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F-14A TOMCAT VF-201 - Roberto Colaianni

NSAWC Naval Strike Air Warfare Center




Nei primi anni della guerra del Vietnam, gli Stati Uniti non stavano raggiungendo il livello di superiorità aerea che aveva goduto nei conflitti precedenti. Nel 1968, visto il rateo di vittorie aeree molto basso ottenuto, la marina valutò la possibilità di formare un nucleo di esperti piloti al combattimento manovrato e all’impiego dei sistemi d’arma missilistico. Il VF-121, lo squadrone addestramento e rimpiazzi della flotta del Pacifico, su F-4 Phantom, è stato incaricato di stabilire un programma di addestramento per l'intera comunità equipaggi diF-4 della Marina. La prima classe fu convocata il 3 marzo 1969 e TOPGUN fu ufficialmente attivato come comando separato alla NAS Miramar, il 7 luglio 1972. Nell'ottobre 1985, TOPGUN divenne un ente dipendente direttamente al capo delle operazioni navali.
TOP GUN effettuava cinque corsi di proiezione di potenza all'anno, ciascuna della durata di sei settimane, a dodici equipaggi esperti caccia/strike della flotta. Questi corsi sono stati progettati per addestrare gli equipaggi della Marina e del Corpo dei Marines in tutti gli aspetti dell'impiego degli aerei da combattimento, inclusi tattiche, hardware, tecnica di combattimento. Il corso di istruzione comprendeva circa ottanta ore di lezioni teoriche e un rigoroso programma di volo che contrapponeva formazioni aeree di studenti contro F-16N (in servizio dal 1987 al 1995, sostituito dagli Hornet F / A-18), A-4 e F-14 pilotati da istruttori TOPGUN. Alla fine del corso, ogni neo diplomato della Navy Fighter Weapons School, tornava al suo squadrone operativo, assumendo l’incarico di ufficiale addetto all’addestramento, per introdurre alle ultime dottrine operative, gli altri piloti.
In concomitanza con ogni corso di proiezione di potenza, TOPGUN addestrava anche ulteriori equipaggi in grado di svolgere il ruolo di Aggressor in grado di simulare in maniera realistica la minaccia avversaria. Con ogni classe TOPGUN venivano addestrati anche quattro Air Intercept Controller (AIC) in grado di gestire efficacemente le comunicazioni, coordinare le formazioni e interpretare la situazione tattica.
Oltre al corso di proiezione di potenza, TOPGUN offriva una vasta gamma di programmi addestrativi alla Marina e al Corpo dei Marines. In particolare, prima di ogni dispiegamento, gli equipaggi dei reparti da caccia e d’attacco della Marina partecipano ad un programma di addestramento al combattimento per l’ottenimento della superiorità aerea in ambito di operazioni da bordo di un gruppo da combattimento navale. Venivano organizzate anche esercitazioni a favore di interi Gruppi imbarcati, che coinvolgono fino a 50 velivoli e che servivano come "prove generali" per scenari di combattimento futuri.
Questo solo per citare le attività principali.
Nel 1996 la Navy Fighter Weapons School (Top Gun), il Naval Strike Warfare Center e la Carrier Airborne Early Warning Weapons School furono unite in un'unica unità, il Naval Strike & Air Warfare Center sulla NAS Fallon, Nevada. Questo consolidamento migliorò la standardizzazione di addestramento, coordinamento e comunicazione tra vari comandi all'interno dell'aviazione navale.
All'inizio di ottobre 2003 gli ultimi F-14 lasciarono Top Gun.
Per chi fosse interessato alla storia del Tomcat, suggerisco di visitare il seguente sito: www.anft.net/f-14

Il modello.
Credo non serva dire nulla sul Tomcat, uno degli aerei più iconici della storia dell’aviazione, questa volta però, su richiesta del collezionista che me lo ha commissionato, ho realizzato in un’accattivante mimetica stile Sukhoi, adottata nel 1996 su una manciata di velivoli, distaccati dal VF-201 al NSAWC, basati a Fallon, Nevada.
Sono partito dal vecchio, ma sempre valido kit Hasegawa, in scala 1/72 impreziosito da un abitacolo dell’Aires, ottime decals della Fightertown un pod ACMI autocostruito.
Come al solito si inizia dall’abitacolo, tutto bene fino a quando non bisogna farlo entrare nella fusoliera. Innumerevoli prove a secco hanno evidenziato la necessità assottigliare resina e fusoliera al limite della trasparenza, lavoro alquanto tedioso, specie quando si tratta di tappare i fori generati sui lati della fusoliera. Il risultato però è decisamente appagante, irraggiungibile con la plastica, in questa scala.








