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1^ Squadriglia 2 Secondo Gruppo Caccia "Gigi Tre Osei"
La Storia
Dopo il Macchi MC 205 Veltro e il Reggiane Re 2005, il Fiat G-55 fu un altro velivolo ad utilizzare l'impianto propulsivo a dodici cilindri Daimler Benz D.B. 605 costruito su licenza in Italia (Fiat R.A. 1050 Tifone).
La triade gli valse l'appellativo de"i Caccia della Serie Cinque".
Costruito in alluminio, possedeva un'estesa apertura alare e una elevata velocità che gli consentiva soprattutto ad alta quota ottime prestazioni.
I G-55 della Serie 0 erano dotati di due mitragliatrici Breda Safat 12,7 m.m. due superiori e due inferiori in fusoliera e da un cannoncino Mauser MG 151 da 20 m.m. sparante dal mozzo dell'elica.
Nei G-55 della Serie 1 le mitragliatrici inferiori furono sostituite da due cannoncini Mauser MG 151 sulle ali.
Velocità massima 630 km/h; quota di tangenza 12.700 m.; raggiungeva i 6.000 metri in 7 min.; l'autonomia era di 1630 km. Dimensioni lung. 9,37 m. apertura alare 11,85 m.; p.max al decollo 3720 kg.
L'intento del Comando Aeronautico italiano era quello di dotarsi di un velivolo in grado di fronteggiare i velivoli alleati ma il succedersi di avvenimenti e la discontinuità di produzione dovuta ai bombardamenti, sabotaggi e scioperi delle linee di montaggio fecero in modo che solo una limitata quantità fu in grado di entrare in combattimento, ormai la superiorità aerea era così schiacciante da non consentire il cambiamento delle fasi della guerra aerea in favore dell' Italia.
Questo aereo volò per la prima volta nell' Aprile del 1942 ai comandi del collaudatore Comte Valentino Cus.
Consegnato ai reparti della Regia Aeronautica nell' Agosto del 43 fu molto apprezzato dai piloti e invidiato dai tedeschi visto che si interessarono ad un futuro acquisto di una certa aliquota dell' elegante caccia.
Nel corso del suo breve servizio operativo svolto prevalentemente sotto le insegne dell' Aviazione della Repubblica Sociale Italiana si dimostrò un valido intercettore d'alta quota.
Nei combattimenti aerei nel nord Italia fu un avversario temibile in grado di fronteggiare velivoli di provenienza alleata come i P-38 Lightning, P-51 Mustang, P-47 Thunderbolt e gli stessi Spitfire.
Prima dell'Armistizio ebbe un ruolo assai limitato nella Regia Aeronautica (35 caccia nelle Squadriglie 351^, 352^, 353^, 51' Stormo e 372^ 153' Gruppo Caccia ) partecipando a numerose missioni di intercettazione di formazioni di aerei alleati che bombardavano le città italiane.
Con il precipitare degli eventi l'8 Settembre 1943 i tedeschi requisirono un numero imprecisato di velivoli italiani e molti furono i caccia Centauro ridipinti con le insegne della Luftwaffe.
Li riavranno i piloti dell'Aeronautica Nazionale Repubblicana con i quali una volta ridipinti con i contrassegni italiani lotteranno una breve e sanguinosa battaglia nei cieli della Pianura Padana prima di sostituirli con i Messerschmitt Bf 109.
Sarà allestita anche una versione aerosilurante denominata G-55 S e un prototipo denominato G-56.
Il modello
Il kit utilizzato è della Pacific Coast Models in scala 1/32.
Dopo aver completato il modello, il foglio di decals fornito dal kit offriva diversi spunti per "vestire" lo splendido caccia dalle linee armoniose con una livrea mimetica diversa dalsolito Verde Oliva Scuro 2 comune a questo velivolo e per questo ho scelto il Centauro appartenente alla 1^ Squadriglia, Secondo Gruppo Caccia "Gigi Tre Osei" con base a Cascina Vaga (Pavia) nel 1944 con schema del colorazione di tipo tedesco nei tre toni di grigio R.L.M.
Per la verniciatura a spruzzo ho utilizzato i colori acrilici Gunze Sangyo molto diluiti e schiariti per riprodurre l'effetto di usura del caccia; dopo l'applicazione del trasparente lucido ho posizionato le decals con successiva mano di trasparente lucido, lavaggio ad olio nero-marrone su tutte le superfici conclusasi con due leggere mani di trasparente opaco. Cofanatura inferiore in giallo e fascia bianca in fusoliera.
Perché ilG-55 n. "6 Nero"
Il 25 Maggio del 1944 il Fiat G-55 n."6 Nero" partecipò insieme ad altri 16 caccia italiani (2' Gruppo Caccia) dello stesso tipo decollati dagli aeroporti Bresso e Cascina Vaga ad un combattimento aereo a 4.000 metri sopra il cielo di Piacenza contro una formazione di 100 Fortezze Volanti B-24 Liberator scortati da 40 caccia bimotore P-38 Lightning.
Un B-24 venne abbattuto insieme ad un P-38 Lightning ad opera di due aviatori italiani Mllo. Pil.Feliciani e Ten.Pil. Orsolan (quest'ultimo perderà la vita precipitando con il suo aereo a Pietra Perduca Travo , Piacenza) mentre il Centauro n.6 Nero rientrerà alla base di Cascina Vaga (Pavia) dopo 55 minuti di combattimento; ai comandi del caccia c'era il Sottotenente Pilota Amedeo Fagiano.