.
un abbraccio.
Giampaolo.
Bravo Giampaolo, hai fatto un bel lavoro.
Complimenti!
Dino
Grazie Dino.
Un caro saluto.
Giampaolo