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Un "Falco poco rapace"
Si tratta di un esemplare di F-104S, il "53-06" (MM6825), in servizio presso il 21° Gruppo CIO del 53° Stormo AMI e interamente decorato per il tradizionale raduno dei reparti di volo di tutte le nazioni NATO, il "Tiger Meet", che nel luglio 1988 si svolse presso l’aero-base a Cameri (Novara).
Ho voluto rappresentare il velivolo dopo l’atterraggio, in rullaggio verso la sua zona di parcheggio.
Il kit
Il Kit è dell’Hasegawa, in scala 48 (con foto sulla scatola di Jimmy Brunello) e presenta alcuni particolari da correggere per trasformarlo nella versione S.
Quelli che ho ritenuto indispensabili, perché maggiormente visibili sono:
- Eliminazione dei portelli d’ispezione trapezoidali ai lati delle prese d’aria e incisione delle prese d’aria ausiliari rettangolari.
- Taglio del bordo d’entrata della pinna ventrale alla giusta angolazione.
- Aggiunta delle due minuscole antenne laterali a forma di bulbo, di colore chiaro, vicino agli aero-freni.
Il kit è stato montato da scatola, con minimi interventi di miglioria e con l’aggiunta di alcuni pezzi autocostruiti:
- Sostituita la sonda di Pitot con una di metallo fatta artigianalmente inserendo uno spillo in un tubetto metallico (ho usato quello dell’erogatore di collante Revell).
- Aggiunta della piccola antenna a lama, di colore nero, dietro il cono del radar.
- Sostituite le maniglie d’espulsione sulla sommità del seggiolino.
- Ingrandito l’appoggiatesta del seggiolino.
- Sistemata la parte del seggiolino alle spalle del pilota, con l’aggiunta di plasticard e minuscole fascette in metallo tenero per riprodurre le cinghie presenti.
- Dettagliati con una certa approssimazione tutti i bordi dell’abitacolo, del parabrezza e del tettuccio.
- Aggiunta della tela copri strumentazioni dietro il cruscotto. Ho usato un paio di sottilissime sfoglie di stucco epossidico Tamiya applicate con l’acqua.
- Aggiunta del pilota. Si tratta di un pezzo della Monogram proveniente da un kit Revell, col braccio sinistro limato via e sostituito con quello di un altro figurino. Gli ho solo aggiunto le cinghie sulle spalle, il dettaglio del giubbotto di salvataggio intorno al collo e la maschera (sganciata) col suo tubo.
- Allungamento della gamba anteriore del carrello, con ricostruzione del compasso antitorsione. La parte cromata è un pezzo di chiodino, non colorato.
- Dettagliate le gambe principali del carrello e l’interno dei loro portelli.
- Costruito il vano del para-freno con l’uso di una lamina sottile di rame, cavi elettrici di recupero e plasticard.
- Dettagliati sommariamente i flabelli dell’ugello propulsore, ma solo dal lato interno.
- Aperto i vari portellini presenti in fusoliera. Quando il propulsore è in funzione questi, per depressione, si aprono verso l’interno.
- Eliminate alcune file di rivettature o viterie su semiali, flap, timone e "zona poppiera", sotto la deriva.
- Flap posizionati approssimativamente in posizione di atterraggio. Non ho misurato l’angolazione.
- Inseriti i due spinotti di sicura, con fettuccia identificativa rossa, vicino alle estremità alari. Dell’esatto posizionamento non ne sono tanto sicuro. Non ho trovato riferimenti fotografici esatti.
Colorazione e decal
La livrea a tre colori (tutti acrilici opachi Tamiya) è stata aerografata, mentre i contorni delle teste e le strisce nere del manto di tigre, sono stati sovra-pitturati a pennello con gli acrilici-vinilici Lifecolor. Solo alcune pennellate sul dorso sono state leggermente sfumate col nero ad aerografo a mano libera, senza mascherature.
Tutte le parti in alluminio opaco del carrello e dei suoi vani sono state aerografate con una lacca metallica opaca.
I recessi sono stati ombreggiati lievemente ad aerografo con colore marrone scuro molto diluito, mentre i rilievi sono stati profilati a pennello col nero.
L’ugello di scarico è stato aerografato interamente con un colore sintetico acciaio Model Master metalizer (lucidabile) e successivamente annerito con aerografo usando prima marrone scuro e poi nero, diluiti e opacizzati al massimo con l’aggiunta di una buona dose di Tamiya flat base.
Anche per tutti gli altri minuscoli particolari metallici, come i sensori in fusoliera, il tubo di Pitot e i rostri per l’espulsione del tettuccio in cabina, ho usato i metalizer (acciaio e oro), ma
con la tecnica del pennello asciutto su una base di colore nero opaco.
Le decal risultano stampate bene, ma i vari colori sono parecchio fuori registro, per questo ne ho usate solo alcune.
Le coccarde, gli stemmi del 53° Stormo sulla deriva, le teste e le strisce nere del manto di tigre, la striscia rossa di coda e quella della sonda di Pitot, li ho pitturati con l’uso di mascherature adesive, aerografo e pennello.
Devo ammettere di aver fatto alcuni errori, alcuni dei quali irrimediabili; me ne sono accorto quando ormai era troppo tardi:
- Le decal delle matricole militari sono sbagliate: avrei dovuto sostituire il numero 5 col 6 (MM6825), tagliando via il numero sbagliato e successivamente scrivere quello corretto con un pennellino affilato.
- La zona dell’abitacolo dietro il seggiolino dovrebbe essere di un grigio scuro e non dello stesso colore del resto dell’abitacolo.
- I portelli piccoli del carrello principale risultano eccessivamente inclinati in alto: avrei dovuto accorciare le barre o tiranti che uniscono i portelli con le gambe del carrello, in modo da posizionarli più in basso, vicino alle ruote.
- Alcune strisce nere su ali e fusoliera non corrispondono alla realtà: le ho tracciate a mano libera.
- Non ho calcolato bene gli ingombri del figurino del pilota, quindi per inserirlo al suo posto ho dovuto tagliarli via la mano destra e una parte delle gambe. Ma si nota poco.
Riferimenti fotografici
Per il posizionamento del piano di coda, la postura del pilota e l’aggiunta delle bandierine svolazzanti delle sicure sotto le ali, mi sono ispirato al video-ricordo "F-104S 53°Stormo Cameri (No)", pubblicato da Alessandro Zucchelli sul sito web "YouTube.com".