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Karl Heinrich Klingert era un ingegnoso scienziato polacco, originario di Breslavia, che realizzò diverse invenzioni tra cui una pompa che rilasciava ossigeno dall’acqua, un accendino ad aria compressa, una lampada subacquea, una scala antincendio, un termometro e una bussola per non vedenti, una protesi del braccio, sedie per esercizi di riabilitazione e a rotelle, interessandosi soprattutto alla termodinamica, alla fisica applicata e alla meccanica dei fluidi.
Ma passò alla Storia per aver progettato nel 1797 un primordiale scafandro per le immersioni, una vera muta subacquea precorritrice di quelle attuali.
Immagine d’epoca
Quest’ultima era composta da un casco metallico in rame con due fori vetrati per la visione e un foro centrale per la respirazione, dove vi confluivano due tubi in caucciù flessibili, uno per l’immissione d’aria pura e l’altro tramite un boccaglio per l’espulsione di quella di ritorno, quasi un moderno palombaro.
La tuta si completava con una camicia a maniche corte e con i pantaloni al ginocchio entrambi in cuoio reso impermeabile, mentre la vita era cinta da una larga cintura metallica anch’essa in rame.
A quest’ultima erano agganciati ai fianchi dei pesi cilindrici, quale zavorra, che permettevano al subacqueo una certa stabilità, mentre due contenitori anch’essi cilindrici erano appesi collegati ai due tubi per raccogliere l’acqua di condensa che si formava inevitabilmente all’interno dei tubi stessi.
Lo scafandro fu progettato allo scopo di pulire e rimuovere ostacoli vari accumulati sul fondo del fiume Oder e poteva operare fino a 6 o 7 metri di profondità.
Il 23 Giugno 1797 il suo assistente F.W.Joachim completò con successo diverse immersioni di prova e sembra strano che le gambe e i piedi siano lasciati esposti.
Immagine d’epoca
Successivamente, per permettere al subacqueo di respirare indipendentemente dalla superficie e quindi di avere una maggiore durata operativa sott’acqua, Klingert fece eseguire un deciso perfezionamento che vedeva lo scafandro accoppiato ad un ingegnoso sistema di rifornimento d’aria, che contemporaneamente fungeva da "ascensore idrostatico".
Immagine d’epoca
Infatti, la tuta fu collegata a un grande serbatoio d’aria a forma cilindrica con le estremità rastremate a tronco di cono e che presentava al suo interno, oltre alla zavorra posizionata sul fondo, un sistema a pistone e cremagliera azionato dal subacqueo mediante una manovella, il cui movimento assolveva sia al controllo dell'assetto del serbatoio stesso, diminuendone il volume interno, che, per la stessa prerogativa, alla compressione dell'aria al suo interno.
Anche questa combinazione venne sperimentata con immersioni pratiche, consentendo al "palombaro" di arrivare a segare un tronco sul fondo del fiume Oder.
Il diorama scala 1:32
Il figurino, in resina di alta qualità, è della Scientificmodels, produttore italiano specializzato nel realizzare modelli su basi scientifiche ed è costituito da 19 parti precise e ottimamente rifinite, accompagnate da un foglietto riportante un simpatico ed originale schema di montaggio.
Prendendo spunto dall’immagine d’epoca di inizio articolo, ho voluto realizzare il serbatoio per l’aria nella sua interezza e l’ho inserito, in unione con l’operatore subacqueo, in questo piccolo diorama completato da una porzione di pontile in legno.
Non trovando nel web altre immagini o note più esplicative relative alla sua dimensione, ho preso come base di riferimento l’altezza del figurino in resina e ho rapportato il tutto per ricavare le singole misure del suo ingombro.
Non possiedo una stampante 3D né tantomeno un tornio, con il quale lo avrei potuto facilmente ottenere in un unico pezzo da un tronchetto di legno, per cui mi sono semplicemente divertito con estro e fantasia ad assemblarlo con oggetti reperiti da svariate provenienze, usando al riguardo:
un tratto di tubo in metacrilato per la parte centrale;
due tappi in sughero tronco conici da damigiana per le estremità, successivamente raccordati, sagomati e stuccati in altezze diverse;
due guarnizioni in plastica sovrapposte a cupoletta per la parte superiore, a cui ho aggiunto un golfare centrale con agganciata la fune di sostegno e altri quattro più piccoli ai lati per la chiusura di quello che dovrebbe essere uno sportello;
un disco in plastica, con già sporgente un cilindretto centrale, a chiusura della parte inferiore;
tre pezzi di plasticard sagomati e incollati quale pedana di sostegno del figurino;
un tondino di ottone opportunamente piegato con borchia e manicotto d’impugnatura quale manovella;
due cavetti di filo elettrico quali tubi per l’aria raccordati da una parte a quelli parzialmente presenti e indossati dal figurino e dall’altra inseriti con borchie in plastica nel serbatoio, mentre gli stessi sono sostenuti da un legaccio in corda sporgente sulla schiena.
