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Per tantissimo tempo l’unico kit esistente in 1/72 del Gobbo è stato il vecchio Airfix, kit con più di 50 anni sulle spalle, davvero basico come dettagli.
Le cose sono migliorate con l’uscita del kit Italeri, attesissimo all’epoca.
Per qualche oscuro motivo i Phantom di Sua Maestà sono modellisticamente considerati tra i più affascinanti. Neanche io mi spiego il perché di tale considerazione, e anzi, pure io mi ritengo tra i colpiti dalla febbre del british phantom (vabbè e non solo quelli parlando del Phantom).
Il kit di partenza è l’arcinoto Academy 1/72; si monta benissimo e solo con il parabrezza ho dovuto litigare perché fittava malissimo. Piccolo consiglio: attenzione anche alla gamba del carrello anteriore che è un po’ sovradimensionata.
Tra le versioni del Phantom ho sempre ritenuto quelle da ricognizione le più pure ed eleganti dal punto di vista aerodinamico.
Il kit che ho usato fa parte della arcistranotaeconosciuta serie "Phantom Family" di Hasegawa 1/72, i quali, continuano sempre a riservarmi tutt’altro che piacevoli sorprese.
Parlando brevemente di questo kit direi che Italeri ha fatto abbastanza bene i compiti a casa, malgrado alcune semplificazioni tipo nei pozzetti del carrelli principali e scarichi motore. Per il resto il modello si monta bene con uso dello stucco non eccessivo. Ci vuole giusto qualche attenzione nell’allineamento delle gondole motori.
Il kit Academy è stupendo e vale tutti gli Euri spesi: incisioni finissime, ma non invisibili, e ottimi particolari. Le linee generali sono davvero ben catturate.
Il montaggio fila via liscio e ci vuole giusto un po’ di attenzione nel verificare bene l’incastro dei pezzi vani aerofreno e carrello.
Nel catalogo della Italeri direi che l’A6 è trattato molto bene essendo disponibile nelle versioni KA6, A6 "E" Tram (ma avendo le decals è possibile anche ricavare un "E" iniziale omettendo la torretta TRAM) e EA6 "Wild weasel".
Nell’armadio avevo due scatole relative al Bell Uh1 D (Huey), di marche differenti, Italeri e Revell, ma, la versione che mi attizzava di più, era quella proposta sulla boxart Revell per un esemplare da soccorso Luftwaffe, in mimetica stile "Lizard" e portelli ad alta visibilità arancioni.
Per una volta ho voluto variare l’oggetto delle mie attenzioni passando dalle ali alle pale dei rotori, e siccome visto che di elicotteri, nella mia vita, ne ho fatti pochissimi ecco che non mi sono posto limiti. E allora ecco a voi un elicottero, badate bene, non con uno, ma con ben due, dico due, rotori!
I kit Academy più recenti, in genere, sono ottimi (vedi F18 ed F16) mentre a volte sono anche cloni Hasegawa (vedi A-10), in questo caso, invece, abbiamo un kit di F15 davvero molto povero il quale, fatte le prove a secco, invoglia davvero poco al montaggio...
Grazie alla cinese Trumpeter abbiamo a disposizione in catalogo la possibilità di poter costruire praticamente tutte le versioni di questo aereo, grazie ad un kit di taglio molto moderno per dettagli e tecnologia (pur ancora presentando qualche ingenuità a livello di istruzioni, schemi colori e decals).
Dico sempre, anche a costo di essere preso per matto, che anche un aereo può essere definito "sexy"!!! Capisco che, magari, il termine sia un po’ al limite riferito ad un velivolo da combattimento, per i quali, usualmente, si preferisce usare aggettivi quali: elegante, potente, impressionante, agile... ecc
Il kit Zvezda in questione si presenta, a livello di contenuto, davvero basico, direi stile kit Airfix anni ’70.
Abitacolo al minimo sindacale, non tantissimi pezzi, particolari abbastanza scarni. A livello di finitura presenta pannellature in negativo abbastanza fino.
Ogni tanto mi piace "rileggere" qualche classico modellistico e cosa può esserci di più "classico" dell’indimenticato Tomcat di casa Grumman??
Ho comprato questo kit anni fa ed aprendo la scatola mi ha subito incuriosito, vuoi per le scelte nella scomposizione, vuoi per il taglio molto moderno di questo kit.
MiG 21 Bis-D Croatian Air Force
Il kit Zvezda in questione si presenta, a livello di contenuto, davvero basico, direi stile kit Airfix anni ’70.
Abitacolo al minimo sindacale, non tantissimi pezzi, particolari abbastanza scarni. A livello di finitura presenta pannellature in negativo abbastanza fino.
