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La notte tra il 13 e il 14 dicembre 1944 i tedeschi si preparano alla controffensiva che scoppiò il 16 dicembre quando la 6ª armata, comandata da Sepp Dietrich, sfondò le linee nemiche.
Il diorama rappresenta un avamposto esplorante statunitense, formato da un M8 Greyhound e da una Willys jeep, colto di sorpresa dai tedeschi e catturato quasi intatto dopo un breve scontro dalle truppe al comando del comandante Peiper.
Ho simulato alcuni colpi andati a segno sulla fiancata destra dell’autoblindo.
I KIT USATI
M8 Greyhound
Ho usato l’ottimo kit della Tamiya che riproduce in maniera corretta le forme e le dimensioni del blindato americano.
Per dettagliare il modello ho usato due kit specifici, uno in resina della Verlinden Che riproduce il motore e il sistema di raffreddamento e un set di fotoincisioni della Eduard per completare e sostituire tutti i particolari più minuti o mancanti (in alcuni casi) dovuti agli ovvii limiti della plastica.
Per quanto riguarda le tecniche usate non mi dilungo in noiose ripetizioni in quanto sono state già evidenziate nel precedente articolo a commento del diorama dal titolo ‘Lo scherzo’.
Wills Jeep e rimorchio
Anche in questo caso la jeep usata è della Tamiya e la qualità del kit nipponico lo pongono come uno dei migliori prodotti della casa del Sol levante.
Per dettagliare il mezzo ho usato lo specifico set di fotoincisioni della Eduard più la radio in resina della Verlinden.
Ho poi aggiunto dei carichi provenienti da set dell’Italeri e della Verlinden, quali zaini, scatole per razioni dei viveri e alcune armi, tra cui un bazooka.
Il rimorchio è di provenienza Italeri, dettagliato con i ganci per il fissaggio del telo e con l’aggiunta di numerosi carichi esterni quali taniche di benzina (della Italeri e Tamiya) teloni e fucili.
Kubelwagen
Il vecchio kit della casa emiliana, pur sempre valido ma leggermente inferiore come dettaglio al più recente kit della Tamiya, è stato oggetto di un radicale lavoro di dettaglio e miglioria, quali l’autocostruzione delle marmitte e dei relativi tubi di scarico, della completa sostituzione della capote e dei tubi di metallo che ne compongono lo scheletro di supporto, dell’estesa miglioria riguardante i sedili, il loro supporto tubolare che lo fissa al pavimento della jeep e della loro parte posteriore.
Il cruscotto è stato sostituito con quello in fotoincisione, stesso discorso per il parabrezza, completamente rifatto con quello fornito dalla casa ceca.
Ho sostituito la pedaliera con elementi in plasticar, tutte le maniglie interne ed esterne sostituite con quelle in fotoincisione.
L’aggiunta di altri piccoli particolari esterni in plasticar e in fotoincisioni ha completato l’opera.
Alla fine il risultato è stato gratificante.
Figurini
Per la scena ho usato figurini di due scatole della Dragon raffiguranti dei granatieri in marcia proprio nel teatro delle Ardenne.
Ottime le pose, la finezza dei particolari e la scultura dei figurini, il rapporto tra qualità e prezzo è sicuramente ottimo.
Ad alcuni figurini ho sostituito le teste con altre della Verliden, per la migliore espressione dei visi.
Sono stati tutti dipinti con acrilici Lifecolor e rifiniti con colori ad olio.
Ambientazione
Ho inserito i mezzi su una base in polistirolo duro a più strati per dare forma e volumi alla scena che avevo in mente ricoprendo il tutto con una miscela di fondi di caffè, sabbia e colla vinilica.
Alla fine il tutto aveva un vago sapore di caffè... poteva essere scambiata per una rudimentale torta!
Ho aerografo il tutto con vari toni di marrone e sabbia, ho steso l’erba sintetica di provenienza ferroviaria e ho poi inserito ciuffi di stoppa (quella usata dagli idraulici) per simulare l’erba più alta.
Tronchi abbattuti, rametti e foglie hanno completato il tutto.
Per le siepi ho usato dei rametti ai quali ho incollato del prezzemolo secco tritato per simulare le foglie.
Colorazione
Per dipingere i mezzi ho usato sempre la stessa procedura già illustrata nell’articolo del diorama ‘Lo scherzo’, (per chi volesse dare un’occhiata può cliccare sopra il link).
I colori usati sono della Lifecolor e della Tamiya, seguiti da lavaggi ad olio e a drybrush con tonalità più chiare delle tinte delle mimetiche usate.
Le foto sono state scattate da Mauro Carnevali, socio (dello stesso club al quale appartengo) nonché mio amico.
Mario Bentivoglio [Gallery] A. M. B. Brescia 25.02.2005 |
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