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Un po’ di storia
Il Fieseler Fi 156 Storch (”Cicogna” in tedesco) venne progettato come aereo di appoggio, salvataggio e collegamento per l’esercito.
Molti alti ufficiali tedeschi, tra cui i feldmarescialli Erwin Rommel e Albert Kesselring, avevano i loro Fi 156 personali.
Un paio di eventi che resero celebre questo aereo furono il suo impiego nella drammatica liberazione di Benito Mussolini imprigionato in un albergo sul Gran Sasso, avvenuta il 12 settembre 1943 ed il volo di Hanna Reitsch eseguito il 25 aprile del 1945 sulle rovine di Berlino con a bordo il nuovo comandante supremo della Luftwaffe, il generale Ritter von Greim.
Imprese del genere rivelarono immediatamente la straordinaria capacità dello Storch di decollare da spazi ristretti: poteva sollevarsi in volo in soli 60 metri e atterrare in 20, grazie ai suoi ipersostentatori sul bordo d’attacco alare e a quelli a fessura sul bordo d’uscita.
Il prototipo, che volò per la prima volta nel 1936, poteva sollevarsi in volo con un vento di prua di 40 km/h.
Progettato nel 1935, il Fi 156 entrò in produzione durante il 1937 come aereo da collegamento ed osservazione.
Lo Storch era un monoplano con ala alta controventata a struttura composita, piani di coda anch’essi controventati e un pattino caudale d’atterraggio.
Ciascuna semiala poteva essere ripiegata all’indietro per consentire una migliore sistemazione e il carrello poteva essere dotato di sci per l’impiego in zone innevate.
I finestrini bombati dell’abitacolo assicuravano ai due membri dell’equipaggio un’eccellente visuale laterale ed inferiore.
La produzione in Germania, Francia e Cecoslovacchia fino alla fine della Seconda guerra mondiale ammontò a circa 2.900 velivoli, ma anche dopo tale data continuarono ad essere costruiti in Francia come Morane-Saulnier MS-500 e in Cecoslovacchia come Mraz K-65 Cap.
Il Fi. 156 in numeri:
Un grande e nuovissimo kit della Tamiya in 1/48, creato appositamente per commemorare il 100° kit della ditta giapponese in scala 1/48, riguardante un velivolo in forza alla Luftwaffe durante la seconda guerra mondiale: il Fieseler Fi 156 Storch.
Aprendo la scatola, davvero pesante, non si può non rimanere a bocca aperta davanti al contenuto: la prima cosa che salta all’occhio è il blister di cartoncino all’interno del quale troviamo il longherone delle ali in fotoincisione, la struttura del carrello in metallo ed un’altra piccola lastrina in fotoincisione con alcuni dettagli del cockpit.
Quello che desta più impressione però sono i vetri laterali già stampati sulla fusoliera, con un incredibile mix di plastica grigia e trasparente! Roba da non credere!
Il dettaglio è completo, sia a livello di abitacolo che di motore, con la possibilità di lasciarlo in vista.
Studiando le istruzioni notiamo un assemblaggio volto alla più totale semplificazione sia per le fasi di montaggio che per la colorazione finale. A proposito di colorazione, sono fornite le mascherine adesive pre-sagomate per il tettuccio e tutta la vetratura laterale.
Varie le opzioni di montaggio: si possono sceglie tre diversi tipi di carrello di coda: col ruotino, col pattino o con gli sci; lo stesso vale per i carrelli principali, che si possono montare con le ruote o con gli sci.
Le istruzioni sono nel classico stile Tamiya, quindi molto chiare e complete, rilegate sottoforma di un piccolo libretto di 20 pagine, mentre le istruzioni per la colorazione sono fornite a parte, stampate a colori.
Un’ultima annotazione riguardano le decals, complete di stencils, che permettono di realizzare 5 esemplari: due tropicali, usati da Rommel, nella classica mimetica desertica, in due varianti, di cui una classica in RLM 79 e l’altra molto interessante, con linee serpeggianti il RLM 78 sul 79.
