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È la più antica muta da sub conosciuta al mondo ed è custodita presso il museo della cittadina storica di Raahe in Finlandia, cittadina che all’epoca - XVIII secolo - era un vivace centro marittimo e di costruzioni navali, dove sicuramente sarebbero state necessarie operazioni in immersione.
Infatti, utilizzando questo particolare muta per brevi lavori subacquei, si potevano ispezionare le condizioni del fondo di uno scafo, senza dover inclinare l’imbarcazione o immetterla in un bacino di carenaggio.
È stata realizzata con pelle di vitello cucita con filo cerato e resa impermeabile con una miscela di sego di montone, catrame e pece.
Il casco, rinforzato all'interno con listelli di legno e dotato di due fori vetrati per la visione e un foro centrale all’altezza della bocca, presentava in sommità una valvola a cerniera da cui entrava l'aria.
Quest’ultima veniva pompata all’interno con un mantice a soffietto lungo una serie di tubi di legno, uniti con strisce di cuoio per dare flessibilità, mentre quella viziata usciva attraverso un tratto di tubo inserito nella parte posteriore della muta stessa e posizionato tra le due scapole.
Il coraggioso subacqueo si infilava nella muta attraverso un’apertura praticata all’altezza dello stomaco, che successivamente veniva chiusa e sigillata.
Nel 1988, il conservatore del Museo Raahe ha realizzato una riproduzione perfetta della muta, denominata The Young Gentleman, usando metodi e materiali analoghi a quelli dell’originale, con lo scopo di dimostrare la sua funzionalità per le immersioni.
Gli esperimenti furono tutti positivi, effettuando anche un’immersione per la durata di circa 40 minuti.
Il diorama scala 1:32
Il kit, in resina di alta qualità, è della Scientificmodels, produttore italiano specializzato nel realizzare modelli su basi scientifiche e storiche, ed è costituito da parti precise e ottimamente rifinite.
Assemblato il figurino e verniciato con acrilici flat leather della Italeri e brown leather della AK, l’ho completato inserendo il tubo per l’aria nella sommità del casco, mentre all’altra estremità è collegato a un mantice che ho costruito con plasticard e con un ritaglio di pelle color nero per formare la sacca interna.
Il tubo stesso, per renderlo articolato e flessibile così come descritto nella soprastante parte storica, l’ho composto con tondini di legno da 2 mm di diametro, lunghi 16 mm che, dopo averli verniciati con impregnante, ho unito tra loro con manicotti della lunghezza di 5 mm, formati da un’unica striscia sottile di pelle color nero che ho arrotolato, incollato con Vinavil e successivamente tagliato in cilindretti di egual misura.
Visto che il lavoro del subacqueo doveva limitarsi ad una breve ispezione del fondo dello scafo, ho ipotizzato che il tubo fosse lungo circa 6 m (in scala 19 cm), anche perché l’aria immessa semplicemente con il mantice, a mio parere, non arriverebbe a sufficienza per una lunghezza superiore, considerando anche la relativa dispersione interna.
Per realizzarlo, sarebbe stato più semplice usare un cavetto elettrico nella sua interezza, ma per mera fedeltà storica mi sono ingegnato e divertito così:
In proseguo, ho progettato la relativa ambientazione.
Ho posto il subacqueo con tutto il suo armamentario a prua della barca ormeggiata; quest’ultima è un reperto vintage che ho recuperato, svuotando e rifacendo l’interno con listelli di legno e strisce di plasticard, costruendo anche i due remi in legno con i relativi tratti di corda ad anello (stroppi) per l’ancoraggio ai rispettivi scalmi.
Successivamente l’ho ridipinta con acrilici della Lifecolor, al posto dei colori originari in bianco/azzurro e, dopo averla posizionata, ne ho sigillato il perimetro con del silicone trasparente.
Il tratto di banchina è stato realizzato con due strutture di materiali diversi:
polistirene estruso, opportunamente sagomato, sulla cui sommità ho posato con del Vinavil la relativa pavimentazione; quest’ultima è formata da blocchetti rettangolari a correre e sono contenuti da un cordolo perimetrale composto da elementi di maggior dimensione, entrambi reperiti in un colorificio, mentre sul sottostante paramento verticale ho incollato una striscia di polistirene a imitazione di un basolato in pietra, prodotto sempre dalla Scientificmodels.
