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"Lo scherzo", Normandia 1944

Mario Bentivoglio

La Battaglia di Normandia

La battaglia iniziò dopo la mezzanotte del 6 giugno 1944.
Truppe di ricognizione aviotrasportate di tre divisioni alleate si paracadutarono da aerei da trasporto, assolvendo compiti di segnalazione per i successivi battaglioni di paracadutisti che seguirono.
Due ore più tardi, due divisioni aviotrasportate americane (la 101 ma e la 82 ma) vennero lanciate sulla penisola di Cotentin al fine di creare eventuali vie di fuga agli americani dalle spiagge più a ovest.
Alle 03,00, una flotta di circa 2.000 bombardieri medi e pesanti martellò per due ore le difese tedesche nell’area dello sbarco, seguito da un cannoneggiamento svolto da 7 corazzate, 18 incrociatori e 43 cacciatorpediniere.
La prima unità a sbarcare sulla spiaggia denominata ‘Utah’ fu l’8 RCT della 4 divisione (formazione di punta del VII corpo USA).
L’invasione ebbe inizio...

Il diorama
Rappresenta un momento di riposo durante l’offensiva in Normandia di una pattuglia di ricognizione USA nell’autunno del 1944.
L’equipaggio di un autoblindo M8 Greyhound è intento ad una pausa e alcuni componenti sono oggetto degli scherzi di un loro commilitone, il quale dopo aver affisso due cartelli dal vago sapore ironico (uno affisso alla porta della casa diroccata recante la scritta in tedesco ‘zimmer frei ’ - camere libere….- ed un altro sul volante della Willys jeep distrutta con la dicitura ‘out of order’ - fuori servizio) sta versando da una tanica della benzina nella tazza da caffè all’insaputa del suo collega carrista… il tutto sotto lo sguardo divertito degli altri due soldati che stanno assistendo alla scena.



Volevo ricreare un momento di relax dei soldati alleati dopo i duri scontri che si verificarono in Normandia, dove un momento di relativa calma serviva a riportare un po’ di normalità nella loro vita quotidiana, costellata di pericoli e tensioni continue …. e uno dei soldati non se lo fece ripetere due volte!

I mezzi usati

M 8 Greyhound (Italeri)

All’epoca quando decisi la realizzazione del diorama uscirono quasi contemporaneamente due kit dell’autoblindo M8 Greyhound, emessi dall’Italeri e dalla Tamiya.
Per curiosità, lette le benevole recensioni, li acquistai entrambi.
Sostanzialmente si tratta di due prodotti molto validi, corretti nelle forme e dimensioni, con qualche pro e contro (pochi per la verità…) per entrambe le marche.
Per il lavoro che avevo in mente decisi di utilizzare il Greyhound ‘nostrano’, avendo comprato per il kit nipponico un set di dettaglio con il motore, messo in commercio dalla Verlinden… ma quello è un’altro progetto…
Una lastra di fotoincisioni della Eduard (apposita per il modello Italeri) è stata usata per dettagliare gli interni (la zona dei pedali, parte degli interni, la riservetta delle munizioni, i vari attacchi ai lati del mezzo, con l’aggiunta delle varie scatole di derivazione (autocostruite con plasticard, rod di vari diametri, filo di rame e stagno e alcune parti del kit Tamiya avanzate… in quanto ho costruito i due modelli contemporaneamente), cablaggi, fili e sostegni dei microfoni.




