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L'11 agosto 1856 fu fondata la Società anonima della strada ferrata centrale del Canavese allo scopo di costruire una ferrovia trainata da cavalli, una delle prime ferrovie in Italia ippotrainate.
Nel 1865 cominciarono i lavori dalla stazione di Settimo Torinese per proseguire fino a Rivarolo Canavese attraverso i comuni di Volpiano, S. Benigno, Bosconero e Feletto.
La ferrovia fu terminata nel 1866 ed entrò in servizio, era concepita con il sistema Luè, una rotaia in ferro che prende il nome dal suo ideatore, l'inventore Angelo Fellino Luè.
La rotaia tipo Luè era composta da 2 barre cilindriche saldate insieme dal diametro di cm.4 ciascuna, con un cm di unione di saldatura, e aveva finita una forma di 8, e ancorate su cuscinetti in ghisa fissate a dei blocchetti di pietra quadrati di cm 40 X 40, altezza cm 25 e con dei cunei in legno tenevano bloccate le rotaie ad essa.
Non c'erano le traverse in legno trasversali, per eliminare costi, e Il tutto era annegato nella strada provinciale, in ghiaia e terra battuta, (l'asfalto era ancora da inventare); la rotaia rimaneva fuori dalla linea della strada pochi centimetri per non creare problemi agli altri mezzi che percorrevano la strada, per lo più carri trainati da buoi, cavalli, asini.
Il primo tratto fu concepito fino a Volpiano, ma, durante la realizzazione, a causa di vari problemi di sviamenti e aumento dei costi, si decise di cambiare la modalità e andare sulle tradizionali ferrovie in uso tipo Vignola a forma di T, le attuali usate in ferrovia.
Lo scartamento metrico era di larghezza cm 165. I due cavalli affiancati passavano tra le due rotaie in mezzo che tiravano il carrozzone o legno, come veniva chiamato dai locali.
Le carrozze in legno erano 2, una mista di prima classe sotto chiusa con finestre e tende che proteggevano dalle intemperie invernali, e sopra al tetto, la seconda classe accessibile da dietro tramite una scala a chiocciola per accedere alle 2 panche longitudinali. la seconda carrozza che seguiva, più spartana era quella di terza classe. Ogni carrozza portava 30 persone ciascuna.
Nel comune di San Benigno, in una cascina vicino alla strada provinciale c'era il cambio dei cavalli per l'ultimo tratto in salita verso Rivarolo.
In 3 ore da Torino a Rivarolo era il tempo di percorrenza con cambio treno a Settimo con una lunghezza del percorso di 34 Km, le corse in servizio erano tre tra A/R.
Purtroppo, le cose non andarono come si pensava: già nel 1869 ci furono le prime avvisaglie di chiusura e il fallimento della società avvenne nel 1871.
Il modello autocostruito in scala 1:87:
Durante la ricerca, ho conosciuto un signore e presidente di una associazione onlus storica Canavesana che mi ha procurato un pezzo di binario storico trovato per caso sotterrato dove passava la Ippoferrovia.
Ho poi utilizzato una immagine presente sulla azione bancaria emessa per trovare fondi pubblici per l'inizio lavori.
Da prototipi in plastica e con gomma siliconica mi sono creato lo stampo, e la resina bi componente le coppie che mi servivano per creare doppioni di blocchetti, cuscinetti, rotaie, per la rotaia, poltrone di prima classe, ombrelli per signore per ripararsi dal sole e intemperie, che stava sul tetto.
Contando tutti i pezzi realizzati, dalla carrozza, tiranteria per traino, 2 cavalli, 30 figurini modificati con tondini in metallo per rifare busto e gambe, rotaie, blocchetti, siamo a 1.628 pezzi in scala.
Ho impiegato circa un anno di lavoro, e un altro anno in ricerca storica. Nei miei studi, ho avuto modo di comprendere come si viaggiava a quei tempi e chi si poteva permettere un viaggio nell'ippoferrovia visto il costo del biglietto di I classe era di 2,10 Lire, 1,35 lire in II classe e 1,10 lire in III classe. Gli stipendi nelle manifatture di zona ai bambini di 8-9 anni senza specializzazione era di pochi soldi, ai ragazzi di 12 - 15 anni erano riconosciuti 40-90 centesimi... allora sì che si sfruttava alla grande la mano d'opera!
Nel frattempo, sto portando avanti uno studio per un altro modello del periodo della Tranvia del Canavese del 1883-1906, la prima locomotiva a vapore della Henschel & Son a 2 assi è quasi finita...
Sono comunque alla costante ricerca di informazioni riguardanti questi particolari modelli di fine 800, se avete il piacere di condividerle, potete far riferimento alla mia e-mail.
Grazie e saluti a tutti.
Mai vista una cosa del genere... capolavoro dell'autocostruzione, eccezionale.
Complimenti.
Giampaolo
Ciao Daniele, ben arrivato tra noi, a prescindere dal soggetto, peraltro interessante, le auto costruzioni di questo livello sono sempre da ammirare. Interessante ricostruzione storica e ottima ricostruzione del modello.
Al prossimo.
Ezio
Un ringraziamento per aver apprezzato il mio lavoro in auto costruzione a Ezio e Gianpaolo, grazie.
Bravissimo Daniele,
grazie per averci proposto una storia ed un modello misconosciuta.