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Il Karl (dal nome del Generale Karl Becker responsabile dello sviluppo delle artiglierie) era un mortaio d’assedio semovente dell’esercito tedesco, concepito per distruggere qualsiasi tipo di fortificazione nel corso della 2a G.M.
Prodotto in soli sei esemplari operativi, avevano nomi evocativi: Adam (I), Eve (II), Odin (III), Thor (IV), Loki (V) e Ziu (VI), rispettivamente il primo uomo, la prima donna e le quattro divinità della mitologia germanica.
Questo mastodonte dal peso di circa 125 t, dalle dimensioni di 11,15 m x 3,16 - altezza 4,78 m, era spinto da impianto propulsivo Daimler Benz a 12 cilindri da 580 cv che permetteva una velocità massima su strada di 10 km/h, fuori strada 2 km/h e con una autonomia di 130 km.
Per gli spostamenti su percorrenze maggiori, il Karl poteva essere smontato e caricato su speciali rimorchi su ruote; quando era possibile, si utilizzava il trasporto ferroviario agganciando e sollevando l’intero mezzo con ponti elevatori posti su due carri appositamente modificati.
L’armamento era costituiti da obici Rheinmetall-Borsig da 600 mm a canna corta o da 540 mm a canna lunga, tra loro intercambiabili, con elevazione massima a 70° e con cadenza di tiro di sei colpi l’ora.
Le relative munizioni erano di due tipi a secondo della canna adottata:
* schwere Betongranate dal peso di 2170 kg con gittata massime fino a 5 km
* leichte Betongranate dal peso di 1700 kg con gittata massime fino a 11 km
L’equipaggio era composto da 21 persone: comandante, un guidatore, un assistente guidatore e 18 artiglieri.
Ad ognuno dei Karl venivano affiancati in appoggio due carri Panzer IV, opportunamente modificati con dei contenitori blindati al posto delle torrette, per il trasporto di munizioni (Munitionsschlepper), ciascuno dotato di quattro proiettili che venivano trasferiti sui mortai stessi con delle gru.
Quando il Karl veniva predisposto per il bombardamento, le sospensioni venivano abbassate in modo tale che il telaio poggiasse interamente sul terreno, che doveva essere abbastanza compatto, sia per meglio distribuire il rinculo dopo lo sparo che per sostenerne il non indifferente peso.
La bocca da fuoco era posta in coda rispetto al pozzetto di guida e al conseguente senso di marcia, ciò per consentire un disimpegno ed un allontanamento del mezzo più agevole, al fine di evitare sia il tiro di controbatteria che per un nuovo posizionamento.
Per via delle dimensioni e delle difficoltà di spostamento, i Karl furono impiegati in poche operazioni belliche: principalmente durante l’assedio di Sebastopoli, dove, tra l’altro, il 7 Giugno 1942 venne distrutta con un solo colpo la batteria corazzata Maxim Gorki dotata di due pezzi appaiati da 305 mm e nel corso della rivolta di Varsavia nell’Agosto 1944.
L’ultima operazione effettuata, fu l’intervento nel Marzo del 1945 per distruggere il ponte di Remagen sul Reno, nel tentativo, non riuscito, di bloccare l’avanzata delle truppe americane.
Dopo le vicende belliche, dei sei Karl ne sopravvisse solo uno: l’Adam (I), che è tuttora custodito nel museo dei mezzi corazzati di Mosca-Kubinka.
Il modello scala 1:35
Il modellino, prodotto dalla cinese Trumpeter, è stato realizzato 16 anni fa nella versione a canna lunga 041: doveva far parte di un diorama con a lato i due carri d’appoggio, parzialmente ancora da assemblare e da completare, come da foto sottostante.
Ma al tempo, nuovi interessi modellistici avevano preso il sopravvento e questo modellino era finito in archivio ma, da buon cultore, mai dimenticato.
E infatti, in questo periodo ho voluto riprenderlo e dopo una "rinfrescata" lo propongo a sé stante, in attesa di completare in futuro il progetto originario... mah!
Previa stesura di primer spray metal della Army Painter, il Karl è stato verniciato a pennello con questa mimetica, usando acrilici Tamiya di tre tonalità:
* giallo ocra scuro (Dunkelgelb)
* verde grigio (Feldgrun)
* marrone rossiccio (Rotbrun)
Avevo anche posizionato quattro figurini della Dragon, con l’autista "Fritz" impegnato a studiare una mappa ai quali dovevano aggiungersi altri figurini in varie posizioni tra artiglieri e Ufficiali, sempre della Dragon e naturalmente tutta l’ambientazione per completare il diorama.
Infine, un sentito ringraziamento all’amico Leonardo Petroli che ha realizzato le foto del modellino.
Bibliografia e immagini.
Thomas L.Jentz "KARL-GERÄT" - ed. Panzer Tracts 2001
Nico Sgarlato "Eserciti nella Storia" - Delta Editrice n. 43 2007
Ciao Nonno Dino, cosa posso dire di questa Tua bellissima realizzazione...
Complimenti, sempre esaustiva la nota storica e intrigante il modello.
A presto, nella speranza di poterci incontrare almeno l'anno prossimo.
Ezio
Caro nonno Dino,
riesci sempre a stupirmi,
sei in grado di passare dalle navi, ai sottomarini, mezzi corazzati, ecc ecc. ed qualsiasi tipo di modellino, SEMPRE nella maniera più OTTIMALE!
in breve: Un modellista completo ed eccellenza!!!
tanti complimenti.
a presto.
un salutone.
Alby.
CARO DINO, COME AL SOLOITO LA RICERCA STORICA SI ASSOCIA AD UNA SUPERBA REALIZZAZIONE MODELLISTICA E PITTORICA.
GRAZIE
GIAMPAOLO
ci sono!! l'originale ce l'hai in un locale seminterrato di un condominio nelle vicinanza - con tutte quelle ruote devi esserti impegnato in ore notturne straordinarie, ma alla fine il confettino è riuscito benissimo - un cordialissimo saluto - Giuseppe
Splendida e impegnativa realizzazione del mastodonte germanico con relativa ed esaustiva descrizione.
Complimenti!
Enrico