Successivamente, ho spalmato il tutto con della pasta acrilica color cemento della AK, diluita però con acqua e mescolata con un acrilico grigio più scuro, completando poi la verniciatura con un mix di colori Tamiya stesi con il metodo del pennello asciutto.
legno per il pontile, che è stato realizzato con listelli piatti di Mogano Honduras fissati su una struttura formata da listelli quadrati di pioppo, il tutto sostenuto da quattro pali ricavati da spezzoni di rametti naturali che, per l’aspetto della loro corteccia rugosa e invecchiata naturalmente, si adattano ottimamente in questo contesto. Ho anche posizionato due pali per ormeggio ai lati del pontile, anch’essi di legno naturale, fissandoli anche lateralmente con pioli ad anello.
I pali suddetti, unitamente alla barca, sono inseriti in una lastrina in metacrilato effetto acqua della Essebiemme da 18x18 cm, preventivamente forata e dipinta a pennello dal di sotto con acrilici Tamiya di tonalità diverse.
A completamento ho steso in superficie del gel acrilico opaco dell’Abbiati Wargames per dare l’effetto increspatura del movimento ondoso, tra l’altro già evidenziato nella struttura stessa della lastra e più strati intervallati del liquido effetto acqua della Toffano, sui quale ho sparso, in alcune zone, un mix di frammenti naturali di vegetazione marina.
La lastrina a sua volta poggia su una base di polistirene estruso di pari dimensioni spessa 3 cm, sui cui bordi verticali ho applicato del nastro a rete in fibra di vetro, successivamente verniciato.
Successivamente, ho aggiunto:
un barile, già facente parte del kit del subacqueo, che ho verniciato con prodotti della True Earth e al quale ho applicato un tappo di vero sughero al posto di quello previsto in resina;
un anello per ormeggio fissato sulla banchina, delle cime, un bozzello in legno, un secchio, una stuoia arrotolata e un barilotto semiaffondato provenienti dal mio archivio;
un parabordo prodotto dalla canadese Thachweave con fili di cotone intrecciati a mano e lavorati a uncinetto;
un pennuto adagiato sull’acqua della francese U-Models.
E dopo aver incollato centralmente sul davanti della base una targhetta in ottone con inciso il nominativo e su un lato contiguo l’immagine stampata della bandiera finlandese, ho posto il tutto al riparo di una teca in metacrilato della Essebiemme.
Infine, un sentito ringraziamento all’amico Leonardo Petroli che ha realizzato le foto del diorama.
Bibliografia e immagini:
- https://dive.site/blog
- https://www.raahenmuseo.fi
- https://www.sukellushistoriallinenyhdistys.fi
Complimenti per il bellissimo lavoro
Sempre lavori fuori dagli schemi... ottimo 👍👍sarebbe un uniforme molto adatta ad affrontare i tempi attuali 😂
i complimenti per un lavoro accuratamente eseguito ed originale.
Giampaolo
Grande Dino, spettacolo, veramente istruttivo e ottimamente realizzato, unico.
Complimenti, al prossimo.
Ezio
Complimenti Dino per il lavoro sempre originale e ben fatto, grazie per la citazione per le foto.
Grazie Dino per questa ennesima chicca sulla storia marina.
Ottima presentazione.
Pietro
Bella realizzazione e come sempre interessantissima contestualizzazione storica, complimenti. Però, detto fra di noi, la muta era proprio brutta!!!
Caro nonno Dino,
Come sempre riesci a stupirmi.✌️🤩✌️
Un ennesimo capolavoro che va ad aggiungersi alle tue ormai innumerevoli opere d'arte.
Un abbraccio.
Alby.
....ciao Dino, no, non ti riesce a fare un kit classico, devi scontare qualche pena particolare in questa vita, ma ci fai gustare pezzi unici e molto ben fatti, come sempre...
maurizio