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Da marzo a novembre 2011, presso le OGR (Officine Grandi Riparazioni), tra le più interessanti testimonianze del passato industriale di Torino, si è svolta una spettacolare mostra nell'ambito delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia: “Fare gli Italiani 1861-2011, 150 anni di storia nazionale” quasi 10.000 metri quadrati allestiti per raccontare la nostra storia.
Un allestimento multimediale e tecnologico permetteva la visione della mostra secondo due direttrici: quella cronologica, scandita dalle sequenze delle date che richiamano gli avvenimenti più importanti della storia italiana, e quella tematica, attraverso “isole” dedicate ai fenomeni che maggiormente hanno influito sul profilo degli italiani.
Un secolo e mezzo di storia attraverso i principali elementi che hanno tenuto insieme gli italiani e i fattori che viceversa hanno mantenuto o alimentato le divisioni.
Nel secondo padiglione, stupendi quadri raffiguranti episodi dell'epopea risorgimentale, tra gli altri, la carica dei Bersaglieri a Porta Pia di Michele Cammarano e l’interessante sbarco di Garibaldi e dei suoi Cacciatori delle Alpi a Sesto Calende di Eleuterio Pagliano; un po’ forzato l’inserimento del Pietro Micca di Andrea Gastaldi dipinto nel 1858.
Tra le prime isole tematiche incontrate nel percorso, quella rappresentante il mondo contadino era popolata da una esposizione di trattori d’epoca: Mogul Mod. 8/16 (1915), Pavesi P4 (1918), Fiat 702BN (1923), Bubba UT2 (1929) e Orsi Artiglio (1940) appartenenti ad una collezione privata.
Un grande spazio era poi dedicato alla Prima Guerra Mondiale, un evento che, coinvolgendo la totalità della popolazione, ha saputo creare un momento di vera aggregazione degli italiani.
Un elemento nuovo che si è venuto a creare in quel periodo è il fenomeno della comunicazione; due miliardi di lettere e cartoline scambiate tra i soldati al fronte e famiglie lontane, il tutto rappresentato da decine di sacchi postali accumulati in due trincee molto suggestive.
Tra i reperti esposti, un carro portamunizioni, tre bombarde ed un Cannone da 149/35, tutti provenienti dal Museo Storico Nazionale d’Artiglieria di Torino.
Se la Grande Guerra aveva unito la maggioranza degli italiani, la Seconda Guerra Mondiale fu molto più controversa a causa delle molteplici diversità dovute al conflitto.
Nella mostra si è voluto dare particolare risalto ai bombardamenti che seminarono nella popolazione, un diffuso sentimento di insicurezza.
Intorno alle macerie e sotto grandi paracadute aperti sui quali venivano proiettate immagine d’epoca, si poteva ammirare un Macchi MC. 205 "Veltro" (MM 9546 – modifica di un MC. 202), con i colori della Aeronautica Cobelligerante Italiana prelevato dal Museo di Vigna di Valle.
Altro elemento controverso è la partecipazione politica, altra isola del percorso della mostra.
Oltre ad un allestimento con i manifesti elettorali e filmati di propaganda, in bella mostra una Fiat 500 C Giardiniera in prestito dal Centro Storico della Fiat.
Dopo uno spazio dedicato alle fabbriche con l’esposizione di alcuni macchinari...
...un ampio e suggestivo allestimento dedicato alla lotta alle mafie con i faldoni delle inchieste e gli atti processuali insieme alle immagini dei protagonisti: da Emanuele Notarbartolo a Joe Petrosino fino ad arrivare al sacrificio di Falcone e Borsellino.
All’interno dei pannelli che scandivano i vari periodi storici, si intravedevano oggetti d’epoca tra i quali alcune uniformi, un vero peccato che la scarsa illuminazione (voluta per creare l’atmosfera) non permettesse di goderne appieno le fattezze.
Ecco ad esempio una uniforme con tarbusc di Zaptie somali, scorta del governatore dell’Africa Orientale Italiana del 1938.
Il tempo vola nel percorrere gli ampi fabbricati e le diverse tematiche si susseguono: i consumi, i trasporti e i mezzi di comunicazione di massa ci accompagnano ai tempi moderni con un epilogo che crea nuovi interrogativi sul futuro dell’Unità nazionale alimentati dalla crisi politica, sociale ed economica e dalle rivendicazioni di autonomia di interi territori.
Giaba 08.12.2011 |
A ricordo delle lavorazioni industriali delle OGR, all’esterno della mostra sono esposte due locomotive, una a vapore del gruppo 940 (1922) ed una elettrica, la E404 (ETR 500 Y) con la livrea del frecciarossa.