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- Parte II - Semovente M40 da 75/18 -
L'articolo che segue è la seconda parte del diorama in fase di realizzazione, raffigurante la consegna di un messaggio a un'unità corazzata del Regio Esercito da parte di un bersagliere motociclista, ambientato in Libia durante l'anno 1942.
Nel seguente articolo andrò a descrivere le varie fasi di realizzazione del mezzo corazzato che lo andrà a comporre: il Semovente M40 da 75/18.
Cenni storici:
Durante la Seconda Guerra Mondiale, per far fronte all'inferiorità dei mezzi corazzati italiani rispetto ai contemporanei Tedeschi o Alleati, venne progettato questo semovente d'artiglieria corazzato, inizialmente studiato come unità di supporto alla fanteria e ai reparti corazzati, ma successivamente vennero impiegati nelle stesse divisioni corazzate, dimostrarondosi potenti ed affidabili unità "cacciacarri", sfruttando un profilo basso e il potente cannone da 75 mm.
Il Kit:
Kit della Tamiya in scala 1/35, le qualità delle stampate sono molto buone nonostante non sia proprio recente come modello.
Il montaggio è stato eseguito da scatola, a parte alcune modifiche e aggiunte:
– ho sostituito i compartimenti laterali con altri fotoincisi della Voyager;
– ho aggiunto il cavo in acciaio con i vari perni, anch'esso Voyager e molto realistico;
– sono state rifatte le maniglie sulla parte superiore dello scafo con altre in lamina di stagno per darne maggiore realismo rispetto a quelle in plastica proposte dal kit;
– il cannone da 75 mm. è stato sostituito con la canna in metallo della RB Model, molto bella e dettagliata;
– è stata aggiunta l'antenna per la radio, utilizzando la fibra ottica;
– le lenti dei fari sono state sostituite con parti fotoincise della Voyager.
In fase operativa questi mezzi erano adattati ed equipaggiati con materiali di fortuna e caricati di varie provviste e materiali.
In particolare, per contrastare l'inferiorità dal punto di vista della corazzatura, gli equipaggi dei carri italiani erano soliti rinforzare i propri mezzi con sacchi di sabbia e pezzi di cingoli di ricambio.
Volendo adattare anche il mio mezzo, ho acquistato l'apposito set in resina della Black Dog, molto bello e ricco di dettagli, ho solo dovuto eseguire parecchio lavoro di pulizia e di stuccatura per le parti danneggiate o mal stampate.
Colorazione ed invecchiamento:
Dopo la consueta mano di primer nero su tutto il modello, ho applicato un color ruggine come base delle successive scrostature.
Dopo aver applicato la lacca su tutto il modello, una volta asciutto, ho dato una mano di Dark Yellow (Tamiya XF-60) ad areografo, diluito fino alla giusta consistenza.
Ho schiarito le parti maggiormente in luce come i portelli anteriori e la parte superiore dello scafo.
Ho proceduto a scrostare le parti soggette a maggior usura, utilizzando uno spazzolino, stecchino e pennello a setole rigide imbevute in acqua tiepida per far risaltare il colore di base e dargli un effetto usurato ed arrugginito.
Tutti gli altri dettagli ed equipaggiamenti sono stati dipinti a pennello mediante acrilici Vallejo, Tamiya e Italeri.
L'invecchiamento è stato eseguito con colori ad olio, utilizzando la tecnica della puntinatura (Terra di Siena, Terra di Cassel e Bruno van Dyck) e prodotti specifici dell'AK Interactive.
Sempre dell'AK sono i pigmenti utilizzati per impolverare soprattutto la base bassa dello scafo e i cingoli, applicati mediante l'apposito fissativo.
Per le parti annerite dal fumo quali gli scarichi, le griglie e la bocca di fuoco del cannone, ho utilizzato il pigmento Black dell'AK, applicato a pennello ma senza il fissativo di base.
Ecco altre foto..
È stato un lavoro molto piacevole e divertente, ho sempre avuto la passione e l'idea di realizzare questo mezzo.
La prossima parte dell'articolo, la terza e la conclusiva, andrò a descrivere le varie fasi per la realizzazione della scenetta e i figurini che la comporranno.
Per ora è tutto... al prossimo episodio!