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Ciao cari amici di kitshow!
Dopo un lungo stop, come scritto un anno fa in una mia lettera, sono tornato a modellare e spero vi faccia piacere condividere con me la gioia e la soddisfazione di aver finito un progetto iniziato più di due anni fa...
Durante la costruzione di questo modello sono successe tante cose... la morte della mia mamma, la nascita della mia amata bambina, Nicole... ed è a loro che dedico questo mio lavoro.
Il progetto iniziale era nato dopo aver visto alcune foto di questo affascinante velivolo presso l’università della aviazione di Mosca dove fu oggetto di studio per il volo V/STOL nell’anno accademico 2006, ma in seguito per non allungare ancor di più i tempi per costruire la complessa ambientazione dell'Hangar presso l’università, è stato ambientato come da documentazione, in un area esterna del museo di Monino (Mosca) in una sorta di opera di restauro come avviene per decine di velivoli mandati a riposo.
Senza allungarmi in con dati tecnici del velivolo reperibili facilmente, passo direttamente alla costruzione del modello e alle lunghe fasi di auto costruzione per ottenere il risultato finale come da progetto.
L’idea è nata da queste foto...
Veniamo al kit.
La prima fase è stata quello di tagliare e asportare i pannelli che rimarranno aperti..
Auto costruzione dei tre motori
Su questa fase mi sono concesse alcune "licenze poetiche" in quanto la documentazione reperta era davvero scarsa.
Dato la loro forma e curvatura, la ricerca del materiale per una base di partenza non è stata facile e dopo aver vagliato alcune soluzioni con esito negativo, mi cade l’occhio sulle tettarelle in silicone dei biberon della mia bambina... Perfette! In scala! Per iniziare la costruzione...
Ecco pronti i due motori anteriori per la spinta verticale.
Motore centrale
La costruzione del reattore centrale è stata più semplice.
Sono bastati il tappo di un pennarello dal diametro adeguato, un dosatore per gocce, una ventola di avanzo di un vecchio kit col diametro aumento e la parte terminale di un convogliatore delle prese d’aria anch’esse trovare nella banca dei pezzi, il tutto contornato con cavetti in stagno di vario diametro, profilati in plasticard e avanzi di foto incisioni.
Terminati i tre motori ora arriva il bello, anzi il brutto.
Costruire la struttura che dovrà reggere le autocostruzini in maniera precisa in modo che, alla chiusura delle semi fusoliere, tutto combaci perfettamente e che tutti i dettagli come cavi, tubi ecc. siano ben visibili con i motori.
Ci sono volute numerose prove a secco e vari aggiustamenti ma alla fine tutto ha combaciato.
Diciamo che la parte più complicata del progetto è stata fatta.
Cockpit
Quello del kit.
La palpebra del cruscotto è stata completamente ricostruita.
Quella del kit era di pura fantasia.
Il lavoro di miglioramento.
Anche per il cockpit sono state usate foto incisioni trovate nella banca dei pezzi, profilati evergreen e cavetti in stagno di vario diametro.
Per adeguare al contesto anche questa zona, verrà rappresentato senza seggiolino e con alcuni strumenti smontati.
Il cruscotto e stato completamente ricostruito.
Montaggio
Anche il montaggio ha richiesto tempo e pazienza, molta pazienza.
L’adattamento del parabrezza.
La parte più impegnativa di questa fase e’ stato l’adattamento delle prese d’aria in resina.
È stato necessario riempire il gap tra queste e la fusoliera con plasticard e colare sopra per stuccare colla ciano con abbondante bicarbonato per catalizzare bene.
Inevitabilmente dopo decine di passate di carta vetrata di varie grana, tutto il dettaglio delle parti in resina e del kit stesso sono svanite nel nulla e di conseguenza Sono state reincise.
È stato un lavoro lungo e faticoso però il risultato finale ha ripagato lo sforzo fatto e le ore impiegate.
Il resto del montaggio non ha richiesto grossi interventi.
Guardando le foto del velivolo ho notato che molti pannelli erano in leggero rilievo da qui l’idea di riprodurli con nastro Tamiya rinforzando il potere adesivo con una miscela di vinavil e acqua per non rischiare il distacco durante i lavaggi che subiranno in seguito.
Alcuni piccoli portelli di accesso/controllo sono stati riprodotti con foto incisioni di avanzo di adeguate forme e misure.
Colorazione e invecchiamento
Considerando che la vita operativa del nostro Yak 38 si è svolta sul ponte di una portaerei e in seguito all’esterno del museo di Monino esposto alle intemperie varie il suo aspetto sarà decisamente "vissuto"!
Velivolo operativo
Velivolo in restauro presso il museo
Prima fase: giallo zinco (colore primer del velivolo).
Ad asciugatura avvenuta è stata data una mano di trasparente lucido sul quale poter applicare l’acqua per effettuare la tecnica del sale (la lacca è troppo invasiva) e crea spessore, diversamente l’acqua fa comunque aderire il sale che anche sciogliendosi in minime quantità da un effetto molto realistico e applicato sul lucido e facilmente asportabile a operazione conclusa.
Oltre il sale, adoperato per le scrostature casuali, è stato usato il dentifricio per zone mirate e più ampie dove creare l’usura.
