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Lo Ju 52 ha rappresentato per le forze dell’asse quello che il C 47 Dakota è stato per gli alleati.
Del mulo da trasporto della Luftwaffe furono costruiti ben 4850 esemplari di tutte le versioni.
Concepito come trasporto civile la sua versatilità condusse a impiegare la versione g3e nel duplice ruolo di bombardiere e trasporto.
Con l’introduzione sulla versione g5e di motori più potenti, carrello intercambiabile (ruote, sci o galleggianti) e la rimozione della torretta ventrale il velivolo fu dedicato unicamente al trasporto.
La versione g9e oltre alle migliorie apportate sulle precedenti (g6e: impianto radio migliorato; g7e introduzione autopilota e portello di carico ingrandito) montava motori BMW 132z più potenti rispetto alle versioni precedenti e capace del traino alianti: soprattutto distinguibile facilmente per la presenza di una postazione armata sopra la cabina di pilotaggio, denominata "nido del condor".
Caratteristica peculiare che offriva al velivolo una notevole robustezza tanto da permettergli il rientro alla base pur con gravi danni a bordo era la fusoliera "a scatola" in lamiera ondulata.
Il "bianco" non può non essere sporco in prossimità dei tubi di scappamento e sui finestrini laterali ci sarà stata un po’ di neve?
Il modello della Italaerei (questa era la denominazione originale di questa vecchia edizione ristampata qualche anno fa) riproduce un Ju 52/3m-g9e appartenente al KGzbv700 impiegato nell’inverno 1942-43 nel rifornimento della 6a Armata di Von Paulus assediata a Stalingrado.
È rappresentato al principio della campagna invernale quando la neve fresca aveva consigliato la sostituzione delle ruote con gli sci (in seguito, una volta divenuta compatta, le rare foto mostrano che furono nuovamente utilizzate le ruote); pertanto la vernice bianca lavabile riportata a livello di reparto sopra l’originale a due toni di verde, deve apparire ancora integra.
Colore che è stato riprodotto con il bianco opaco della Gunze che ha garantito un’ottima copertura.
Nonostante i soldati di Von Paulus avessero mandato molte lettere alle famiglie e siamo a conoscenza dei sacrifici che dovettero sopportare; ben poco si è detto in riguardo alle difficoltà logistiche incontrate dalla Luftwaffe: è molto probabile che gli armieri-capo carico mantenessero la loro postazione difensiva, mentre si svolgevano febbrilmente le operazioni di scarico e imbarco dei feriti, con i piloti al loro posto pronti a muoversi.
Mentre truppe di terra difendevano il sedime aeroportuale da probabili attacchi da parte della Armata Rossa.
All’operazione di rinforzo partecipò ogni tipo di velivolo che fosse stato in grado di imbarcare materiale o soldati.
Il modello nonostante l’età è di un’attualità incredibile, con precisione di particolari che alcune case si sono attivate soltanto in tempi recenti; alcuni particolari come le lamiere forate nella porta di ingresso, il predellino del capo carico, l’armamento mostrano una precisazione che avrebbe fatto invidia alle marche di oggi più note e persino ai realizzatori di particolari in resina; tuttavia pur nella sua semplicità il modello richiede particolari attenzioni nell’incollaggio delle parti e non sono mancate le stuccature.
Una particolare attenzione deve essere posta all’atto di incollare gli sci, in quanto devono essere posizionati differentemente secondo se il velivolo è rappresentato in volo o a terra; quindi è stato opportuno un primo posizionamento a secco quando tutto era ormai assemblato.
Un’ultima precisazione sulla loro colorazione di questi oggetti: evidentemente le parti superiori erano in bianco, le inferiori invece difficilmente l’avrebbero conservata con lo sfregamento sulla neve.
Considerando inoltre il basso impatto che avrebbe potuto avere su un cielo brumo il colore dell’alluminio nella sua tinta naturale, ho preferito in assenza di riscontri sicuri di colorarli secondo quest’ultima condizione con Hu 56.
Tabella riassuntiva modelli a confronto
sono stati presi in considerazione le versioni 3m g7e e 3m g9e con il C 47 Dakota; comparabili in quanto entrambi trasporti a medio raggio.
Ju 52/3m g7e | Ju 52/3m g9e | C 47 Dakota | |
Equipaggio | 3 | 3 | 3 |
Tipo di missione | Trasporto merci o paracadutisti, evacuazione sanitaria | Trasporto merci o paracadutisti, evacuazione sanitaria | Trasporto merci o paracadutisti, evacuazione sanitaria |
Carico utile | 28 paracadutisti o 18 barelle o 4540 kg merci | ||
Apertura alare (m) | 29,2 | 29,2 | 28,9 |
Lunghezza (m) | 18,9 | 18,9 | 19,6 |
Altezza | 5,5 | 5,5 | 5,2 |
Superficie alare (m2) | 110,5 | 110,5 | 91,69 |
Motore | BMW 132T 3x 830 cv |
BMW 132Z 3x 841 cv |
Pratt & Witney PW R1830-93 2x 1216 CV |
Peso a vuoto (kg) | 6500 | 7650 | |
Peso a pieno carico (kg) | 10700 | 11800 | |
Autonomia trasferimento (km) | 1100 | 2415 | |
Tangenza pratica (m) | 5900 | 7070 | |
Velocità massima (km/h) Alla quota di (m) |
286,5 1400 |
370 2300 |
|
Armamento | 2 MG 15 da 7,9 mm (laterali) 1 MG 15 da 7,9 mm o 1 mg 131 da 13 mm (dorsale) |
2 MG 15 da 7,9 mm (laterali) 1 mg 131 da 13 mm (dorsale) 1 MG 15 da 7,9 mm o 1 mg 131 da 13 mm (“nido del condor”) |
Massimo Cerrato [Gallery] 01.04.2013 |