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Credo che nella vita di ogni modellista ci siano modelli che per anni ed anni abbiamo sognato di fare, iniziamo e concludiamo altri kit nel frattempo ma, comunque, alla fine pensiamo e ripensiamo con rammarico sempre a QUEL modello, in una versione o una livrea particolare, che per vari motivi però (..e non trovo il kit...e non trovo le decals...e la modifica è difficoltosa...) siamo sempre costretti a rimandare facendolo rimanere nel “cassettino dei sogni modellistici”.
Questi particolari soggetti, per qualche motivo oscuro, rimangono scolpiti nel nostro immaginario più di altri ed in particolare, nel mio caso, ricordo che quando ero un bambino ebbi l’occasione di vedere su di un libro una foto in bianco e nero, raffigurante (ma io non lo sapevo ovviamente), degli Starfighter tedeschi in volo, in livrea metallo naturale, con le croci nere che si stagliavano sulle ali bianche.
Quest’immagine, che divenne poi l’oggetto dei miei disegni infantili per molto tempo, l’ho sempre ricordata e poi, quando ho cominciato a fare modellismo, ho potuto finalmente dare anche un nome al soggetto ed una connotazione precisa a quell’immagine.
L’idea di riprodurre proprio uno di quei velivoli però si è sempre scontrata per almeno 20 anni con altre esigenze (leggi anche carenze) modellistiche varie prima fra tutte una cronica avversione per le colorazioni in metallo naturale nonché il reperimento delle decals relative ai codici di reparto ed alle insegne.
Superata la prima difficoltà, grazie all’utilizzo delle vernici acriliche Tamiya Chrome silver e Flat Aluminium, rimaneva il non secondario problema delle decals.
A memoria ricordavo che solo una ditta aveva proposto decenni fa, tra le varie opzioni decals, un esemplare tedesco in livrea metallica e cioè il kit della ESCI dell’F104G/S.
Come aftermarket ho cercato anche sul web ma non ho trovato altro se non fogli Luftwaffe dedicati a livree commemorative oppure in mimetica Norm 72 e lizard ultimo periodo.
Mi stavo rassegnando quindi all’idea di non poter proprio fare questo modello particolare.
Ma com’è che si dice? Chi trova un amico trova un tesoro.
Proprio per questo io consiglio sempre di visitare sul web tanti forum di modellismo, sceglierne almeno uno tra quelli che riteniamo più confacente ai nostri interessi modellistici, o perché ci piacciono di più i commenti che troviamo sopra, ed iscriversi.
Realmente su questi forum si possono condividere, o semplicemente osservare, le esperienze di tanti validissimi modellisti nonché poi, eventualmente, scambiare anche i materiali o i kit più vari che a noi magari non servono o non interessano più ma che potrebbero essere proprio ciò che mancava ad altri.
Qualcuno dirà che molto spesso sui forum si finisce per litigare: è vero, ma questo succede, secondo me, quando si perde di vista il fatto che, alla fin fine, stiamo pur sempre parlando solo di incollare e verniciare pezzi di plastica per passare il tempo.
Questa breve digressione l’ho fatta per un paio di motivi molto semplici: il primo è che tanto cosa trovate nella scatola Hasegawa, se già non lo sapeste, potrete leggerlo in miei articoli precedenti dedicati al ‘104 che trovate pubblicati nella mia Gallery ed il secondo per ringraziare, in particolare, il mio amico del Forum “Modeling Time”, Stefano “Suxuinni”, che avendo saputo cosa stessi cercando mi ha gentilmente regalato proprio il foglio della ESCI contenuto nel kit F104G/S 1/48 permettendomi così di poter completare questo modello che agognavo di mettere in vetrina da decenni.
Grazie Stefano!
Parliamo allora di colorazione metallica che, avendo fatto tesoro delle esperienze maturate col Mirage e del ‘104 AMI entrambi in NM, ho ulteriormente potuto esplorare con altre ulteriori possibilità: il tutto è iniziato come sempre con una mano di acrilico Chrome silver Tamiya che poi ho lucidato con un panno di cotone (operazione che serve a levare l’eventuale effetto “cipria” sulla superficie) e protetto poi, per i successivi maneggiamenti, da una mano di “Future” (ma va bene anche qualsiasi vernice lucida acrilica trasparente).
Non ho fatto preshading perché secondo me, col silver, non serve: in questo caso preferisco intervenire dopo scurendo le pannellature esterne.
Poi ho verniciato le ali di bianco con l’aggiunta di gocce di colore sabbia per renderlo meno freddo.
A questo punto ho cominciato l’opera di pannellatura con differenti toni di chrome silver Tamiya corretto di volta in volta con nero, blu o marrone.
Inoltre ho provato a dare anche spruzzate di colori Tamiya stradiluitissimi (rapporto 10 a 1) viola o blu ma solo in alcune zone dei tip tank.
Poi sono passato all’uso dei colori ad olio soprattutto nel tronco di coda per ricreare l’effetto delle diverse leghe e della “cottura” del metallo caratteristico di questa zona.
Un bel lavaggio “terra di siena” ad olio ha completato il resto.
Conclusione:
L’opera di verniciatura è così terminata ed è arrivato dunque il momento che rende un semplice modello in un pezzo realmente unico: la posa delle decals.
Sapendo che il foglio ESCI, seppur ben conservato, aveva comunque più di 20 anni sulle spalle e che inoltre, in alcuni kits di questa ditta, i fogli decals avevano la sciagurata tendenza a disintegrarsi a contatto con l’acqua, ho trattenuto il respiro.
Disponendo il sottoscritto di un discreto magazzino di avanzi decals ciò che mi serviva realmente del foglio ESCI erano i codici e le insegne di reparto, per tutto il resto (croci e stencils), ho utilizzato avanzi di fogli Hasegawa, Revell e Sky dedicati.
C’è da dire comunque che le vecchie ESCI hanno funzionato egregiamente.
Ho sempre apprezzato lo Starfighter in configurazione pulita ma questa volta volevo fare una configurazione pesante da cacciabombardiere con 4 serbatoi ed un pod dispencer da esercitazione.
I piloni sub-alari provengono dalla scatola di un TF104 Hasegawa, mentre i serbatoi in più (modificati) ed il pod dispencer sono sempre avanzi di una scatola di F104 ESCI comprato anni fà su di una bancarella di un mercatino per poche lire (...le decals erano inutilizzabili però... sigh!).
Una leggera desaturata alle decals per renderle più omogenee con la finitura vissuta del modello, qualche striscetta di avvertenza rossa qua e là per movimentare un po’ l’insieme e lo spillo è concluso, pronto per la vetrina!
L’aver potuto finalmente dare sfogo ad un ricordo infantile e vedere ora nella mia vetrina lo spillone tedesco metallico, livrea originale e molto poco vista, rende la mia soddisfazione enorme!
Massimo Maria De Luca - “Pitchup” [Gallery] 20.10.2011 |