La livrea di questo velivolo era di un blu scuro per le superfici superiori e di un verde medio per quelle inferiori è considerato il grado di usura e le foto reperite i colori usati sono stati schiariti con il rosa che ottimo per attenuare i colori senza alterarne il tono.
Le pannellature sono state riprese con un lavaggio a olio marrone scuro per il blu e marrone chiaro per il verde.
Di seguito, varie fasi di invecchiamento e colorazione.
... Il grosso del lavoro e fatto...
I carrelli
Quelli del kit erano davvero ben fatti, per quello principale è bastato aggiungere qualche cavo e plasticard.
Il carrello anteriore ha richiesto più lavoro in quanto rappresentato in parte smontato e senza ruota.
Il carro ponte e il cavalletto che sostengono l’aereo sono stati completamente auto costruiti come tutti gli accessori presenti nell’ambizione.
Carichi alari
Come spesso avviene per i velivoli sovietici che riposano nei grandi spazi aperti dei musei in Russia vengono lasciati alcuni carichi sotto le ali come serbatoi, pod o lancia razzi disarmati, che otre a lo scopo figurativo servono a bilanciare i pesi degli aerei.
Prove di ambientazione
Come anticipato il modello è stato ambientato in un area all’aperto del museo dell’aviazione di Monino (Mosca).
In una sorta di officina campestre ricostruita per dare un senso a tutto il lavoro fatto sul modello.
Il modello finalmente terminato.
Conclusioni e ringraziamenti
Come anticipato la costruzione di questo modello è stata segnata da una serie di eventi e l’averlo portato a termine è stata una sfida molto faticosa.
La vita va avanti e finire il mio Yak 38 è stato un modo per cercare di lasciarmi alle spalle un periodo buio della mia vita.
Sono molto soddisfatto del risultato finale e dei riconoscimenti ricevuti a vari concorsi in Italia e all’estero e soprattutto di aver condiviso con tanti amici modellisti il mio lavoro.
Un ringraziamento al maestro Marco Tavecchia per i preziosi consigli.
Un grazie di cuore all’amico fratello Marco Bottoni dell’IPMS Milano per essermi stato sempre vicino nei momenti bui è per avermi spronato a continuare a modellare e partecipare alle varie manifestazioni e non isolarmi.
Ciao a tutti gli amici di kitshow.
Paurosamente bello... ed altro non dico.
Con ammirazione assoluta
saluti cari
enrico
Lavoro magnifico!!
Ennesimi complimenti per questa super realizzazione.
Dino
Per quanto non ami gli aerei "aperti", ho sempre la massima ammirazione per chi fa questi lavori, specialmente per quelli fatti bene.
I miei complimenti!
... IMPRESSIONANTE!!!
Bravura mostruosa. Complimentissimi. Sono contento che tu sia uscito da un periodo triste. un saluto
Caro Vito, ho avuto il privilegio di seguire in diretta il W.I.P. di questo fantastico/superlativo/realistico/...... lavoro.
Non credo che comuni parole possano dire di più.
"Ad maiora"....
Al prossimo (già visto), grande lavoro.
Un caro saluto, #io"non"possorestareacasa a tutti in questo momento di grande crisi.
Ezio
Ciao Vito. I velivoli dismessi sono la mia passione solo che non ho mai il coraggio di provarci. Inutile dire che questo lavoro sarà per me di ispirazione assoluta. La cosa che però mi rende più felice è leggere che sia stata per te una rinascita, un nuovo inizio dopo periodi non felici. Capolavoro in ogni senso.
saluti
Massimo "Pitchup"
Il migliore di tutti. REALISTICO. Un capolavoro. Vito hai le mani d'oro.
Bravo
Saluti Angelo
CIAO AMICI
Grazie mille per gli apprezzamenti e per le belle parole di conforto.
Sono contento che vi piace il mio lavoro
Un abbraccio a tutti in questo momento difficile che ci accomuna
penso di aver visto una delle piu berlle realizzazioni della mia vita.. mi hai lasciato senza parole.
giampaolo
ahimé!!!! devo ripetermi - a parte il livello di usura che è quasi maniacale e realistico al 200%, ormai ho capito che la tua vita è un intricato sentiero di cavi e cavetti, che ti circondano, ti plagiano e ti annientano spiritualmente - azz!!!! ma ci hai gli occhi di un chirurgo esteta, ci hai?
Questo modello dall'esposizione altamente didattica conferma come il modellismo senza il supporto di una adeguata documentazione sia privo di vita - superlativa realizzazione - Giuseppe
Ciao Vito.
un gran LAVORONE.
visto e fotografato dal vivo a Thiene.
Complimentissimi.
Pietro
Ciao Vito..che dire se non unirmi ai complimenti degli altri amici, una realizzazione superlativa, con un livello di dettaglio davvero elevato. Sinceri complimenti! Un salutone a tutti!
Francesco
Lavorone incredibile e stupefacente! Complimenti vivissimi!!!
Ciao Enrico
Grazie mille 🙏🏻 Amici
Avendolo visto dal vivo, posso dire che è proprio un gran bel lavoro! Complimenti Vito.
Ciao, Roberto.
Grazie mille Roberto.
Spero di rincontrarti presto
Vito