Sperando di non tediare troppo i miei lettori eccomi qua ad affrontare nuovamente la creatura di Saint Louis, questa volta nella versione "B", la prima operativa ed entrata in servizio nell’US Navy e nei Marines; questa versione differisce esternamente dalle successive per lo spessore dell’ala, che non aveva i tipici "rigonfiamenti".
Come per il velivolo che rappresentano anche i kit della "Hasegawa Phantom family 1/72" sono oramai leggendari per qualità.
L’unica critica che si potrebbe muovere è la spartanità del cockpit e di alcuni altri dettagli (ugelli di scarico in particolare).
Per il resto le incisioni sono stupende.
L’idea di partenza è stata quella di utilizzare il modello Italeri ma, il kit risente di alcuni problemi in termini di povertà dei dettagli.
Il confronto con il kit Revell purtroppo è, ahimè, impietoso; volevo però riprodurre a tutti i costi un monoposto e visto che la scomposizione dei pezzi nei kit è similare ho pensato ad un crosskitting Italeri/Revell.
Anche in questo caso, sotto le mentite spoglie del marchio Italeri, si cela uno stampo di provenienza ESCI.
Diciamo subito che Il kit, seppur sotto certi aspetti basico, risulta abbastanza fedele come linee, è finemente inciso e si monta anche facilmente con un uso dello stucco tutto sommato nella norma.
Seppur le eliche siano sempre state lontane dai miei interessi modellistici confesso di avere sempre guardato con un po’ di invidia questi velivoli nelle vetrine dei colleghi, in quanto hanno una gran classe e trasudano storia da ogni pannello, oltre che per la varietà di livree possibili.
Sicuramente il Tornado è uno dei velivoli che riscuote più successo tra i modellisti di jet moderni: belle colorazioni, insegne variegate, una storiografia interessante e ricca di avvenimenti che lo hanno visto protagonista assoluto negli ultimi conflitti, possibilità di carico, insomma, un velivolo che permette di dare sfogo alle voglie mostruosamente proibite dei modellisti.
Il kit si monta senza difficoltà, gli incastri sono precisi e l’uso dello stucco è al minimo sindacale: in pratica possiamo dedicarci al dettaglio ed al miglioramento dei particolari.
Se da una parte volevo solo divertirmi senza pretese di superdettaglio dall’altra, invece, un idea mi ronzava in testa...
I modellisti che sono sulla 40ina ne riconosceranno sicuramente lo stampo di provenienza della ESCI.
Quando uscì negli anni ’80 era sicuramente il miglior kit di F104 in questa scala, ed anzi, qualcuno (ebbene si lo ammetto sono io!) afferma che, come linee generali, è a tutt’oggi ancora il più fedele.
La prima cosa che consiglio di fare e ripassare per bene le pannellature incise perché sono molto fini e visto che ci sarà molto da carteggiare, rischiamo di perderle.
Cominciando il montaggio partiamo subito dal concetto che abbiamo per le mani un kit che prevede stucco, colla, olio di gomito e, soprattutto, tante prove a secco...
Il kit è il vecchio ESCI "F4E Nam Raider" 1/48, comprato nel 1988 (stampo primi anni ’80), sepolto e seminascosto tra svariate altre scatole che mi ero completamente dimenticato di avere.
Pur ben conscio delle difficoltà che avrei incontrato nel montaggio eppure, alla fine, preso come da un impulso, ho cominciato ad armeggiarci su!
Credo che nella vita di ogni modellista ci siano modelli che per anni ed anni abbiamo sognato di fare, iniziamo e concludiamo altri kit nel frattempo ma, comunque, alla fine pensiamo e ripensiamo con rammarico sempre a QUEL modello, in una versione o una livrea particolare...
Eccomi qua ancora a scrivere su quello che io ritengo essere il miglior kit attualmente in circolazione, e cioè, l’F104G Hasegawa 1/48.
Si, avete letto bene sia il titolo che l’ultima affermazione in quanto, pur sotto mentite spoglie, l’F104G Revell 1:48 altri non è che l’omologo giapponese reinscatolato.
I miei modelli
SAAB Viggen | F104 G Starfighter | Mirage 2000 C | Xwing Fighter |
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Tornado IDS | Mirage IIICJ | Grumman F14A | Huey down! |
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Ho 49 anni, abito a Livorno, appassionato di aviazione da sempre modellista dall’età di 12 anni.
Gli aerei moderni sono il mio pane e tra questi: Phantom in tutte le salse, F104, F14, tutti i MIRAGE ed il Saab Viggen.
Vernicio esclusivamente ad aerografo con acrilici, strumento che uso anche per invecchiamenti e ombreggiature.
Massimo Maria De Luca - “Pitchup” |