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Cohors II Sardorum - Stefano Deliperi

Un reparto militare romano in Africa


La storia romana riserva numerose pagine singolari e di grande interesse, una di queste è certo quella che riguarda la Cohors II Sardorum e la sua avventura in Africa.




La Cohors II Sardorum.
La Cohors II Sardorum era un reparto militare romano di epoca imperiale, esistente con sicurezza fra il I e il III sec. d. C.; si trattava di un reparto di auxilia, cioè di truppe ausiliarie che andavano a supportare l’organizzazione militare romana basata sulle Legioni, reclutate esclusivamente fra cittadini romani.
Molto probabilmente il reparto aveva avuto origine dalle precedenti Cohors Nurritanorum e Cohors I Sardorum, anch’esse cohors equitata di tipo quingenaria, che avevano combattuto in Africa settentrionale nel corso del I sec. d.C.
Il reclutamento avveniva nelle sempre più vaste province dell’impero romano (soprattutto in Spagna, Batavia, Gallia) fra i territori soggetti e gli alleati, ma anche nelle aree fuori dal controllo di Roma, fra le tribù germaniche e gli Sciti, sotto il comando di ufficiali romani; dopo i venticinque anni di ferma c’era il premio più ambito, la cittadinanza romana.
I soldati della Cohors II Sardorum venivano reclutati in Sardegna, provincia imperiale. Il reparto era una cohors equitata, unità ausiliaria composte sia da fanti che da cavalieri.
I fanti, divisi in centurie, erano comandati da centurioni mentre i cavalieri, divisi in turmae, erano comandati da decurioni.
Il comando supremo era detenuto da prefetto o a un tribuno a seconda che fosse quingenaria o miliaria, cioè contasse 600 o 1040 soldati.
In ogni cohors equitata, a ranghi pieni, i fanti erano divisi in 10 centurie (6 se quingenaria) e i cavalieri in 6 turmae (3 se quingenaria).




La Cohors II Sardorum, cohors equitata quasi certamente miliaria, giunse in Mauretania verso la fine del I sec. d.C., dove fondò il forte di Rapidum nel 122.
Vi rimase fino alla fine del II sec. d.C., quando si trasferì (forse nel 201) ad Altava, dopo la decisione dell’imperatore Settimio Severo di far avanzare il limes di Roma verso il deserto, dove rimase di base per gran parte del III sec. d.C. La guarnigione venne accresciuta con ulteriori reparti di cavalleria (Ala Parthorum, Ala Thracum) proprio per garantire la massima mobilità nel controllo delle frontiere meridionali dell’Impero.




Rapidum.
Nel 122, su ordine dell’imperatore Adriano, la Cohors II Sardorum realizzò la fortezza di Rapidum, presso l’attuale località algerina di Sour Djouab.
Situata in un’ottima posizione difensiva, tra le rive degli uadi Barla e Djouab, corsi d’acqua a carattere torrentizio, presenta una pianta rettangolare con angoli arrotondati (mt 135 x 127) e quattro porte affiancate da torri rettangolari.
La struttura della fortezza è stata approfonditamente studiata: i Principia sono introdotti da un tetrapylon e dispongono di una corte e di un'aula basilicale; inoltre, sono stati identificati il praetorium, un edificio termale, alcuni edifici militari, degli horrea (magazzini), probabilmente una basilica exercitatoria, dove i soldati compivano esercizi militari.
La struttura militare venne probabilmente abbandonata definitivamente nel 325.




Presso la fortezza sorse un villaggio, che successivamente venne elevato al rango di municipium, dove risiedevano locali e veterani; giunse ad avere circa 4 mila residenti.
Distrutto da tribù nomadi berbere sotto l’impero di Aureliano, venne ricostruito per volere dell’imperatore Massimiano, probabilmente durante le sue campagne militari in Nord Africa, e venne abitato fino al VI secolo.
Anche presso il forte di Altava (presso l’attuale località algerina di Hadjar Roum), sede molto probabilmente dal 201 della Cohors II Sardorum, sorse un insediamento civile, che, con alterne vicende (fu sede anche di un locale regno romano-barbarico), sopravvisse fino al VII secolo.


Rapidum

Il libro.
Le vicissitudini della cohors equitata sarda sono l’ambito in cui vivono le affascinanti vicende di Rapidum (Ed. Condaghes, Cagliari, 2015), romanzo storico del giornalista Vindice Lecis, autore spesso indagatore della storia e dei personaggi della Sardegna.




