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McDonnel Douglas F-15E - Massimo Cerrato




Il McDonnel Douglas F15 Eagle è senza dubbio il degno successore del McDonnel F4 Phantom II sebbene lo abbia sostituito soltanto nelle versioni a terra dell’USAF e non abbia avuto il medesimo successo di esportazione.
Comunque in molti casi resta un velivolo ampiamennte superiore al predecessore, del quale conserva la similitudine di pianta alare a semi delta; rappresentando sotto ogni aspetto un velivolo nuovo.
A cominciare dall’abolizione del RIO, caricando così di una maggiore mole di lavoro il pilota; per altro già sovraccaricato dall’attenzione richiesta dall’esuberante velivolo che rispetto al vecchio Phantom mostrava maggiori doti di arrampicata e di manovra, spingendosi al limite dei fatidici 8g di carico del corpo umano.




Tuttavia le analogie sono curiose e come il predecessore che ha raggiunto la piena maturità soltanto con la versione E (sulla quale era stato imbarcato il cannoncino fisso in fusoliera e si realizzò così un vero velivolo multi ruolo: avendo già in precedenza capacità di attacco al suolo e bombardamento) analogamente l’F 15E Strike Eagle ha ricevuto un secondo componente l’equipaggio e imbarcato armamento di caduta, passando così da una versione dedicata alla superiorità aerea, nuovamente alla condizione di multi ruolo; compito fino a quel momento demandato al solo F 16, in qualità di bombardiere tattico leggero.




Questo biposto pur conservando le capacità di superiorità aerea della versione monoposto (F 15 A/C, le biposto B/D sono impiegate per l’addestramento pur mantenendo possibilità belliche), incrementate dalla potenza sviluppata dai nuovi motori da circa 15.0000 kg/spinta ciascuno e l’impiego di ugelli a geometria variabile, è infatti in grado di trasportare un carico bellico di circa 15.000 kg sia in compiti di strike sia di bombardamento; ma anche questo ha un costo: migliorato l’autonomia con i serbatoi conformati, aumentato il carico bellico, è diminuita di quasi 100 km/h la velocità e di 2.000 m la tangenza pratica.
Tuttavia mentre le versioni da superiorità aerea a 40 anni dal primo volo (25 per la versione E) sono poco alla volta sostituite dall’F 22 Raptor, questa in oggetto continuerà a essere impiegata ancora per molto tempo.
A oggi l’impiego, come si è detto, è piuttosto limitato: il maggiore utilizzatore è l’USAF americana; ma sottoversioni sono state sviluppate per altre aeronautiche: I per Israele, K per la ROKAF della Corea del Sud (la versione a oggi più potente dell’F 15), S dalla RSAF Saudita, SG per Singapore: partecipando a tutti i principali conflitti degli ultimi vent’anni, a cominciare dalla Prima Guerra del Golfo nel 1990, fino al più recente impegno in Libia.




In seguito alla distruzione delle Twin Towers l’11 settembre 2001, il 4º TFW che già in passato era stato operativo nel Golfo Persico, fu rischierato sul nuovo teatro operativo afghano.
A ricordo di questa operazione l’americana Eagle ha realizzato una bella serie di decals denominata “Never forget”, riprendendo il motto che questi velivoli riportano a prua, oltre alla scritta comune “11 settembre” (dove il numerale è rappresentato da due torri stilizzate) accompagnata da un’immagine individuale.
Il foglio offre la possibilità di riprodurre una decina di velivoli: tutti appartenenti al 4º TFW.
Ho scelto di realizzare il 881687, uno Strike Eagle del 391º TFS, adornato con il disegno di un’acquila americana intenta a rifarsi le unghie con la sgorbia.


F-15E © Massimo Cerrato

Il modello realizzato invece è quello dell’Academy e il voto è: eccellente; tuttavia comporta una serie di attenzioni.
In primo luogo i seggiolini sono privi di finiture, cosicchè è stato necessario riprodurre sia le cinture di sicurezza sia la maniglia/attuatore dell’espulsione di emergenza, posta sul lato destro inferiore del seggiolino medesimo.
In proposito a questo particolare le indicazioni fornite dal foglio istruzioni sono errate: gli attuatori di espulsione sono gialli e non neri che è il colore del seggiolino.




