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Era una motosilurante costiera (Motor Torpedo Boat) di attacco veloce, costruita a partire dal 1936 inizialmente presso il cantiere navale inglese Vosper a Portsmouth, da cui prese il nome, poi presso altri numerosi cantieri, anche negli USA, per un totale di circa 300 unità.
Fu progressivamente modificata negli anni con varianti in base alla diversa combinazione di armamento offensivo e difensivo, ma in pratica le classi fondamentali in base alla lunghezza furono tre: da 70 piedi (21,30 m), da 72,6 piedi (22 m) e da 73 piedi (22,30 m).
Con un equipaggio di 13 uomini, era dotata inizialmente di tre motori 18 cilindri a W Isotta Fraschini Asso da 3500 HP, ma allo scoppio della guerra la Royal Navy dovette trovare alternative ai motori italiani, che vennero sostituiti dai Packard statunitensi da 4000 HP, con una velocità massima di circa 40 nodi.
Vosper da 72,6 piedi seconda serie
Solo la MTB 74 fu successivamente configurata in una versione speciale e le modifiche apportate furono le seguenti:
ricollocamento dei due tubi lanciasiluri da 533 mm dal centro scafo a proravia della plancia di comando
rimozione di tutto il suo armamento di superficie
installazione verso poppa di speciali silenziatori al fine di ridurre al minimo il rumore prodotto dai tre motori.
installazione di una struttura in tubolare di ferro sporgente a prora allo scopo di agganciare ed abbassare eventuali reti di sbarramento per permettere così il lancio in sicurezza dei due siluri al di sopra delle reti stesse.
Quest’ultimi, privati dei motori, erano stati riempiti con 1800 libbre di esplosivo Aminol ad azione ritardata e progettati per essere lanciati con aria compressa a distanza ravvicinata dall’obiettivo.
La 74, così modificata, partecipò a una azione di commando nel porto pesantemente difeso di Saint Nazaire, sito all’estuario della Loira nella Francia occupata dai tedeschi.
L’incursione, Operazione Chariot, si svolse nella notte del 28 Marzo 1942 avendo come obiettivo principale la distruzione della chiusa esterna d’accesso al grande bacino di carenaggio esistente Normandie, denominato così perché fu appositamente realizzato nel 1930 in tale dimensione per ospitare il transatlantico Normandie.
Gli inglesi progettarono questo raid notturno per impedire che il bacino stesso, messo fuori uso, potesse accogliere le maggiori unità navali tedesche operanti nell’Atlantico, in particolar modo la corazzata Tirpitz che rimase invece bloccata tra i fiordi della Norvegia.
Parziale mappa del porto
La formazione di attacco anfibio combinato era così composta:
dal cacciatorpediniere HMS Campbeltown (ex statunitense ormai obsoleto da sacrificare e preparato per questa azione con diverse modifiche alle sovrastrutture e con l’aggiunta di una particolare corazzatura sul ponte) con a bordo i commando e riempito di 4 tonnellate di esplosivo ad azione ritardata contenuto in appositi cassoni sigillati in acciaio e cemento ben nascosti all’interno, con l’obiettivo di speronare a tutta velocità a mo’ di ariete i pesanti portoni d’accesso al bacino, per poi, a distanza di alcune ore programmate alle 11,30, esplodere come una nave bomba;
da 16 motocannoniere e motolance suddivise con il compito di comando, supporto e trasporto di truppe d’assalto e di squadre di demolizione al fine di sabotare e distruggere macchinari e altre strutture del porto;
dalla motosilurante MBT 74 equipaggiata con i due speciali siluri da demolizione.
La 74 aveva due obiettivi alternativi: silurare i portoni d’accesso del bacino Normandie in supporto al cacciatorpediniere nel caso in cui non fosse riuscito a speronarli del tutto o silurare e distruggere le chiusure d’accesso al vecchio ingresso del vicino bacino di St. Nazaire.
Completò la sua missione con quest’ultima azione e mentre si allontanava sulla via del ritorno fu colpita e affondata dalla reazione tedesca.
L’Operazione Chariot, nonostante le pesanti perdite di vite umane da ambo i fronti, fu un completo successo, tant’è che il bacino Normandie fu ripristinato all’uso solo nel 1948.
Le maggiori perdite tedesche furono dovute all’esplosione ritardata sia del Campbeltown che quella dei due siluri della 74, in quanto un gran numero di militari, tecnici e operai era o a bordo o nelle immediate vicinanze.
Immagine del Campbeltown scattata prima dell’esplosione
Il modello scala 1:35:
Il kit è della ITALERI, versione aggiornata della precedente uscita nel 2014 e che mi ha incuriosito per l’unicità della motosilurante in questa configurazione operativa, dimostrando così di coniugare ottimamente un singolo episodio storico con uno specifico prodotto di modellismo.
Il modello è interamente in plastica color grigio di buona qualità, con lo scafo e la coperta stampati ciascuno in un pezzo unico che si uniscono con delle viti metalliche celate.
Il tutto si presenta ottimamente dettagliato e preciso, compresi i vari componenti della soprastruttura, per cui non ho avuto alcun problema nell’assemblare il tutto.
Fanno parte del kit un fascicolo d’istruzioni, un foglio di fotoincisioni, uno di acetato prefustellato per i pezzi trasparenti relativi alle finestrature della plancia di comando/oblò e anche un set dedicato all’equipaggio, costituito da sette figurini in varie pose.
