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Quando si dice che il modellismo interseca la storia, ovvero non risulta né come elemento esterno, né, tantomeno, come elemento tangente, lo si può comprendere dal presente articolo.
Per farla breve, nel mio precedente saggio sulle Coldstream Guards, ho citato Oliver Cromwell, il quale ritroviamo anche in questo articolo a proposito di King Charles Iº (19 novembre 1600 - 30 gennaio 1649).
Questo personaggio reale, divenne re d'Inghilterra, Scozia e Irlanda dal 27 marzo 1625 fino alla sua esecuzione nel 1649, operata dal Cromwell, perché reo di essere evaso dalla Torre di Londra. Nacque nel casato degli Stuart come secondo figlio del re Giacomo VI di Scozia, ma, dopo che suo padre ereditò il trono inglese nel 1603 (come Giacomo I), si trasferì in Inghilterra, dove trascorse gran parte del resto della sua vita.
Per inciso fu quel re, del Regno Unito, che comprò quasi tutte le collezioni dei Gonzaga, cavalli compresi (quindi i famosi cavalli purosangue inglesi, hanno, nel DNA, fior di geni mantovani).
Origini del Reggimento
Tornando sul tema principale, le Scots Guards furono la guardia personale di Charles, già nel 1642, ma divennero parte dell’esercito di Sua Maestà, a tutti gli effetti, solo a partire dal 1686.
Il suo primo comandante fu Archibald Campbell, marchese di Argyll, il quale venne subito impiegato, alla testa del neo reggimento, per contrastare la ribellione irlandese del 1641. Con l’avvento di Carlo IIº, e la conseguente restaurazione della monarchia dopo la morte di Cromwell, l’allora comandante conte di Linlithgow, con un’ordinanza reale del 23 novembre 1660, si vide costretto a cambiare il nome del reggimento in The Scottish Regiment of Footguards.
Anacronisticamente parlando, i reggimenti scozzesi servirono inizialmente, prima dell’unificazione dei territori che attualmente formano la Gran Bretagna, a sedare le insurrezioni dei vari movimenti scozzesi, non ultimi i famosi Convenater (vedere l’articolo sui Cameronians Rifles) nel 1679, così come nell'insurrezione di Argyll nel giugno 1685. Proseguendo negli anni, venne ampliato in due battaglioni, dei quali il primo, quando scoppiò la Guerra dei Nove Anni nel 1689, fu inviato nelle Fiandre ed il secondo servì in Irlanda e combatté nella battaglia del Boyne del 1690, prima di unirsi al primo nel 1691, e via così attraverso i secoli fino alle porte del secondo conflitto mondiale dove ho collocato il mio capitano; 1939 per l’esattezza.
Nell'aprile 1940, il 1º Battaglione, come parte della 24^ Brigata della Guardia, prese parte alla sua prima campagna di guerra, durante la spedizione in Norvegia. In Nord Africa, come parte della 22^ Brigata Guardie; il 2º Battaglione prese parte ai combattimenti contro gli italiani in Egitto seguiti da duri combattimenti in Libia, allora controllata anche dall'Italia. In Nord Africa, nel marzo 1943, il 2º Battaglione prese parte alla battaglia difensiva di Medenine, dopo che i tedeschi avevano contrattaccato gli Alleati.
Nel settembre 1943, il 2º Battaglione, incorporato nella 201ª Brigata Guardie della 56ª Divisione (Londra), prese parte allo sbarco a Salerno. Nel dicembre 1943, il 1º Battaglione, come parte della 24^ Brigata Guardie, arrivò sul suolo italiano. Nella battaglia di Monte Cassino all'inizio del 1944, il 2º Battaglione subì pesanti perdite nei duri combattimenti.
Il 1º battaglione, come parte della sua brigata, si unì alla 6^ divisione corazzata sudafricana nel maggio 1944. Il reggimento prese parte a molti feroci scontri per tutto il 1944, inclusi quelli contro la Linea Gotica, la quale si dimostrò una potente linea difensiva.
Il figurino
Essenzialmente la molla è scattata nel momento in cui, viaggiando nel web, ho incrociato il berretto di un ufficiale delle Scots Guards, ed ho consultato le tavole a colori di Mike Chappell, sulle uniformi del British Army a cavallo delle due guerre mondiali.
Sebbene la divisa completa fosse già confezionata dalla DID, sulla giacca ho dovuto impiegare l’uso di una sarta per modificare le maniche e le due grandi tasche nel basso della giacca, e i due taschini del torace. I bottoni erano disposti normalmente nell’allacciatura della giacca, ma le Scots Guards li hanno raggruppati a tre a tre. Nei polsi ho dovuto applicare una serie di tre "bottoni", inesistenti, per ciascuna manica, adoperando delle mezze perle con diametro 3 mm (il corrispondente delle dimensioni normali di 19 mm).
Le mani sono state innestate, per la posa da me scelta, e sigillate con il Milliput bianco nei polsi, per poi essere fresati e dipinti in accompagnamento alla carnagione del volto, previo la tracciatura delle vene che, in posizione a pugno abbassato, mostrano tutta la loro orografia.
Bello... di un realismo unico.
E' sempre un piacere vedere i tuoi lavori, realizzati con grande passione e con una ricerca storica molto accurata.
Dino
Caro Amico Mio è sempre un Grande Piacere leggere la Storia dei Reggimenti Britannici a corredo dei tuoi Bellissimi Report. Poi vedere la ricerca storico/modellistica e il risultato finale mi fa apprezzare e amare sempre di più il nostro meraviglioso Hobby. Complimenti, risultato Strepitoso.
Grande Giuseppe, bello ed interessante, anche se con un altro abbigliamento vista anche la postura, potrebbe assomigliare ad un altro personaggio storico dei quel periodo..... ma il nodo della cravatta l'hai fatto Tu....
Ottimo lavoro
grazie ai miei fedelissimi - Ezio, non avevo pensato all'altro, ma per fortuna il mio ha i baffi più larghi!!!!
Bravo Giuseppe!!! Ancora un raro esempio di figurino realizzato con impressionante realismo e fantasia, dove l'estrema cura dei dettagli e la perizia esecutiva lo rende unico, fortemente caratterizzato tanto da poterne identificare subito l'autore.
Complimenti per l'interessante ed istruttiva monografia che risulta - come sempre - di altissimo livello storico/divulgativo.
Bravo caro vecchio amico Giobbaz!!!. Al prossimo lavoro dunque... per continuare a stupire i tuoi numerosi estimatori...
Un saluto da Alberto.
In effetti i baffi sono più larghi... comunque per par condicio...potresti pensare di realizzarlo... giusto per realtà storica... piccolo particolare... non è British... non mi hai risposto riguardo il nodo della cravatta...
sempre ammirato dai tuoi lavori.
Ezio
olà, Ezio, pensavo fosse una battuta!!! si, il nodo l'ho fatto con le mie manine da elfo ( non sono una fatina - non ne ho mai vista una che superi i 100 kg. di peso!!! )
Alberto, sei sempre troppo buono