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Nel corso del primo conflitto mondiale, si rese necessario difendere dalle incursioni austro-ungariche la cosiddetta “Litoranea Veneta”, cioè il territorio lagunare caratterizzato da una fitta rete di canali e vie d’acqua, sia naturali che artificiali, con bassi fondali e contornati da canneti ed arbusti, che va dalla laguna di Venezia fino ad arrivare nel golfo di Trieste, per un percorso totale di circa 127 km.
Al riguardo, furono approntate numerose chiatte a basso pescaggio sulle quale vennero montati sia artiglieria di medio/grosso calibro che cannoni contraerei.
Inizialmente fu riconvertito all’uso militare il naviglio mercantile e da pesca esistente, poi dal 1916 furono costruiti nell’Arsenale di Venezia specifici pontoni galleggianti a chiglia piatta, semoventi e statici sia in ferro che in legno, garantendo così con il loro dispiegamento il controllo e la difesa di questo sistema fluviale di navigazione di grande importanza per i trasporti e i rifornimenti.
Nell’Ottobre del 1917 furono approntate 28 unità della classe Raganella, disposte tra la Laguna Veneta ed il basso Piave per la difesa antiaerea, aventi mediamente le seguenti dimensioni:
L’armamento era costituito da un cannone antiaereo da 76/30, ma diverse unità della stessa classe montarono due pezzi affiancati da 76/40, con calibro aggiornato.
Quest’arma è stata adottata su quasi tutto il naviglio minore della Regia Marina, sia per l’impiego navale che antiaereo, nel corso di entrambe le guerre mondiali.
Era un’arma semplice e di sicuro affidamento derivata dall’inglese Armstrong e costruita dall’Ansaldo in numerosissimi pezzi, destinati anche in batterie autocarrate e sui treni armati.
Montata su di un piedistallo, era in grado di ruotare di 360° con una elevazione da -5° a +70° i cui proiettili potevano raggiungere la quota massima di 6000 m con un ritmo di fuoco di 12 colpi al minuto.
Il modellino 1:35
Il modellino è della modenese WIP3D, il cui kit interamente in resina è costituito da un cannone 76/30 antiaereo con relative munizioni, dalla base divisa in due parti uguali, una piattaforma centrale su cui va posizionato il cannone, i parapetti perimetrali con i relativi supporti, travi di rinforzo e bitte per l’ormeggio/traino.
Come da foto storiche, ho preferito aggiungere un secondo cannone: di conseguenza ho realizzato due singole piattaforme, tagliando l’esistente a metà e ripristinando le parti mancante con del plasticard.
Ho anche sostituito i parapetti in resina previsti nel kit con altrettanti realizzati con listelli di legno che, per maggior realismo, ho opportunamente inchiodato tra loro.
Analogamente, ho sostituito anche le due travi di rinforzo, salvando però le squadrette di fissaggio, con altre più corte che ho disposto diversamente ai lati delle due piattaforme.
Previa stesura di primer spray metal della Army Painter, ho verniciato il pontone con Tamiya Metallic Grey e i due cannoni con Tamiya Olive Drab e Vallejo Brass, dando poi invecchiamento, lavaggio e usura.
Il diorama
Da un pannello isolante edile di polistirene estruso, ho ricavato una base da 32x23x3 cm sulla quale ho appoggiato una lastra in metacrilato di pari misura e spessa 8 mm per realizzare la superficie del mare, lastra precedentemente dipinta a pennello dal di sotto con un mix di acrilici di tonalità diverse della Tamiya.
Per completare l’effetto mare, dopo aver contornato il perimetro del pontone con del silicone trasparente, ho steso sulla superficie della lastra più strati intervallati di liquido Toffano per l’effetto acqua, spargendo inoltre dei frammenti naturali di posidonia e altro materiale di varia estrazione, anch’esso del tutto naturale.
Ho scelto di non aggiungere il solito gel opaco per creare le increspature, visto che il diorama è ambientato nelle acque calme della laguna e che il lieve movimento ondoso è già evidenziato nella struttura stessa della lastra.
Sulla stessa lastra, per realizzare un tratto di terreno, ho incollato su un lato alcuni spezzoni sagomati dello stesso polistirene sui quali ho steso dapprima del DAS in modo irregolare, poi, una volta asciutto, ho spalmato della pasta acrilica Terra dell’Abbiati Wargames, mescolando e testurizzando due prodotti di tonalità diversa.
Dopodiché, su questo terreno così indurito mi sono divertito a praticare una serie “infinita” di fori per poter posizionare l’abbondante e fitta vegetazione, tipica dell’ambiente lagunare, formata da elementi naturali quali cannicci in miniatura essiccati e verdi, erba alta di diversa consistenza e tipologia, radici, ecc., eccellente produzione della Dioramapresepe.
Ho posizionato il pontone in acqua ancorandolo ai lati con del cordame, mentre verso la terraferma l’ho bloccato a due pali di legno immersi nell’acqua, con funzione anche di parabordo.
L’ho completato inserendo alcune cassette portamunizioni fornite nel kit, una ulteriore cassetta realizzata con listelli in legno per raccogliere i bossoli in ottone delle granate, una catena e un secchio con fune e straccio, mentre una passerella d’accesso formata da listelli di legno lo collega alla terraferma.
Infine, sempre come da immagini d’epoca, ho posizionato su due lati una parziale mascheratura di cannicci e erba alta legati al parapetto.
Dopo una lunga ricerca nel web, sono riuscito a reperire tre figurini in resina della Copper State Models, che ho ritenuto adatti in questo contesto.
Sui bordi verticali della base ho steso a pennello, come finitura al rustico, della pasta acrilica Terrans della AK, successivamente verniciata con acrilico Sea Blue Tamiya e dopo aver incollato una lastrina in ottone da 105x25 mm con inciso il nominativo e l’immagine della bandiera della Regia Marina, copia ricavata e stampata da internet, ho posto il tutto al riparo di una teca in metacrilato della Essebiemme.
Infine, un sentito ringraziamento all’amico Leonardo Petroli, che ha realizzato le foto del diorama.
Bibliografia ed immagini:
Grande Nonno Dino, stavolta hai superato te stesso in originalità, storia e modellismo. Molto bello e interessante.
Al prossimo Ezio.
Grazie per le tue perle di originalità e rarità storica... diorama eccezionale.
Giampaolo.
Ottimo lavoro ma soprattutto complimenti per l'originalità e per la fedelissima riproduzione frutto chiaramente da parte tua di una ricerca storica non indifferente.
Io che ho avuto la fortuna di fotografarlo, ho potuto osservarlo molto bene e devo dire che è veramente un ottimo lavoro, complimenti Dino!
Carissimo nonno Dino,
Purtroppo mi sorprendi...
I figurini. Son troppo figurini.
Il canneto è troppo giallo.
L'effetto acqua stagnante?
... No. Non va bene, perché è troppo stagnante.
Le foto potevano essere fatte meglio.
Manca dell'effetto vento sulla vegetazione. E manca di dinamicità. Davvero un diorama da principiante.
La prossima volta cerca di far più attenzione. E magari cerca qualcos'altro da fare come passatempo. Perché il modellismo statico non fa proprio per te.
Un abbraccio. Alby.