Prima di assemblare le parti principali, ho reinciso tutte le pannellature, con un ago montato su un porta lama, carteggiato tutte le superfici, ripassato nuovamente le pannellature e ricarteggiato. E’ seguito un lavaggio con la china, per evidenziare il lavoro fatto, stuccature di eventuali difetti, in particolare dove l’ago ha deciso di non seguire il tracciato previsto, ma andarsene a spasso sulla plastica vergine, dove più riteneva opportuno. Una volta assemblate le parti principali, comunque vanno riprese le pannellature sulle giunzioni. In questa fase, vedendo il modello, mi domando come, alla fine, possa uscirne qualche cosa di decente.






Un ottimo metodo per rendere pulite e uniformi le superfici prima della colorazione, è quello di lavare il tutto con spazzolino elettrico e dentifricio, seguito da una abbondante sciacquata sotto l’acqua corrente. Ecco spiegato perchè le mie splendide realizzazioni non sono affette da carie o tartaro. La mimetica è piuttosto variegata, ben sei colori, tre sul ventre, tre sul dorso. Fortunatamente la AK interactive produce la serie completa , un bel sollievo, perché ho provato a creare le miscele da me, come avevo fatto con successo nel caso del Pucarà. Però le foto reperibili erano tutte fatte in condizione di luce diversa, fatte in epoche diverse, con colori una volta nuovi e brillanti, un a volta sbiaditi e opachi. Come al solito, i colori sono stati diluiti con il Lacquer Thinner Tamiya, il mitico "tappo giallo" che garantisce una finitura fine, vellutata, e resistente ai pannetti abrasivi, che passo sulle superfici, molto delicatamente, dopo ogni mano o quasi.
I colori usati sono i seguenti:
FS 36495 Light gray - AK RC 253 - Parte inferiore fusoliera e gondole motore
FS 36440 Light gray - Gunze h325 - Lati fusoliera e radice inferiore ala
FS 36375 Med. gray - AK RC 252 - Lato inferiore ali ed elevatori
FS 35450 Air sup. blu - AK RC 239 - Azzurro mimetica superiore
FS 36320 Comp. ghost gray - AK RC 251 - Grigio chiaro mimetica superiore
FS 35109 Int. Blue - AK RC 234 - Blue mimetica superior FS 36307 Dark sea gray - AK RC 36307 - Macchia scura dietro il Radome

Sono partito dalle zone grigio chiare inferiori, con una prima mano di colore bianco, su cui fare un pre shading grigio medio, cominciando a evidenziare i pannelli. Io preferisco procedere con le mascherature, piuttosto che a mano libera.




Ovviamente l’effetto è troppo marcato, si attenua spruzzando leggere velature del Grigio previsto per la zone in esame, fino a quando si ottiene l’effetto desiderato.




Fatto questo si procede con alcune sporcature a simulare le colature di olio che fuoriescono dai pannlli sotto i motori, e che ho voluto appena accennare, visto che anche sul soggetto originale, erano quasi assenti,. Si lavora sempre mascherando a monte della linea del pannello, spruzzando del marrone XF-64 diluitissimo, 1:8 con pressione quasi a zero, si sovrappone una zona meno estesa in XF-85 Rubber Black, e si vela appena col bianco di fondo.








Terminata questa fase, si schiarisce col bianco qualche pannello quà e là. Purtroppo il bianco è un colore difficile da fotografare, riflette tanto la luce, e gli effetti si perdono.




La separazione tra grigio chiaro e bianco, sulle gondole dei motori, è sfumata e quindi l’ho realizzata con il solito rotolino di patafix. Da notare che il ventre di ali ed elevatori, sono di un grigio diverso rispetto a quello dei fianchi. Anche queste superfici hanno subito una leggera diffeenziazione del colore dei pannelli.




Da notare che, spruzzando colore ben diluito, a bassa pressione, la china usata per verificare il lavoro di incisione traspare, almeno sui colori più chiari, rendendo superflui i successivi lavaggi, in maniera evidente ma non esagerata.




