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Nel 1882 il giovane Regno d’Italia cominciò la sua sfortunata avventura coloniale in Africa.
L’Abissinia (l’odierna Etiopia) si rivelò infatti un osso duro per l’esiguo esercito europeo sconfitto definitivamente ad Auda.
La scena rappresenta due militari in visita ad un accampamento degli Habab, pastori nomadi che stanziavano al confine settentrionale col Sudan allora dominato dai seguaci del Mahdi che tanto filo da torcere dettero agli inglesi in Egitto.
I comandi italiani trattavano bene gli Habab poichè venivano usati come sentinelle e informatori.
I tre figurini utilizzati nella scenetta sono prodotti dalla MMA di Perencin: il soldato semplice è un simpatico pezzo in metallo, l’ufficiale è in resina ed il guerriero è un’elaborazione.
Per il pastore Habab, sono partito dal gladiatore della MMA sfruttandone l’anatomia dopo avergli fresato gli schinieri.
Per il braccio sinistro ho usato dei pezzi in stirene.
Ho aggiunto una testa che avevo in magazzino che ha dei tratti confacenti (volto magro, zigomi alti ecc.), i panneggi sono stati ottenuti in Milliput bianco steso in due fasi: prima la sagoma e poi la finitura.
Anche la particolare acconciatura è stata realizzata in Milliput.
La zagaglia dalla grande lama è costituita da un tondino d’ottone e dalla lama in plasticard con la nervatura centrale in sprue.
Lo scudo in pelle indurita è una sfoglia di Milliput stesa su un cerchio di carta con L’umbone al centro ricavato dalla testata di un serbatoio di aereo 1/72.
Avendo perso spade e spadini degli italiani li ho ricostruiti in plasticard e rame.
La capanna era costruita con materiale trovato in loco: pietre, pali, rami e coperte.
Il bellissimo ghepardo è un animale addomesticato che mi son divertito a pitturare, ha lo sguardo rivolto alla scimmietta perché pensa alla merenda .
il fante invece è alle prese con una curiosa scimmietta.
Un dioramino semplice in cui spero di aver catturato uno spicchio dell’epopea Coloniale italiana in un momento di relax.