Gli altri tre esemplari prevedono due nella classica livrea a sprinter in RLM 65/70/71, di cui uno usato per la liberazione di Mussolini, mentre l’ultimo dotato di sci e con mimetica invernale operante in Russia.
Da notare come il kit dia la possibilità di realizzare un piccolo diorama fornendo tre figurini (Rommel e due sottoufficiali), nonché taniche e bidoni di carburante per una piccola ambientazione.
In conclusione un modello meraviglioso, che fa venir voglia di staccare i pezzi e cominciarne il montaggio, del resto cosa che ho fatto. Peccato solo per il prezzo, un pò elevato, ma c’è da dire che vale ogni singolo Euro speso.
Come potete ben intuire, il modello è stato pertanto costruito da scatola, visto che all’interno della stessa c’era tutto e di più.
Ho studiato bene le istruzioni e ho deciso di optare per il Fi. 156 usato da Rommel in Nord Africa nel 1942, potendo utilizzando così anche i figurini inseriti nel kit stesso.
Il camouflage del Fi. 156 preso in esame, come già accennato sopra, era: superfici superiori delle ali ed intera fusoliera in RLM 79; superfici inferiori in RLM 78 (i colori standard utilizzati in Africa dalla Luftwaffe).
Infine, sulla parte in RLM 79 ho dipinto con dei microbrush fini, le linee serpeggianti in RLM 78.
Per la colorazione di questo velivolo ho usato gli acrilici, dati a pennello, Lifecolor UA 062 (FS 35414) come RLM 78, mentre il Lifecolor UA 137 (FS 30219) come RLM 79.
Dopo il posizionamento delle decals ho voluto dare al modello un aspetto vissuto, dovuto all’usura, al fumo dei gas di scarico, alla polvere del deserto ed alle manutenzioni varie, cercando altresì di mettere in evidenza le linee delle pannellature, per poi sigillare il tutto con spray opaco trasparente.
Figurini e Mezzi
Per quanto riguarda i figurini ho utilizzato quelli inseriti nel kit che riguardano il feldmaresciallo Rommel, la famosa “volpe del deserto” con due suoi ufficiali.
Per quanto riguarda invece i mezzi ho voluto inserire un articolo della Tamiya “preso in prestito” da un kit ormai in disuso e riguardante la Kuebelwagen type 82 – Africa – con pilota ed autista.
La Kuebelwagen type 82 è stata dipinta con il TS 3 Dark Yellow della Tamiya, subendo poi dei lavaggi in varie tonalità di marrone e nero, opachi, in modo da accentuare l’usura della vettura stessa.
I figurini sono stati dipinti nei classici colori della mimetica tropicale, cioè in khaki, con diverse sfumature in marrone più o meno chiaro, per accentuare le pieghe dei vestiti, con smalti della Humbrol.
Solo la giacca del figurino di Rommel è stata dipinta in un yellow chiarissimo, praticamente quasi bianco.
Ambientazione
Per la base ho sempre utilizzato una semplice cornice cm. 20×30, senza la lastra di vetro.
Ho ricoperto la base con uno strato di colla vinilica, cospargendola poi con un miscuglio di sabbia del deserto, quella vera, e piccoli sassolini. Ho incollato poi dei piccoli ciuffetti di muschio a simulare la tipica bassa vegetazione del deserto.
Ho dato una spruzzata leggera di TS 46 Light sand per simulare la polvere depositata su tutta la superficie, soprattutto sulla vegetazione e la Kuebelwagen, per poi sigillare il tutto con una bella spruzzata di trasparente opaco.
Il modello qui rappresentato è un Fi.156 C-3 trop, codice di identificazione SF+RL.
Era il velivolo personale di Erwin Rommel, impiegato come aereo da collegamento e osservazione sul campo da battaglia, in Nord Africa nel 1942.
Buon modellismo a tutti !!
Marco Vergani [Gallery] 15.03.2008 |
Il mio prossimo lavoro riguarderà lo Junkers Ju 52, un kit Revell in 1/48.