L’interno del cockpit deve essere completato con un maniglione posto sul cruscotto del RIO; altre maniglie si trovano nella parte interna del tettuccio, raggiungibili dal RIO e dal pilota; inoltre gli immancabili specchietti retrovisori.
Realizzata la carlinga l’unione delle due simifusoliere non crea particolari problemi; al contrario i serbatoi conformati, il cono di prua e le prese d’aria motore: tutte queste parti richiedono un opportuno intervento di stucco.




Una certa difficoltà di montaggio, al contrario, è richiesta dagli ugelli; la scelta di offrire un kit da ricorstruire pezzo pezzo è decisamente ottima in quanto offre un soggetto molto realistico.
Si consiglia di montare un “petalo” alla volta lasciando asciugare la colla per un’ora almeno.




L’interno però è stato riprodotto in maniera parziale: è quindi necessario incidere a metà (secondo la lunghezza) ogni singolo pezzo per renderlo coerente con l’esterno del medesimo.


F-15E © Massimo Cerrato

Un ragguaglio a proposito di questo componente: il materiale impiegato per la loro realizzazione contiene probabilmente del magnesio o del boro.
Questi metalli con il calore assumono dei carbonati di colore bianco! Ne consegue che dopo avere dato il colore metallico di fondo, è opportuno “sporcare” l’interno con del colore bianco tenuto “asciutto”.




Un errore presente nelle istruzioni del kit è riferito all’invito a scegliere fra i piloni da montare sotto il ventre dei conformati e quelli laterali: la versione E vola sempre con i conformati e con tutti i piloni montati, soltanto le stazioni sono impegnate secondo le esigenze.




Desiderando realizzare un modello impiegato in teatro operativo si devono tenere presente alcune considerazioni.
Innanzitutto tutto l’armamento (missilistico e di caduta) non presenta anelli di vernice blu ma gialla, non trattandosi di materiale inerte impiegato per le esercitazioni.
Conseguentemente le foto mostrano diverse combinazioni di armamento.
Le operazioni generalmente si svolgono con una coppia di missili Sidewinder a guida infrarosso (per le brevi-medie distanza) e una coppia di missili Sparrow a guida radar (per le distanze medie-lunghe); montati entrambi alle stazioni subalari su rotaie laterali: i primi sulle rotaie esterne i secondi su quelle interne.
Con questo armamento la stazione centrale risulta libera o occupata da serbatoi ausiliari; mentre l’armamento di caduta è montato sui “conformati”.




Per le operazioni in Afghanistan dove non c’era la minaccia aerea, sembrerebbe che fossero stati impiegati soltanto una coppia di Sidewinder montati sulle rotaie esterne; mentre l’armamento di caduta era influenzato dal tipo di missione e il numero di serbatoi ausiliari.
Nel caso realizzato la scelta è stata per un ausiliario sotto il ventre e le Mk 84 su triplette subalari, per la saturazione d’area su impostazione ampia.


F-15E © Massimo Cerrato

La colorazione adottata è quella tipica che ha sostituito il grigio azzurro degli anni ’80: si tratta dell’FS 36118, riprodotta utilizzando il colore Tamiya XF24, risultato in effetti il più corretto.
Le bombe sono in olive drab (Humbrol 116); le strisce gialle (Hu 69) sono state eseguite volontariamente in maniera imprecisa, in quanto non si tratta di un aspetto molto curato proprio per il loro impiego particolarmente a consumo.
Attenzione al fermo del tettuccio: il corpo del cilindo attuatore e il fissaggio di questo sono in rosso vivo (Hu 153).
Nel caso come il modello scelto attenzione a non farle blu in quanto si tratta di armamento inerte.
Ovviamente anche i missili sono nella condizione attiva, pertanto anche questi hanno la striscia gialla dietro alle alette stabilizzatrici anteriori; mentre le altre due sono state rese simili impiegando il colore oro diluito.




l’araldica del 4º TFW, del 391º TFS e del TAC

Massimo Cerrato
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25.07.2012



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