Di quest’ultimi, ho scartato quello progettato per sedersi nel pod della mitragliatrice che era si presente sulla versione base, ma non in questa configurazione così particolare.
Ho eseguito la verniciatura dello scafo, previa stesura del primer black della AK, usando per la particolare mimetica tre diverse tonalità di acrilici Tamiya, più una discreta quantità di nastro per mascheratura (indispensabile quello specifico per le curve) e a seguire ho dato invecchiamento, lavaggio e usura in forma leggera.
Per una rappresentazione più realistica non ho mancato di apportare alcune migliorie, quali:
una nuova cordatura lungo i bordi della zattera di salvataggio, previa asportazione di quella esistente stampata in plastica;
due pagaie e un gancio di accosto (mezzo marinaio) sulla zattera;
un telo arrotolato color verde sul ponte accanto alla zattera;
cordatura intorno ai due salvagenti, non prevista nel kit;
una pedana per il timoniere formata da sottili listelli in legno, in sostituzione di quella in plastica prevista nel kit;
varie cime posizionate sul ponte, compresa quella fissata all’ancora con anteposto un tratto di catena;
una stuoia e un paio di contenitori inseriti nella tenda posizionata sul ponte;
filo elastico di due sezioni diverse per cavi antenna al posto di quello in cotone presente nel kit.
silicone trasparente per simulare il getto dell’acqua di scarico da due dei quattro ombrinali posizionati ai lati dello scafo verso poppa; detti ombrinali, così caratteristici nella loro forma esteriore, erano si presenti nella prima versione standard, ma in questo kit sono stati stranamente ignorati dalla ITALERI, per cui me li sono procurati dalla stessa come pezzi di ricambio e li ho posizionati previa foratura dello scafo, il tutto come da foto d’epoca.
Il modello così finito è lungo 65,5 cm e largo 16,5 cm.
Ombrinale
Per realizzare la superficie del mare ho usato una lastra in metacrilato “effetto acqua” della Essebiemme da 720x280x5 mm e che, a sua volta, poggia su una base delle stesse dimensioni ricavata da un pannello di polistirene estruso, materiale isolante edile spesso 3 cm.
Dopo aver forato in successione una parte centrale della lastra stessa, per poter poi asportare il tassello riferito all’ingombro dello scafo e aver rifinito il bordo interno con una punta fresa, ho scavato in corrispondenza una nicchia nella base di polistirene sottostante, per poter poi opportunamente adagiare il battello nel suo vano.
Precedentemente avevo verniciato a pennello la lastra dal di sotto, per creare le diverse tonalità del mare con un mix di acrilici color verde e blu della Tamiya.
Per completare l’effetto mare, dopo aver sigillato il perimetro del mezzo con del silicone trasparente, ho steso sulla superficie della lastra più strati intervallati di liquido Toffano per l’effetto acqua, del gel acrilico brillante della Vallejo per accentuare maggiormente il movimento ondoso e del gel acrilico opaco dell’Abbiati Wargames per dare l’effetto increspatura del movimento ondoso, tra l’altro già evidenziato nella struttura stessa della lastra, spargendo inoltre dei frammenti naturali di posidonia.
A lato della prua ho posizionato trasversalmente due boe in resina della francese U-Models che, collegate tra loro con tratti di catena, rappresentano parte della struttura emergente a sostegno delle sottostanti reti parasiluri, aggiungendo anche la doppia numerazione identificativa con decals di recupero.
Foto d’epoca
Chiaramente il diorama non rappresenta l’evento bellico in sé, visti sia la rilassatezza dei componenti dell’equipaggio che la posizione libera di un siluro non ancora inserito nel relativo tubo di lancio, ma simula una normale esercitazione prima di effettuare il raid.
Ho completato il diorama stendendo a pennello lungo i bordi verticali della base della pasta acrilica Terrans della AK e sulla quale ho applicato del nastro a rete in fibra di vetro, successivamente verniciato.
E dopo aver incollato sul davanti una lastrina in ottone da 140x27 mm con inciso il nominativo e sui lati contigui lo stemma del cantiere navale Vosper, ho posto il tutto al riparo di una teca in metacrilato della Essebiemme.
Infine, un sentito ringraziamento all’amico Leonardo Petroli che ha realizzato le foto del diorama.
Bibliografia e immagini:
“PT boats le motosiluranti” di Bryan Cooper – ed. Ermanno Albertelli 1971
“Commando” di Peter Yuong – ed. Ermanno Albertelli 1971
Site Plan (stnazaireraid.org.uk)
St. Nazaire. The Greatest Raid of All. My Trip - Page 3 (warrelics.eu)
Proprio oggi su focus ho visto un documentario sull'operazione chariot...
Hai fatto un lavoro bellissimo inserito in un contesto storico poco noto...
Complimenti
Giampaolo.
Complimenti Dino, un bel modello e grazie per avermi citato è sempre un piacere a fotografare dei bei modelli!
Ciao Dino, non sono un esperto di modellismo navale... ma quello che vedo è letteralmente spettacolare!!... I dettagli, l'ambientazione, l'invecchiamento ed anche le foto sono di ottimo livello.... Complimenti!! Attendiamo altri capolavori!!
Ciao caro Dino, molto bella, verniciatura impeccabile, stranamente un qualcosa di "normale" nella tua produzione.....
A parte le battute mi piace moltissimo.
Alla prossima
Ezio
Bel lavoro,
complimenti
Pietro
... SPETTACOLARE...
Caro nonno Dino,
Semplicemente SPETTACOLARE! ✌️🤩✌️