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La storia romana riserva numerose pagine singolari e di grande interesse, una di queste è certo quella che riguarda la Cohors II Sardorum e la sua avventura in Africa.
La Cohors II Sardorum.
La Cohors II Sardorum era un reparto militare romano di epoca imperiale, esistente con sicurezza fra il I e il III sec. d. C.; si trattava di un reparto di auxilia, cioè di truppe ausiliarie che andavano a supportare l’organizzazione militare romana basata sulle Legioni, reclutate esclusivamente fra cittadini romani.
Molto probabilmente il reparto aveva avuto origine dalle precedenti Cohors Nurritanorum e Cohors I Sardorum, anch’esse cohors equitata di tipo quingenaria, che avevano combattuto in Africa settentrionale nel corso del I sec. d.C.
Il reclutamento avveniva nelle sempre più vaste province dell’impero romano (soprattutto in Spagna, Batavia, Gallia) fra i territori soggetti e gli alleati, ma anche nelle aree fuori dal controllo di Roma, fra le tribù germaniche e gli Sciti, sotto il comando di ufficiali romani; dopo i venticinque anni di ferma c’era il premio più ambito, la cittadinanza romana.
I soldati della Cohors II Sardorum venivano reclutati in Sardegna, provincia imperiale. Il reparto era una cohors equitata, unità ausiliaria composte sia da fanti che da cavalieri.
I fanti, divisi in centurie, erano comandati da centurioni mentre i cavalieri, divisi in turmae, erano comandati da decurioni.
Il comando supremo era detenuto da prefetto o a un tribuno a seconda che fosse quingenaria o miliaria, cioè contasse 600 o 1040 soldati.
In ogni cohors equitata, a ranghi pieni, i fanti erano divisi in 10 centurie (6 se quingenaria) e i cavalieri in 6 turmae (3 se quingenaria).
La Cohors II Sardorum, cohors equitata quasi certamente miliaria, giunse in Mauretania verso la fine del I sec. d.C., dove fondò il forte di Rapidum nel 122.
Vi rimase fino alla fine del II sec. d.C., quando si trasferì (forse nel 201) ad Altava, dopo la decisione dell’imperatore Settimio Severo di far avanzare il limes di Roma verso il deserto, dove rimase di base per gran parte del III sec. d.C. La guarnigione venne accresciuta con ulteriori reparti di cavalleria (Ala Parthorum, Ala Thracum) proprio per garantire la massima mobilità nel controllo delle frontiere meridionali dell’Impero.
Rapidum.
Nel 122, su ordine dell’imperatore Adriano, la Cohors II Sardorum realizzò la fortezza di Rapidum, presso l’attuale località algerina di Sour Djouab.
Situata in un’ottima posizione difensiva, tra le rive degli uadi Barla e Djouab, corsi d’acqua a carattere torrentizio, presenta una pianta rettangolare con angoli arrotondati (mt 135 x 127) e quattro porte affiancate da torri rettangolari.
La struttura della fortezza è stata approfonditamente studiata: i Principia sono introdotti da un tetrapylon e dispongono di una corte e di un'aula basilicale; inoltre, sono stati identificati il praetorium, un edificio termale, alcuni edifici militari, degli horrea (magazzini), probabilmente una basilica exercitatoria, dove i soldati compivano esercizi militari.
La struttura militare venne probabilmente abbandonata definitivamente nel 325.
Presso la fortezza sorse un villaggio, che successivamente venne elevato al rango di municipium, dove risiedevano locali e veterani; giunse ad avere circa 4 mila residenti.
Distrutto da tribù nomadi berbere sotto l’impero di Aureliano, venne ricostruito per volere dell’imperatore Massimiano, probabilmente durante le sue campagne militari in Nord Africa, e venne abitato fino al VI secolo.
Anche presso il forte di Altava (presso l’attuale località algerina di Hadjar Roum), sede molto probabilmente dal 201 della Cohors II Sardorum, sorse un insediamento civile, che, con alterne vicende (fu sede anche di un locale regno romano-barbarico), sopravvisse fino al VII secolo.
Il libro.
Le vicissitudini della cohors equitata sarda sono l’ambito in cui vivono le affascinanti vicende di Rapidum (Ed. Condaghes, Cagliari, 2015), romanzo storico del giornalista Vindice Lecis, autore spesso indagatore della storia e dei personaggi della Sardegna.
Il piccolo diorama.
I soldatini sono in lega di piombo (28 mm) e rappresentano quattro cavalieri della Cohors II Sardorum durante una perlustrazione ai margini del limes, nel deserto nordafricano.
Sono figurini trovati in bancarelle romane a eccezione del signifer, acquistato Al Sogno, storico negozio romano di giocattoli, nella splendida Piazza Navona.
I colori originali, piuttosto rovinati, sono stati ritoccati, resi più vivi con gli acrilici Humbrol, mentre l’ambientazione è ottenuta in buona parte con elementi naturali: sabbia, foglie secche, licheni, legno, pietre, segatura, ecc.
La parte restante è vegetazione artificiale in uso per le ambientazioni natalizie.
Bibliografia.