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Nel nome di Cristo - Paolo Solvi


Vi presento una scenetta da me costruita utilizzando dei pezzi in commercio (Beneito), ed alcuni autocostruiti.
Tutto è cominciato quando, purtroppo, è venuto a mancare il grande Beneito; è scattata in me la molla di dovermi procurare quei pezzi che mi erano sempre piaciuti, ma mai comperati per eccedenza di quantità e per pigrizia, tanto poi li prendero’... dicevo.
La mia paura era quella di non poterli più avere nella mia collezione perchè, come è successo con altre case produttrici, vedi Almond etc., venuto a mancare il patron della stessa casa queste dopo pochi mesi cessavano l’attività.
In questo caso il pericolo è stato scongiurato e la ditta spagnola fortunatamente continua la sua produzione seguendo le orme dettate dal maestro Fernando.
Dopo questo kit, presto seguiranno altri pezzi che entreranno a far parte della mia collezione.




Il kit Beneito
Appena tolto dalla scatola per provare gli incastri a secco, mi ha da subito suscitato un fascino incredibile per cio’ che la scultura puo’ trasmettere, con quel suo Cristo in spalla e l’aria altezzosa e sprezzante del conquistador.




Da buon amante del Messico (paese veramente affascinante), e delle sue popolazioni antiche, Atzechi Maya Inca etc.. ho da subito pensato alle popolazione che furono costrette a subire la dominazione straniera, appunto nel nome di Cristo o di Dio.
La fede in questione pero’ era l’oro e tutte le ricchezze che questo continente nascondeva.

La scena
Avevo in mente una scenetta dove il conquistador domina gli indio da una posizione sopraelevata e di conseguenza anche la croce avrebbe sovrastato le vittime.




Il primo problema è stato quello di procurare gli indio: inizialmente avevo pensato ad un unico soggetto ma poi ho pensato che era più completa la scena se accanto all’indio incatenato ci fosse stata una donna disperata ed implorante.
In commercio non esiste nulla del genere quindi dovevo affrontare una autocostruzione, cosa davvero problematica per un’inesperto di tale arte.
Avevo di già provato a cimentarmi in tali imprese pero’ la disperazione mi ha sempre fatto abbandonare il tutto, questa volta pero’ ha vinto la tenacia, e con non poche difficoltà ho intrapreso e portato a termine l’opera.
Certo il risultato non è dei migliori, pero’ l’effetto secondo me è assicurato.

L’autocostruzione degli Indio
Ho utilizzato dei manichini multipose della Preiser, i cosidetti Adamo ed Eva.
Questi manichini hanno il pregio di essere scomposti in diverse parti e in più posizioni, così da trovare la posa giusta con lo sforzo minore, magari evitando delle costruzioni di anatomie ex novo che sarebbero ancora più complicate.
Dopo diversi tentativi, ho fissato l’anatomia nelle posizioni volute e ho scelto le teste più adatte, cercando quelle che più si avvicinavano alla fisionomia degli indio.
Per entrambe ho ricostruito i capelli con stucco bicomponente.






Ho vestito i due manichini con delle vesti misere, volendo così rappresentare dei poveri e semplici cittadini, e non guerrieri catturati dagli spagnoli.

Montaggio e pittura
Terminato il lavoro di autocostruzione ho primerizzato il tutto, e nel frattempo ho montato fin dove potevo il conquistador.
Così ho potuto impostare i piani di terreno per la scena: ho sovrapposto alcuni strati di balsa cercando di adattare il tutto alle posture dei manichini; trovato il giusto piano, ho incollato la base fornita nel kit della Beneito per poi costruire tutto intorno ad essa e nel piano inferiore, il terreno con das.
Sono così riuscito a rappresentare un terreno in lieve declivio occupando poco spazio inserendo allo stesso tempo una piccola ambientazione e tre figurini.


Nel nome di Cristo © Paolo Solvi

Terminata la stesura del das, l’ho testurizzato con un vecchio pennello per poi lasciarlo asciugare inserendo anche un piccolo tronco, delle radici, ed alcuni sassolini.
Ho poi cosparso il terreno con della colla vinilica diluita ricoprendolo con sabbie di vario tipo.
Una volta asciugato, ho utilizzato il mio vecchio phon per eliminare la sabbia in eccedenza.
Il tutto è stato dipinto con acrilici marroni, grigi, beige e bianchi e un poco di verde come ultimo passaggio. I tronchi sono stati trattati con lo stesso metodo.


Nel nome di Cristo © Paolo Solvi

Al termine di tutta la pittura e dopo l’asciugatura del colore, utilizzando la colla vinilica diluita, ho creato alcune zone che sono poi state spolverate con erbe sintetiche per ferromodellismo.
Come erba alta ho utilizzato muschi naturali, aggiungendo una pianta grassa oramai seccata.
Come ultimo passaggio, ho pitturato tutti gli elementi con verdi chiari e giallo cercando di rendere più naturale possibile il tutto.
Terminata l’ambientazione sono passato ai figurini: ho apportato una piccola miglioria alla croce cercando l’effetto corda nell’innesto tra le due parti formanti la stessa.
Per questo ho utilizzato del filo di ferro intrecciato e poi legato intorno alla croce.
La pittura come al solito è stata eseguita con colori acrilici.


Nel nome di Cristo © Paolo Solvi

Ho interpretato la pittura del Cristo sopra la croce come fosse un’incarnato normale; la pittura dei figurini è stata effettuata come già descritto in altri miei precedenti interventi.
Le vesti degli indio le ho pitturate con colori chiari neutri, per evidenziare l’appartenenza ad una classe sociale bassa; per il conquistador mi sono ispirato a vari libri e foto che raffiguravano e descrivevano l’abbigliamento di tali soggetti.
Spero che la scena coinvolga lo spettatore come è stato per me la sua realizzazione, e soprattutto sappia esprimere il concetto di base al quale mi sono ispirato.
Dal mio canto, mi sono divertito nell’autocostruzione; certo che se guardo il risultato finale e lo metto a confronto con ben altri maestri, mi prende un grande sconforto.


Nel nome di Cristo © Paolo Solvi

Oggi cambierei molte cose dei pezzi creati, vedi ad esempio il collare dell’uomo che è troppo grande, purtroppo chi non è dotato di talento deve far bagaglio di esperienza, ed ho notato che la manualità in determinate operazioni e applicazioni si acquisisce con il tempo e con la costanza nell’esercitarle.
Chi non ha mai provato non potrà mai dire non riesco o non ne sono capace...


Paolo Solvi
[Gallery]
[Non solo figurini militari]
Gruppo Modellistico GPF Firenze
24.05.2006

Nota: questo articolo è stato originariamente pubblicato nel sito superEva



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