HMS Bounty
Sergio Colombo
I precedenti...
Legolas e Gimli
CANT Z.506 Airone
Harley Pin up
Ferruccio Lamborghini
North American P-51D Mustang
"Il bivio" (Sd.Kfz. 222)
T34/76 Versione ChTZ
Lavochkin La-5
Arado Ar 196
Fiat 500 Topolino
AT-ST Star Wars
Non omnia moriar
I precedenti...
Caricat! Soldatini al Museo - 2024
Beyond Alien - H.R. Giger
Ayrton Senna Forever
Nostra G.M.S. a Verona
Un giorno a Volandia
Mostra a Pontelagoscuro 2018
Mostra Paracadutisti II GM a Mantova
Mostra a Pontelagoscuro 2017
Erano tempi di guerra...
Napoleone a Stupinigi
Mostra Verona 2016
I modelli premiati
Varedo Model Show 2016
Varedo Model Show 2015
Mostra a Porto Mantovano
Verona Model Expo 2015
[Visto da Giuseppe Giovenco]
Modellismo che passione 2014
Modelli in concorso
[1235 immagini!]
VII Mostra di Volvera - 2014
Modelli Premiati
IX Mostra di Verona 2014
Modelli Premiati
4ª Mostra a Cuorgnè - 2014
Modelli Premiati
XIII Mostra di Volpiano 2014
Mostra Campagna di Russia
IV Mostra di Banchette - 2013
VII Mostra a Cumiana - 2013
Modelli Premiati
Velivoli in concorso
Mezzi Militari in concorso
VI Mostra di Volvera - 2013
Modelli Premiati
Display in concorso
Medaglia commemorativa
XII Mostra a Bricherasio 2013
Modelli Premiati
VII Mostra GMA Appiano 2013
3ª Mostra a Cuorgnè - 2012
Modelli Premiati
Velivoli
Mezzi militari e diorama
Figurini
Phoenix Model Contest - 2012
Modelli Premiati
Velivoli
Mezzi militari e diorami
Figurini
Au Petit Soldat 2011
Modelli Premiati
Master Open
Master Pittura
Standard Open
Standard Pittura
Basic
Alby Starkiller
Alessandro Gennari
Alessandro Tulli
Alvise Scatto
Andrea Bassi
Angelo Battistelli
Antonio Caramia
Antonio De Carlo
Antonino Mazzù
Bruno Lucchini
Cristiano Montagnani
Daniele Manfredi
Dino Dall'Asta
Emanuele Iemma
Enrico Bianchi
Enrico Calanchini
Enrico Macchi
Ezio Bottasini
Fabio Bonatti
Federico Toselli
Francesco Sasso
Francesco Sbarile
Franco Corti
Gerardo Quarello
Giampaolo Bianchi
Giorgio Brigà
Giorgio Sassi
Giovanni Olivero
Gianluca Giora
Giorgio Perrone
Giuseppe Giovenco
Giuseppe Mazza
Giuseppe Pino Penna
Johnny Gravina
Junio de Angelis
Lauro Bonfà
Lorenzo Evangelista
Luca Navoni
Luigi Cuccaro
Luigi Gandini
Marcello d'Andrea
Marco Ambrosio
Marco Bracchitta
Marco Fin
Marco Giuli
Marco Manzo
Marco Vergani
Marco Rondinelli
Mario Bentivoglio
Mario Galimberti
Mario Capuano
Massimo Cerrato
Massimo M. De Luca
Matteo Nespoli
Matteo Zarantonello
Mauritius Pictor
Mauro Toresi
Maurizio Ugo
Mauro Rota
Mauro Zanchi
Michelangelo Galli
Michele Angonese
Michele Morelli
Michele Pelizzola
Natale Lapedota
Orazio Pappalardo
Paolo Solvi
Pier Giuseppe Sopegno
Pietro Ballarini
Riccardo Casati
Rino Rufolo
Roberto Colaianni
Roberto Falciola
Roberto Gallo
Sergio Colombo
Sierra Charlie
Stefano Deliperi
Stefano Lana
Valter Vaudagna
Vito De Palo
Storia delle cavallerie europee
I precedenti...
Il carro armato T 34
ARMISTIZIO!
Dizionario Enciclopedico dei Mezzi Militari
Carro Fiat 3000
Il ponte di Primosole 1943
Basti in Groppa!
Panzer DNA
Panzerwrecks 19 - Yugoslavia
Guida alle ricerche dei soldati italiani...