Il piccolo diorama.
I soldatini sono in lega di piombo (28 mm) e rappresentano quattro cavalieri della Cohors II Sardorum durante una perlustrazione ai margini del limes, nel deserto nordafricano.
Sono figurini trovati in bancarelle romane a eccezione del signifer, acquistato Al Sogno, storico negozio romano di giocattoli, nella splendida Piazza Navona.
I colori originali, piuttosto rovinati, sono stati ritoccati, resi più vivi con gli acrilici Humbrol, mentre l’ambientazione è ottenuta in buona parte con elementi naturali: sabbia, foglie secche, licheni, legno, pietre, segatura, ecc.
La parte restante è vegetazione artificiale in uso per le ambientazioni natalizie.






Bibliografia.

  • Ruiu, La cohors II Sardorum ad Altava, in L’Africa Romana, Roma, 2004;
  • Laporte, Rapidum. Le camp de la cohorte des Sardes en Maurétanie Césarienne, Sassari, 1989
  • Le Bohec, L'esercito romano. Le armi imperiali da Augusto alla fine del III secolo, Ed. Carocci, 1989;
  • Benseddik, Les troupes auxiliaires en Mauritanie Cesarienne sous le haut empire, Algieri, 1982


Commento di Lauro Bonfà [06/11/2016]:
Grazie Stefano per questa bella lezione di Storia Antica e complimenti per questo piccolo Cameo.

Commento di Stefano Deliperi [07/11/2016]:
grazie a te, Lauro, per le tue belle parole! E' solo un piccolo divertimento, senza pretese.
Buona serata.

Commento di ezio bottasini [07/11/2016]:
Ciao Stefano, fantastica lezione di storia militare romana che difficilmente si trova suo comuni libri.

Belli anche i figurini, considerando poi la scala; il 28mm a che scala corrisponde? 1/72? 1/48?....

Ciao alla prossima Ezio

Commento di Dino Dall'Asta [07/11/2016]:
Nel tempo ho letto numerosi libri, romanzi storici e non, riguardanti le vicende dell'Impero romano.
Non conoscevo le vicissitudini che hai sapientemente descritto in questo articolo e di conseguenza ho già ordinato on line il relativo libro.
E' stato un piacere leggerti ed apprezzare ancora una volta la tua passione.
Dino

Commento di Stefano Deliperi [07/11/2016]:
buonasera Ezio, buonasera Dino, macchè lezione di storia, sono poche righe che colorano un passatempo! Grazie, sono contento che "soldatini" e loro "storia" siano piaciuti.
A me il libro di Vindice Lecis è piaciuto parecchio e lo consiglio. Non conosco la provenienza dei figurini, li ho trovati, un po' malridotti, nelle bancarelle presso la Stazione Termini (a parte il Signifer). Sono alti 28 mm, scala 1/56. Buona serata.

Commento di Giampaolo Bianchi [08/11/2016]:
Caro Stefano complimenti per la lectio magistralis e per il piccolo diorama . Questo sito è importante perché oltre ad ammirare splendidi modelli, è un luogo dove imparare la storia grazie anche a persone come te. Grazie.
Giampaolo.

Commento di Stefano Deliperi [10/11/2016]:
Caro Giampaolo, grazie per il giudizio più che generoso. Sono davvero contento che siano stati di gradimento questi piccoli romani ai margini del deserto africano.

Commento di ezio bottasini [10/11/2016]:
Ciao Stefano, scala 1/56, una scala veramente insolita in qualsiasi altro ambito modellistico, è proprio vero il mondo dei figurini è senza fine.
Ciao a presto Ezio

Commento di giovenco giuseppe [10/11/2016]:
...... chissà che qualche professore di storia riesca ad intercettare questo inserto molto particolare!!! .... spesso il pubblico è abituato ad osservare il modellismo solo esteticamente, senza approfondire le ragioni per cui l'autore si sia cimentato in quella particolare scenetta od azione, come meglio la si voglia interpretare; è così che il modellista emerge nel suo impegno - grazie, Stefano

Commento di Stefano Deliperi [27/11/2016]:
grazie Giuseppe, grazie a tutti per i commenti positivi. Sono soprattutto contento che vi sia piaciuto l'insieme diorama-storia. Anche uno spunto, per me,per cercare di migliorarmi.
Un caro saluto a tutti!



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