Una volta dipinto l’interno in bianco (sporcato con lavaggi ad olio selettivi per invecchiare e rendere più vissuto il tutto) e chiuso con la parte superiore il veicolo… gran parte di questo ‘impegnativo lavoro’ sarà celato agli occhi dell’osservatore.
Per la parte superiore, al fine di dare maggiore visibilità agli interni, ho tagliato la parte frontale degli sportelli anteriori ‘cannibalizzando’ quelli previsti dal kit nipponico (sostituiti con quelli in resina della Verlinden durante la costruzione dell’M8 della Tamiya).
La torretta ha subito un ‘pesante’ lavoro di dettaglio interno con l’aggiunta delle rastrelliere porta munizioni, scatole varie, porta binocolo, supporti per interfoni, mentre per i dettagli esterni sono stati aggiunti il lungo supporto in metallo posto ai lati che fungeva da supporto per i carichi esterni.
Ho dettagliato il dispositivo di scorrimento della mitragliatrice con rod, plasticard e pezzetti di lamina di rame. Ho sostituito la Browning con quella prelevata sempre dal kit Tamiya in quanto più fine nei particolari rispetto a quella offerta dall’Italeri.
Anche in questo caso le fotoincisioni Eduard sono servite a migliorare piccoli particolari .
Sulla parte superiore del mezzo ho sostituito tutti i supporti degli attrezzi, le varie guide che ospitano il cavo d’acciaio, le protezioni dei fari, il supporto del clacson, e i sostegni delle taniche poste sia sulle fiancate sia nella parte posteriore.
Ho sostituito le ruote con quelle avanzate della Tamiya avendo il battistrada un aspetto più convincente .
A questo punto ho dato una mano di primer spray della Tamiya (per evidenziare eventuali difetti….) a cui ha fatto seguito una prima mano di Olive drab della Life color seguito da successive mani dello stesso colore leggermente schiarito con del bianco per cominciare a dare maggiore profondità e spezzare la monotonia della livrea monocolore.
Atteso un paio di giorni ho steso leggere velature di Buff della Tamiya per dare un aspetto impolverato e più vissuto al mezzo, sporcando anche la parte inferiore con una miscela di acqua, colla vinilica e sabbia finissima per simulare accumuli di terra e fango sulle parti maggiormente esposte all’usura.
A questo punto ho effettuato un lavaggio con i colori ad olio diluiti in acquaragia con il terra d’ombra naturale. Una volta asciugato sono passato a lavaggi selettivi mirati a dare maggiore tridimensionalità al mezzo, usando altre tonalità (nero, bruno van dick, terra di siena naturale e bruciata) sempre con la medesima tecnica.
Dopo un paio di giorni d’attesa, necessari per far si che i colori ad olio si possano amalgamare alla tinta di base, sono passato al dry brush (la tecnica del pennello asciutto….) usando i colore di base schiarito o con il bianco puro o con tonalità chiare di sabbia e ocra.
Completamente autocostruiti (tranne due presi dal kit) con pezzi di fazzolettini imbevuti nell’acqua e colla vinilica i numerosi carichi esterni con i quali ho completato “l’arredo” del mezzo…. misura necessaria per avere i tanti sacchi, teli (e quant’altro i carristi posizionavano sui veicoli…) della foggia e dimensione particolare oltre al grado di realismo che ne consegue.
Lacci e fili (ho usato sottili filamenti di rame di vario diametro oltre a del comune filo per cucire) per imbragare il tutto hanno dato un elemento di realismo in più alla torretta.

Willys Jeep (Italeri)
Si tratta del vecchio kit Italeri, corretto nelle forme e nelle dimensioni …. certo…. il peso degli anni comincia a farsi sentire (paragonandolo alla recente uscita dell’analogo kit della Tamiya) ma, a mio avviso, rimane sempre un ottimo kit di partenza per eventuali modifiche per particolari versioni , per i patiti del superdettaglio o per coloro che, visto anche l’ottimo rapporto qualità/prezzo, riescono a elaborare un dignitosissimo mezzo da inserire come riempitivo nei diorami.




Avendolo costruito solo nelle parti principali un po’ di tempo prima del mio lavoro che volevo realizzare, l’ho “resuscitato” ambientandolo come mezzo distrutto… a tal fine sono intervenuto sulla parte anteriore del cofano motore (deformandolo con la punta di un saldatore), simulando danni e fori di proiettili, eliminando le ruote anteriori, aprendo lo sportellino posto sul lato destro del guidatore (ho dovuto ricostruire in plasticard la struttura interna sostituendo le centine del telone protettivo (anche queste mezze distrutte… di cui una sul terreno) e i loro supporti.
Per la parte posteriore ho sostituito i due parafanghi leggermente sovradimensionati con altri realizzati in lamina di rame, il supporto dell’antenna e il porta ruota.
Per la colorazione della Jeep ho seguito le stesse tecniche usate per l’M8.

Figurini
Per la scena che volevo rappresentare ho usato due splendidi soggetti della Royal Model (il carrista ‘buontempone’ artefice degli scherzi nonché del titolo del diorama… e l’ignaro quanto rilassato carrista appoggiato al mezzo….) in resina che ben si adattano all’atmosfera del luogo , mentre i restanti due sono di provenienza Tamiya (del kit sempre dell’M8 ) il Ten. in piedi con la bottiglia è stato modificato nella posizione delle braccia (stuccato e adattato alla nuova esigenza scenica….) mentre quello seduto sopra una tanica e appoggiato al bidone gli è stata sostituita la testa con una più espressiva di marca Hornet in resina.
Tutti sono stati dipinti con acrilici Lifecolor e rifiniti con colori ad olio.

Ambientazione
Per la casa ho usato il kit dell’Italeri ( casa diroccata) estesamente modificata e migliorata per farla apparire in un pesante e lungo stato di abbandono. Ho autocostruito il lampione con plasticard e piccoli pezzi di acetato trasparente, i reggitende e tutte le parti distrutte quali travi, piastrelle, porta dal lato interno e strutture della casa con listelli di balsa e bastoncini dei gelati…
Per simulare l’erba ho usata materiale ad hoc di provenienza ferroviaria e stoppa da idraulico, oltre a kit vari (Italeri, Tamiya) per utensili usati nel diorama.




I mezzi usati appartenevano ai seguenti reggimenti:

  • M8 Greyhound: ‘Austin’ 7th Armored Div., 87th Cavalry Reconnaissance Squadron, Mechanized A troop
  • Willys Jeep: 101st Airborne Div., 506th Regiment - Company ‘C’, Vehicle 4


Mario Bentivoglio
[Gallery]
A. M. B. Brescia
11.02.2004

Nota: questo articolo è stato originariamente pubblicato nel sito superEva


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