Le uniformi di Italo Cenni
Gondola Veneziana (I Parte)
Gondola Veneziana (II)
Lo "Sciopòn"
Il ponte
La Palazzina
Il Palazzo
Assemblaggio e Figurini
Kit Academy scala 1/48
La storia di questo modello risale al lontano 2008, quando lo acquisii a parametro zero grazie ad uno scambio fatto allora con un amico modellista.
Ha aspettato pazientemente il suo turno di montaggio per circa quattro anni quando nel 2012 decisi di montarlo con le insegne di "Pappy" Boinghton, contenute nella scatola.
Purtroppo quando lo presi in mano valutato il modello andai ad acquistare il Corsair Tamyia (e di seguito un altro), che divennero i soggetti di "Missione compiuta" e "Briefing sul ponte" comparsi su questo stesso sito ma, questa è un’altra storia; cercai di regalarlo all’amico Marco, il quale quando lo vide, andò anch’egli a comprare il kit Tamyia, ritornandomi il modello.
Da allora sono passati circa due anni e, siccome di tutti i modelli comprati nella mia vita modellistica non sono riuscito a montarne (bene o male che sia) solo uno che è stato buttato, il Corsair Academy ha aspettato pazientemente ancora insieme agli altri kit in giacenza, finché un giorno mi è venuto in mente come utilizzarlo: l’avrei rappresentato come uno dei 189 Corsair abbattuti durante la 2° G.M.; ovviamente nelle acque dell’Oceano Pacifico.
Il primo problema che mi si è presentato è stato quello di trovare un’adeguata iconografia cosa che nemmeno la Rete mi ha aiutato, di Corsair abbattuti/ammarati nemmeno l’ombra se non altro per avere un "numero" da applicare in fusoliera e inoltre per avere un’idea di come rappresentare la scena.
Per questo secondo punto mi è stato d’aiuto l’amico Dino Dall’Asta, che mi ha indicato un articolo apparso sul blog "Modelling Time" che raccontava con tanto di immagini di uno Spit (tra l’altro dell’asso James "Johnnie" Johnson), abbattuto e ammarato nel Canale della Manica che comunque mi diede lo spunto per iniziare il lavoro; altri spunti, trattandosi di un Corsair, li ho tratti dalla "Missione abortita" di Roberto Colaianni, già usata per i precedenti lavori a soggetto.
Come after market, ho comprato solo il set Verlinden 1278 "USN WWII Pilots in dinghy" contenente due dinghy e due piloti al costo di € 17,80; le cinture di sicurezza sono un regalo dell’amico Marco e per il resto dell’abitacolo ho usato quanto contenuto nella scatola.
Ho iniziato con il piegare, a caldo, in due punti le pale della grande elica Hamilton Standard; inoltre ho assottigliato dall’interno tramite Dremel, la plastica della fusoliera, dell’ala e della NACA del motore, nei punti dove pensavo di aprire i fori di mitragliatrice; una volta assottigliata la plastica, con un punteruolino scaldato ho praticato i fori; ho cercato di farli su punti nevralgici che avessero determinato l’abbattimento, quindi sull’ala in corrispondenza del radiatore e serbatoio dell’olio, in fusoliera in corrispondenza del serbatoio principale del carburante (i serbatoi USA erano autosigillanti però...) e un colpo in pieno sul motore; ho poi sezionato le parti mobili dei piani di coda orizzontali e verticali, ricostruendo il bordo d’attacco e riposizionandoli in seguito in posizioni plastiche, ricostruendo anche gli attuatori delle alette di compensazione.
Avendo utilizzato i pezzi con i flabelli di raffreddamento del motore aperti ho dovuto ricostruire il sistema di movimento degli stessi; i flap abbassati li ho montati disassati, pensando (spero a ragione) che un violento impatto con l’acqua possa far saltare i martinetti idraulici di comando dei flap.
Nell’insieme il montaggio è filato abbastanza liscio, certo non è il Tamyia, ad esempio, l’ala oltre ad essere composta dai tre pezzi principali formanti l’ala stessa, necessita del montaggio delle bocchette dei radiatori dell’olio alla radice delle semi-ali e delle sei volate delle mitragliatrici (che ho aperto con una punta da 0,5mm), tre per ala, questi quattro pezzi per raccordarli all’ala hanno avuto bisogno di una discreta quantità di stucco, come pure il pezzo di raccordo alla fusoliera posto dietro all’abitacolo, come pure il raccordo alare stesso; cose queste che durante il montaggio del kit Tamyia non erano state necessarie.
Per quanto riguarda la colorazione ho optato per il classico camouflage in tre toni del periodo 1943-44, desaturando parecchio i pannelli e cercando di effettuare diverse scrostature; i colori usati sono: bianco opaco H34, blu intermedio H144, Navy blu H77.
