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L’argomento di oggi e’ una scenetta in 54 mm prodotta dalla Pegaso: la Battaglia di Teutoburgo scolpita da Konnov ed uscita nel 2000.
L’opera e’ veramente superba per qualità e plasticità dell’insieme; per intenderci, la fusione dei pezzi e’ nella migliore qualità Pegaso.
Un opera superba ma molto impegnativa sia come costo che realizzazione.
Storia
Nel 9 secolo d.C le legioni XVII, XVIII e XIX, si addentrarono nella selva di Teutoburgo, venendo colte di sorpresa dai Cheruschi ed altre tribù germaniche; la disfatta fu totale e tale da far temere un’invasione da parte degli stessi verso i territori Romani.
La disfatta fu sentita in maniera tale che le legioni disfatte non vennero mai sostituite, i tre numeri rimasero per sempre sepolti con i loro legionari, temendo che fossero di cattivo auspicio.
Gran parte del merito della vittoria germanica è attribuita a Arminio, capo della tribù dei Cherusci.
Arminio, era un profondo conoscitore delle tecniche di guerra romane essendo stato comandante ausiliaro dei romani; fu proprio grazie all’addestramento ricevuto che riuscì a portare a termine una tale impresa.
Dopo sei anni una spedizione Romana con quattro legioni vendicò la morte dei compagni e del loro comandante Varo.
Premettendo che parlerò poco della pittura, trattata già in altri interventi, vorrei dire che la scenetta e’ una buona palestra di pittura; troveremo diversi materiali: dai metalli alle stoffe, dal pelo animale ai cuoi e molto altro.
Per prima cosa dobbiamo procurarci un base adatta allo scopo e provare ad appoggiare tutti i pezzi che compongono la scenetta per vedere l’effetto finale.
Avendo trovato una base notevolmente più grande dell’insieme, ho optato per l’allargamento della disposizione del terreno, mantenendo sempre l’effetto ressa da battaglia, ma ottenendo anche una disposizione migliore dei pezzi per quanto riguarda la visione di ogni singolo soggetto.
L’ampliamento del terreno lo si può notare dalle zone di color rosso e bianco dovute al Das terracotta e normale.
Prima dell’essiccamento del tutto ho disposto dei sassi e copie di tronchi in resina per rendere il terreno meno monotono, cercando nello stesso tempo l’effetto selvaggio della scena.
Nel frattempo ho provato i vari kit per vedere cosa imperniare e cosa dover pitturare separatamente.
Fissati i perni ai vari figurini per l’ancoraggio alla base, sono passato alla collocazione dei vari pezzi negli alloggiamenti definitivi, per poter controllare l’effetto finale voluto.
Per il terreno ho usato, come dicevo prima, Das steso su una base vinilica testurizzato con pennello prima della completa essiccazione.
Ad asciugatura avvenuta, ho utilizzato colori marroni, grigi, gialli e rossi, sporcando il tutto con dell’olio nero molto diluito.
Poi sono passato alla vegetazione: ho collocato ciuffi di erba formati da alghe secche, incollati con colla vinilica, lavati poi con passaggi successivi di oli marroni e verdi.
Ho poi steso dell’erba artificiale, anche questa fissata con colla vinilica, e una volta essiccato il tutto, ho fatto un passaggio con un phon togliendo così ciò che non era fissato alla colla.
Per quanto riguarda la pittura vorrei dare il consiglio di pitturare i pezzi del il diorama non tutti insieme; per completare il lavoro ci vuole molto tempo, e magari vi annoierete a dipingere sempre soggetti simili.
Nel mio caso, ho alternato la pittura con altri kit, tipo busti, oppure soggetti della seconda guerra mondiale, proprio per evitare che la noia potesse contribuire a peggiorare il mio lavoro di composizione della scenetta.
La pittura è stata effettuata rigorosamente ad acrilico Vallejo ed Andrea, con sporcature ad olio marrone e nero.
Per il resto vorrei lasciare la parola alle foto, che spero siano di aiuto nella visione della scena.
A chi vorrà cimentarsi in tale impresa do il mio augurio di buon lavoro e tanta pazienza.
Alla fine otterremo un’opera di impatto che vi lascerà sicuramente soddisfatti.
Paolo Solvi [Gallery] [Non solo figurini militari] Gruppo Modellistico GPF Firenze 16.08.2005 |