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Mentre la seconda guerra mondiale volgeva al termine, i tedeschi svilupparono idee interessanti per realizzare nuovi mezzi ed armi per cercare di invertire le sorti del conflitto.
Tra questi, fu progettato sul finire del 1944 per la Kriegsmarine questo mezzo d’assalto, un insolito mini sommergibile veloce per l’attacco al naviglio nemico.
Immagini d’epoca
Con un dislocamento di 2,5 t, aveva una lunghezza di 5,5 m, una larghezza max di 1,0 m e, spinto da un motore elettrico AEG da 32 CV, poteva raggiungere in immersione la velocità di 17 nodi, grazie soprattutto alla forma a goccia idrodinamica del suo scafo, mentre in emersione arrivava ai 10 nodi.
Per garantire il flusso d’aria respirabile all’interno, era installato sulla sommità il tubo dello snorkel.
Con un solo uomo ai comandi, la cui testa emergeva in una cupoletta in plexiglass posta alla sommità dello scafo, era armato con un siluro G7 da 533 mm installato sotto la chiglia o in alternativa con una torpedine al traino, agganciata all’anello posto all’estremità dell’albero dell’elica.
Vennero costruiti tre esemplari, il primo dei quali fu gravemente danneggiato il 18 gennaio 1945 dopo una collisione con una imbarcazione di accompagnamento, mentre i restanti due furono distrutti il 1 Maggio 1945 a Pötenitz, base sulla costa del Mar Baltico nella baia di Lubecca, prima dell'arrivo degli Alleati.
Il modello scala 1:35
Il modellino è della francese U-Models, il cui kit é costituito da parti in resina ottimamente rifinite, da una parte trasparente per la cupoletta e da un foglio in formato A4 riportante un semplice schema di montaggio e una breve descrizione storica in inglese.
Non ho avuto particolari difficoltà ad assemblare il tutto e anche per dare il senso delle proporzioni e per una migliore completezza ho preferito inserire un figurino pilota, prodotto sempre dalla U-Models, intento ad infilarsi nella sua postazione, previo adeguamento in profondità del vano interno circolare e ponendo altresì in apertura la relativa copertura.
Inoltre, prendendo spunto dalla foto d’epoca d’inizio articolo, ho agganciato due spezzoni di fune, ricavati da filo elettrico, ai rispettivi golfari a sostegno del mezzo, immaginandolo nell’atto di essere calato in acqua armato anche del suo siluro e posizionato quattro barrette metalliche di rinforzo tra i timoni; queste ultime e i golfari non sono previsti nel kit.
Non conoscendo la colorazione originale del mezzo per la mancanza di documentazioni al riguardo, ho deciso di usare i colori specifici prodotti dalla Lifecolor per la Kriegsmarine, previa stesura di primer spray metal della Army Painter.
Quindi ho dato con il solo uso del pennello tonalità di color grigio e verde per lo scafo, un color metallo brunito per il siluro, con la solo testata in grigio scuro.
Ho eseguito la verniciatura tenendo anche in considerazione che i Delphin erano solo prototipi, con tutte le difficoltà connesse alla vicina fine del conflitto e per di più usurati per le continue prove di messa a punto e collaudo.
Mentre é stata del tutto infruttuosa la mia ricerca per conoscere il motivo della originale e appariscente zebratura: posso solo ipotizzare che lo rendesse più visibile ai tecnici durante le evoluzioni di collaudo.
In prosieguo, se i Delphin fossero entrati veramente in azione, certamente non avrebbero avuto una tale vistosa colorazione: "Taciti ed invisibili partono i sommergibili..." come recita una strofa dell’inno dei sommergibilisti italiani.
Quindi, anche in mancanza di indicazioni per la sua colorazione, mi sono rifatto alle immagini ricavate dai due kits similari, prodotti in resina dalla U-Models e in plastica dalla MikroMir, scegliendo la colorazione di quest’ultima in bianco/rosso anziché in giallo/rosso:
Il modello così finito, lungo 22 cm e largo 5 cm, è sistemato in una teca in metacrilato della Essebiemme dove poggia su un tondino inserito in una base con fondo bianco, sulla quale ho posizionato centralmente una lastrina in ottone con inciso il nome e con a fianco l’immagine della bandiera della Kriegsmarine, copia ricavata e stampata da internet.
Infine, un sentito ringraziamento all’amico Leonardo Petroli che ha realizzato le foto del modellino.
Bibliografia e immagini.
Dal Mississippi al Reno,
il Dino in un baleno
ti sforna i suoi gioielli:
duro dire " non son belli "
anche se rari e ricercati,
lui li ha modificati,
chiuso lì, nella sua stanza
li produce con costanza
questi pezzi assai pregiati
- dove mai li avrà pescati?
dal momento che è in pensione
può spaziare in visione
tutto il web incontrollato.
Grazie, Dino, per averlo pubblicato
p.s. non ti ci abituare!!! Giuseppe
Allora qui i complimenti vanno a due persone:
- a Dino per la sua maestria nel costruire e scovare queste chicche del passato e presentarle a noi;
- a Giuseppe per la sua bravura nella poesia in rima....!!!!
Grandi...tutti e 2...per il modello è la poesia...fantastic 😉👍👍👍💪💪👌👌👌
Ciao Nonno Dino, come sempre un piacere nel vedere sia modelli così inusuali che ben realizzati.
Al nostro Giuseppe "Ungaretti" Giovenco, un grande applauso.
Dovrò iniziare anch'io a cercare qualche chicca ed evadere di soliti aerei... quando sarò in pensione... per il momento sono diventato nonno... quando inizierò ad addestrare il mio Padawan vedremo...
Bravissimi
Un caro saluto
Ezio
Ciao nonno Dino!
Come sempre... Bellissimo il modellino e Bellissima la poesia di Giuseppe.
Tanti complimenti ad entrambi :)
Un salutone da Alby.