Ipotizzando che nella realtà il serbatoio sia stato costruito in due pezzi uguali e contrapposti sia per il corpo centrale che per le estremità tronco coniche, ho incollato, sfalsate tra di loro, delle striscette di ottone larghe 2 mm a tamponamento e miglior chiusura delle rispettive saldature di unione verticali e orizzontali.
Infine ho completato il tutto realizzando la lanterna posizionata a fianco del figurino con questo materiale sempre di recupero:
un pezzo di tondino in plastica trasparente, ricavato da quello a protezione delle setole di un pennello, per la parte centrale vetrata;
guarnizioni e rondelle di vari tipi per la parte superiore e per il fondello, internamente al quale ho inserito uno stoppino.
Il serbatoio è stato appoggiato su due listelli a sezione quadrata posti sul pontile, fissando il tutto a sostegno con quattro tondini di ottone.
Previa stesura del primer black della AK, ho eseguito la verniciatura usando acrilici di colori e marche diverse, dando poi invecchiamento, lavaggio ed usura.
Il tratto di pontile è stato realizzato con listelli piatti di legno Mogano Honduras fissati su una struttura formata da travi incrociate e si regge su quattro pali ricavati da spezzoni di rametti naturali che, per l’aspetto della loro corteccia rugosa e invecchiata naturalmente, si adattano ottimamente in questo contesto.
Quest’ultimi sono inseriti in una lastrina in metacrilato effetto acqua della Essebiemme da 18x14 cm, preventivamente forata e dipinta a pennello con acrilici di tonalità diverse dal di sotto.
A completamento ho steso in superficie del gel acrilico opaco dell’Abbiati Wargames per dare l’effetto increspatura e più strati intervallati del liquido effetto acqua della Toffano, sui quale ho sparso, in alcune zone, un mix di frammenti naturali di vegetazione.
La lastrina a sua volta poggia su una base di polistirene estruso di pari dimensioni spessa 3 cm, sui cui bordi verticali ho steso a pennello, come finitura al rustico, della pasta acrilica Terrans della AK, successivamente verniciata.
Ho posizionato un palo anch’esso di legno naturale a lato del pontile con agganciato un parabordo della canadese Thachweave realizzato con fili di cotone intrecciati a mano e lavorato a uncinetto.
Provenienti dal mio archivio, ho anche aggiunto un anello e un tratto di catena per l’ormeggio inseriti nelle travi del pontile, delle cime fissate rispettivamente ad un bozzello in legno e a una carrucola metallica, entrambe collegate ad una estremità di una pertica di manovra.
Un pennuto della francese U-Models, posizionato in cima al palo, stride indispettito verso il serbatoio.
E dopo aver irrigidito verticalmente con il Vinavil il tratto di corda a sostegno del serbatoio e incollato centralmente sul davanti della base una targhetta in ottone con inciso il nominativo, ho posto il tutto al riparo di una teca in metacrilato della Essebiemme.
Bibliografia e immagini.
CARO DINO INNANZITUTTO GRAZIE..LAVORO UNICO E REALIZZATO MAGISTRALMENTE, VOLEVO SOLO AGGIUNGERE CHE SEI LA PERSONA PIU' ORIGINALE E SPECULARE CHE HO MAI CONOSCIUTO.. DETTO DA ME.. STORICO MANCATO... PURTROPPO.
UN ABBRACCIO.
GIAMPAOLO.
GRANDIOSO! è una figata, bello, originale... non saprei cos'altro dire.
Dino sei superlativo!!!!!
Ciao Dino,sempre originali e divulgative le tue creazioni,le quali hanno su di me un fascino particolare sia per gli argomenti sia per i soggetti trattati che con maestria riesci a concretizzare da modellista di alto profilo. Grazie per avermi edotto ancora una volta su un personaggio e una vicenda a me sconosciuta.
Enrico
Grandissimo Dino, mai banale e sempre interessante, modellisticamente ineccepibile, la fantasia nel reperire il materiale è un comune denominatore che ci affratella, quando non si possiede la tecnologia che può dare una mano... ma il divertimento sta proprio qui... facile usare una stampante 3D...
Bellissimo mi piace un "casino"....
Grazie di farci partecipi dei questi tuoi saggi di divulgazione scientifica alla Isaac Asimov, che prima di essere scrittore di fantascienza era un divulgatore....
Al prossimo.
Ezio
Eccezionale come sempre!✌️🤓✌️
Ciao nonno Dino.
Un abbraccio.
Alby 🤗
Ciao Dino
Grazie per le tue proposte sempre originali e divulgative.
sei la storia .. in 3d !!
Pietro
Fortissimo Dino, mai banale sempre molto originale nel proporre soggetti poco conosciuti almeno per me.
Sempre molto dettagliato e piacevole da leggere la descrizione.
Gianni
Grande Dino, non finirai mai di stupirci con I tuoi originalissimi soggetti e le note storico scientifiche sempre molto interessanti.