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Verso la fine del secondo conflitto mondiale, vennero impiegate armi nuove e micidiali che mostrarono l’alto grado di sviluppo scientifico e tecnologico raggiunto dai tedeschi.
Fra quelle realizzazioni ci fu il Rheinbote "Messaggero del Reno" denominato anche V-4 nella serie Vergeltungswaffen (arma per rappresaglia).
Era un razzo balistico terra-terra a quattro stadi, a lungo raggio e a combustibile solido, sviluppato dalla Rheinmetall-Borsig in Germania, testato nel 1944 e utilizzato sia alla fine di quell’anno che all’inizio del 1945.
Immagine d’epoca
Lungo11,40 m - peso 1715 kg - velocità 5,5 mach (6800 k/h), poteva salire ad una altitudine di circa 80 km nella stratosfera, prima di scendere ed impattare fino a circa 220 km dal sito di lancio, tutto in 260 secondi.
Diagramma della traiettoria
Le pinne, leggermente inclinate su ogni stadio, erano destinate a far ruotare il
razzo in volo, permettendo così di aumentare la precisione sull’obiettivo anche se, non avendo alcuna guida, veniva lanciato in direzione del bersaglio e con l’elevazione stimata in base alla distanza.
L’ultimo stadio, lungo 4 m con un diametro di 19 cm, era dotato di una testata pesante 40 kg ma con soli 20 kg di esplosivo, che provocava all’impatto un cratere di soli 1,20 m di diametro, senza però effetti di frammentazione.
Contro il porto Anversa, che era usato dagli Alleati per sbarcare materiale bellico e già pesantemente colpito dalle V-1 e V-2, furono effettuati circa 220 lanci partendo da una base presso Nunspeet in Olanda, località indicate nella mappa sottostante, ma con scarsi risultati: la testata era troppo "leggera" per dare un peso strategico a questa interessante arma.
I lanci furono effettuati da una unità la cui denominazione era Artillerie-Abteilung 709, sotto il comando della SS- Division zur Vergeltung operante appunto nei Paesi Bassi per l’impiego operativo dei razzi.
Il progetto di migliorare il razzo in versioni più avanzate e dal potenziale distruttivo più elevato venne abbandonato nel Febbraio 1945, anche perché si era ormai alla fine della guerra con il rapido avanzamento del fronte alleato.
Il Rheinbote veniva impiegato al lancio sia da una rampa mobile FR-Wagen, che era una versione modificata di quella utilizzata per il razzo V-2, sia da una piattaforma del cannone Flak41da 88 mm opportunamente trasformata, piattaforma quest’ultima usata anche per il missile antiaereo Rheintöchter (precedentemente illustrato in un diorama in questo sito).
FR-Wagen
Flak41
Pur essendo stata un’arma con poca precisione e dal modesto carico utile, con il suo design sottile e multistadio fu, unitamente al più potente e conosciuto V-2, il primo missile balistico operante nel secondo conflitto mondiale, precursore dei moderni ICBM (Intercontinental Ballistic Missile), inaugurando così una nuova era di guerra e di esplorazione spaziale.
Il modello 1:35
Il kit è della cinese Bronco Models che mi ha piacevolmente sorpreso sia per l’ottima qualità dello stampaggio in plastica grigia che per i numerosi componenti molto particolareggiati e precisi, per cui non ho avuto alcun problema ad assemblare il tutto anche per le chiare e concise istruzioni del relativo libretto, formato da 14 pagine.
Previa stesura del primer nero della Vallejo, ho eseguito la verniciatura usando acrilici Tamiya, dando poi lavaggio e usura.
Ho leggermente mimetizzato la piattaforma di lancio con del bianco che ho steso con il Washable White Camo della MIG che, una volta asciutto, ho iniziato a rimuovere con un pennello umido d’acqua, sfumandolo in modo da creare quel tipico mimetismo dato sommariamente e con poca vernice.
Il diorama
Da un pannello isolante edile di polistirene estruso, ho ricavato una base da 36x25x3 cm sulla quale ho posizionato una roccia da ferromodellismo e alcuni spezzoni dello stesso polistirene, precedentemente sagomati e incollati tra loro, per formare così uno spazio scenico in zone diverse.
Quindi ho steso dapprima alcuni strati di DAS in modo irregolare per simulare l’andamento del terreno, poi, una volta asciutto, ho spalmato sull’intera superficie della pasta acrilica Terra dell’Abbiati Wargames, mescolando e testurizzando due prodotti di tonalità diversa.
Successivamente, ho posizionato quattro abeti bianchi d’alto fusto, realistica realizzazione del Mondo in miniatura, aggiungendo alcuni ceppi, tronchi d’albero abbattuti, rami e piccole quantità di sottobosco, del tutto naturali.
Usando un colino a trama fine ho cosparso a pioggia della neve artificiale della Woodland Scenics, fissandola contemporaneamente con lacca spray per capelli; successivamente ho simulato l’effetto di ghiaccio e di neve pressata dal passaggio dei mezzi e degli uomini con del gel acrilico brillante della Vallejo.
Hanno completato lo scenario un paio di pozze d’acqua, realizzate con la resina ultravioletta effetto acqua della Green Stuff World e con l’uso della relativa mini torcia UV.
Come finitura al rustico, ho steso a pennello lungo i bordi verticali della base la pasta acrilica della AK e incollato una lastrina in ottone da 15x2,5 cm con inciso il nominativo.
I figurini
Dopo una ricerca nel web, sono riuscito a reperire otto figurini di marche diverse, adatti in questo contesto, che ho distribuito nel diorama secondo le loro pose e mansioni che avevo ipotizzato.
Infine, un sentito ringraziamento all’amico Leonardo Petroli che ha realizzato le foto del diorama.
Bibliografia e immagini.
"I segreti di Peenemünde" di Brian Ford - ed. Ermanno Alberetelli 1970
"Le armi segrete del Terzo Reich" di David Irving - ed. Mondadori 1970
"Batterie... fuoco! Storia, uomini, uniformi e tattiche della Heeresartillerie 1935-1945" di Andrea Lombardi - ed. EFFEPI 2006
Decisamente questo messaggero del Reno reca onore alla tua fama di ricercatore - poi un giorno ci dirai dove capperi trovi tutte queste scatole di montaggio decisamente fuori dai canali ufficiali - ma, verdure a parte, resta sempre un tuo marchio indiscutibile per la rarità del pezzo - della serie: se un giorno deciderai di proporci, che so, uno Sherman, nessuno ti crederebbe - auguri Dino - per me resta sempre il piacere di averti conosciuto e di saperti apprezzare - Giuseppe
io non ho mai avuto il piacere di conoscerti, ma da storico mancato, immagino che 4 chiacchere con te siano meglio di una lezione universitaria.. modello stupendo ben ambientato e realizzato.. soggetto di cui chiaramente ignoravo l'esistenza.
grazie Dino.
Giampaolo
Caro Dino, l'ennesimo articolo carico di storia e modellismo, soggetto intrigante e realizzazione da grande modellista.
Sinceri complimenti e un caro augurio di Buon Anno.
Un augurio a Tutti gli amici di Kitshow.
Ezio
Grazie Dino per avermi citato, io ho fatto solo le fotografie, è veramente un bel modello grazie all'abilità modellistica di Dino.
Storie chiare e sempre interessanti.. fa piacere leggerle.. modello ben fatto sui tuoi livelli.. e anche insolito.. bravo 👏
Ciao Dino,
grazie per questo nuovo soggetto insolito.
ottima l'ambientazione.
complimenti
Pietro
Caro nonno Dino,
Una realizzazione eccellente.... COME SEMPRE!!!