Dopo aver applicato due strati di cera i pannelli sono stati evidenziati con il Accent Panel Line nero della Tamyia; dopo un’ulteriore mano di cera sono state applicate le decal.
Non avendo trovato in rete nessuna immagine ho "inventato" l’identificativo ottico, applicando uno "sfortunato" 17 bianco.
Tale numero, ho scoperto in seguito, fu applicato anche sul Corsair dell’Lt Cdr. Roger Hedrick (prima del Bianco 167 imbarcato sulla USS Bunker Hill nel 1945, soggetto di "Briefing sul punte"), Ufficiale Esecutivo del VF17; su questo Corsair però campeggiava orgogliosamente ai lati della NACA il "Jolly Roger" insegna del VF17, che io ho omesso di proposito per non accomunare il mio Corsair abbattuto a quello di Hedrick di cui non ho trovato notizie, su libri o altro, di abbattimenti o ammaraggi di fortuna.
Ho inoltre applicato due bandierine giapponesi, simboli di abbattimenti, giusto per dare un po’ di colore al modello; non vogliatemene per queste licenze storiche e poetiche, ma non ho saputo cos’altro fare, dopo aver passato ore al computer a cercare in Rete e a sfogliare libri e monografie riferite all’F4U-1A.
Veniamo all’ambientazione; il dinghy come detto all’inizio è di produzione Verlinden di buona fattura, la scatolina contiene due canotti e due piloti, uno dei quali già solidale con uno di essi mentre l’altro composto da otto pezzi, la scelta è quindi ovviamente caduta sul dinghy con il pilota già inserito nella scultura, anche se forse un po’ meno credibile visto che si trova vicino all’aereo, ma sicuramente più comodo.
La colorazione: dopo aver dato un spruzzata con il primer grigio fine Tamyia, ho eseguito ad aerografo un preshading con del colore terra scuro sulle giunzioni di rinforzo del canotto e poi con del giallo H24 ho spruzzato l’intero canotto, la rimanente colorazione dello stesso però l’ho finita con dei normali pastelli colorati, usando diverse tonalità di giallo, ocra e del marrone rossiccio per accentuare i punti in ombra, applicando infine delle decal simili a quelle esistenti sulla box art della Verlinden.
La tuta del pilota, dopo aver dato un fondo in kaki H26, è stata progressivamente schiarita prima con una mano di H83 ocra e una lumeggiata finale con il grigio mimetico H28; il giubbetto salvagente ha subito più o meno lo stesso trattamento del canotto.
La dotazione è stata completata con una cartina piegata dell’area del Pacifico interessata dai voli del Corsair e da una zainetto derivato dal "Jerry can set " della serie Military Miniatures 32510 in 1/48 della Tamyia.
Fin qui "lavoro di routine".
Il difficile è stato realizzare "l’oceano"; dopo aver costruito la vasca: basetta 27x30 h2 in multistrato e incollato con vinavil sui bordi dei listelli 26x4 h1 e 29x4 h1 in multistrato; ad asciugatura avvenuta del vinavil, ho dato una bella stuccata dentro e fuori, una passata di primer e una verniciata con vernice nera lucida.
Il primo passo per realizzare l’oceano è stato applicare sul fondo diversi strati di fazzolettini bagnati con soluzione di acqua e vinavil, tipo carta pesta.
Ad essiccatura avvenuta ho dipinto questo fondo con del blu scuro successivamente passato con la cera.
Quando la vernice e la cera sono stati asciutti, ho versato il contenuto di sette tubi di silicone trasparente per dare spessore, ho amalgamato il silicone con un cucchiaio cosparso di detersivo per piatti per evitare che il silicone si attaccasse al cucchiaio, cercando anche di creare un movimento ondoso non particolarmente mosso.
Finito questa fase, ho annegando in parte il Corsair e il dinghy nel silicone.
Quando il silicone si è indurito (dopo diversi giorni), ho applicato a pennello due strati di Water Effect 26204 della Vallejo a distanza di 24 ore uno dall’altro.
La compatibilità di questi due prodotti (silicone ed effetto acqua), l’avevo testata in precedenza con esito positivo.
Come ultimo passo, ho dato a dry brush, qualche tocco di bianco sulla cresta delle onde, soprattutto in prossimità dell’aereo e del canotto a simulare la schiuma dell’acqua e con più mani di smoke X-19 Tamyia ho creato le sporcatore di olio e benzina sia su aereo che nell’acqua.
Tutto sommato l’insieme a me non dispiace, sicuramente si sarebbe potuto fare anche di meglio, ma questo tocca a Voi dirlo.
Un grazie a mia figlia Sara per le foto e a Voi per la pazienza di aver letto tutta questa storia.
Alla prossima.