Per fortuna i bordi della mimetica superiore sono netti, per cui si può mascherare comodamente col nastro Tamiya. Si parte dall’azzurro chiaro, colore predominante, per poi continuare col grigio chiaro e col blu. Da notare che anche che per dare un minimo di tridimensionalità, a ogni applicazione di colore, deve segue evidenziazione dei pannelli ad aerografo. Ecco la prima mano di azzurro:




E dopo la differenziazione dei pannelli. Da notare che ho scurito leggermente anche le parti verticali indicate dalle frecce, a simulare zona in ombra. Il difficile è poi fare lo stesso sulla stessa zona, in caso dovesse passare una chiazza della mimetica.






Alcune asimmetrie nella schiaritura dei pannelli, sono dovute al fatto che non ho lavorato le superfici che saranno coperte dagli altri colori della mimetica. Sotto, grigio chiaro fatto.




E per finire il blue.






Finita la mimetica segue il classico lucido Tamiya, decal, ottime. della Fightertown, posate con i liquidi Microscale, fissaggio di accessori vari e opaco finale della MRP.












Devo dire che, a parte la solita tediosissima reincisione dei pannelli, mi sono proprio divertito a realizzare la mimetica. Inizialmente ero un po’ perplesso, nella mia testa il Tomcat è grigio e bianco con i teschi sulle derive. Non ne esistono altri. Però questa è una più che valida alternativa, dovessi farne uno in 1/48 ci penserei seriamente a riprodurre questo, o uno simile.



Roberto "Target" Colaianni
e-mail roberto.colaianni@alice.it
14.05.2020
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Commento di Alby Starkiller [14/05/2020]:

Ciao Roberto.

È sempre un immenso piacere leggere i tuoi articoli ricchi di nozioni modellistiche e non.
Questa tua ultima opera è l'ennesima conferma di come si fa modellismo di alto livello.

Con stima ed ammirazione
I miei più cari saluti.

Alby.


Commento di Valter [14/05/2020]:

A li mort....ciiiiii....a prima vista ho pensato che fosse in 32.😷... meno male che produci poco... se producessi tanto potremmo darci ai francobolli.. Non faccio complimenti... sono superflui... spero di vederlo dal vero per prenderlo a martellate per l'invidia 😂😂😂👍👍👍👋👋👋👋un salutone 👏👏


Commento di ezio bottasini [15/05/2020]:

Ciao Roberto, come sempre stupendo, grazie per i suggerimenti delle tecniche da te utilizzate.
Ezio


Commento di Massimo M De Luca [15/05/2020]:

Ciao Roberto
Fantastico... le fasi del lavoro di verniciatura / invecchiamento me le sono lette e salvate su "preferiti" sotto la voce patrimonio dell'umanità!
Bellissimi colori quella della livrea tipo "Flanker".
Massimo "Pitchup"


Commento di Dino Dall'Asta [15/05/2020]:

Un capolavoro... non ci sono altre parole.
Dino


Commento di Giampaolo bianchi [15/05/2020]:

Caro Roberto, un capolavoro ricco di dettagli incredibili viste le ridotte dimensioni. Un plauso all'articolo x gli insegnamenti modellistici.
Grazie.
Giampaolo.


Commento di giovenco giuseppe [15/05/2020]:

era già bello grezzo ed assemblato, ma finito è uno spettacolo - vola? - Giuseppe


Commento di Enrico [15/05/2020]:

Bellissima realizzazione, se penso poi che è in 72, l'ammirazione è doppia.
Saluti cari

Enrico


Commento di Roberto Colaianni [15/05/2020]:

Dunque, Massimo lo vorrebbe inserire tra i beni patrimonio dell'umanità, Valter lo vorrebbe prendere a martellate, siamo in presenza di un corto circuito modellistico! :-) Grazie a tutti dei commenti positivi.


Commento di Vito [15/05/2020]:

Ottimo lavoro!
Dipinto in maniera egregia 👏👏


Commento di pietro [16/05/2020]:

....se Leonardo aveva l'aerografo
si sarebbe chiamato Roberto.

Pietro


Commento di Roberto Colaianni [17/05/2020]:

Grazie Pietro,
Adesso che mi hai paragonato addirittura a Leonardo, mi sono montato la testa, sto' pensando di migliorare la Gioconda... ad aerografo ovviamente😂😂😂


Commento di Marco [09/06/2020]:

Ottimo lavoro, come al solito.
C'è sempre qualcosa da imparare leggendo i tuoi articoli.




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