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Le Ferrari vittoriose alla 24 ore di Le Mans

Mario Galimberti




Nel 1949, dopo una pausa di dieci anni dovuta al secondo conflitto mondiale, viene nuovamente organizzata la 24 ore di Le Mans.
Quella edizione vide per la prima volta al via due Ferrari.
Queste vetture erano due "166 MM" spinte da un motore 12 cilindri di 1995cc; un modello che la casa di Maranello aveva realizzato per soddisfare le richieste dei suoi primi clienti sportivi.
E fu proprio una di queste due auto, quella acquistata da Lord Selsdon, che la guidò in coppia con Luigi Chinetti a regalare al Cavallino Rampante la prima vittoria nella maratona francese.




La seconda vittoria invece, arrivò cinque anni più tardi quando nel 1954 Froilan Gonzales e Maurice Trintignant portarono al successo la grossa "375 Plus" ufficiale, spinta da un poderoso 12 cilindri di 4954cc.




Nel 1957 arriva la "250 Testa Rossa" spinta dal classico 12 cilindri di 2953cc, ma nell’edizione di quell’anno l’unico esemplare schierato dalla squadra ufficiale sarà costretto al ritiro.
L’edizione del 1958 vide ben dieci Testa Rossa al via, di cui tre ufficiali e sette affidate ai clienti sportivi.
La vittoria andò alla "250 TR 58" ufficiale guidata da Phil Hill e Olivier Gendebien.




Nel 1960, dopo la sfortunata edizione del 1959 nella quale nessuna Testa Rossa al via arrivò al traguardo, i bolidi di Maranello centrarono la prima delle sei vittorie consecutive con Olivier Gendebien e Paul Frere sulla "250 TR 60" ufficiale.




Il 1961 vide la terza vittoria della Testa Rossa grazie a Phil Hill e Olivier Gendebien che con la "250 TRI 61" bissarono il successo del 1958.




Per il 1962 la federazione decise di riservare il Mondiale Marche alle berlinette Gran Turismo, ma a Le Mans le grosse Sport poterono correre nella categoria "Sperimentale" senza poter raccogliere punti per il Mondiale Marche.
La vittoria andò alla coppia formata da Phil Hill (terza vittoria) e Olivier Gendebien (quarta vittoria) che portarono al successo la grossa "330 LM" spinta da un 12 cilindri di 3967cc, mentre al secondo e terzo posto si piazzarono due "250 GTO", ovvero due esemplari della berlinetta realizzata appositamente per disputare il Mondiale Marche.




Nel 1963 venne istituita la categoria "Prototipi" e la squadra ufficiale schierò le nuove "250 P" spinte dal classico 12 cilindri di 2953cc.
Ad imporsi fu la vettura di un equipaggio tutto italiano, quello composta da Ludovico Scarfiotti e Lorenzo Bandini.




Questa vettura, con il nuovo motore di 3299cc e denominata "275 P" si impose anche nell’edizione del 1964 con Jean Guichet e Nino Vaccarella.




Sul finire del 1964 la Ferrari presentò la nuova berlinetta denominata "250 Le Mans" che nell’anno seguente dovrà sostituire la 250 GTO nel Mondiale Marche, ancora riservato alle Gran Turismo.
Ma la Federazione Internazionale decise di omologare la vettura come Prototipo anziché come Gran Turismo suscitando le ire di Enzo Ferrari nei confronti della Federazione Italiana rea di non averlo appoggiato presso la Federazione Internazionale per quanto riguarda l’omologazione.
Ferrari decise di rinunciare alla licenza italiana per il resto della stagione e negli ultime due Gran Premi di Formula Uno schierò le sue vetture dipinte con i colori bianco e azzurro della scuderia americana N.A.R.T. rinunciando così al classico rosso italiano.
E fu proprio questa vettura, iscritta dalla scuderia americana N.A.R.T. e guidata da Jochen Rindt e Masten Gregory che regalò alla casa del Cavallino la nona ed ultima vittoria nella classica gara di durata francese.




I kits sono tutti della Starter in scala 1/43.


Mario Galimberti

01.12.2014

Mediolanum Modelling Club

[Gallery]





Commento di luigi prosperi [22/02/2021]:

molto bello




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